Toyota, le due mosse per rilanciare il business
Apertura del board a elementi esterni e riorganizzazione in quattro unità guida: le speranze del numero uno, Akio Toyoda
Toyota annuncia la ''svolta generazionale'' con la revisione più ampia del top management da quando Akio Toyoda, ultimo esponente della famiglia fondatrice, ha preso quattro anni fa la guida del colosso dell'auto, designando per la prima volta nei 76 anni della storia della compagnia, componenti del board dall'esterno.
La mossa, presentata dallo stesso Toyoda, punta ad accelerare il ricambio generazionale oltre che a razionalizzare la catena decisionale del gruppo unita alla riorganizzazione del business in quattro pilastri fondamentali.
- Mark Hogan, ex manager di General Motors e una volta a capo di una joint venture nippo-americana in California, farà il suo ingresso nel board in occasione dell'assemblea generale dei soci di giugno, sostituendo uno dei posti lasciati vacanti da tre vice direttori esecutivi (tra cui Shinichi Sasaki, responsabile del controllo qualità) e dall'attuale presidente Fujio Cho, destinato ad andare in pensione e a conservare la carica di presidente onorario. La posizione di Cho sarà ricoperta da Takeshi Uchiyamada, ampiamente considerato come il creatore della Prius negli anni '90.
- Le attività saranno suddivise in quattro unità guida (tra cui una responsabile di Nord America, Europa e Giappone, un'altra di mercati emergenti, come Cina e America Latina), ideati per ''rendere più chiare operatività e responsabilità degli utili, nonché - si legge in una nota - ad accelerare il processo decisionale''.
Il rimpasto manageriale segna un ricambio generazionale alla Toyota: ''I miei primi quattro anni sono stati pieni di sfide e tutti abbiamo lavorato duramente per vincerle'', ha detto il numero uno Toyoda in una conferenza stampa a Tokyo. ''È il momento di guardare avanti'', ha aggiunto.
L'arrivo dell'ultimo rampollo della famiglia fondatrice è maturato in seguito alla crisi scatenata dallo shock di Lehman Brothers, seguito dal richiamo di massa di milioni di veicoli per difetti di diverso tipo che ha minacciato la credibilità della società automobilistica. Poi, da ultimo, si sono aggiunti il sisma/tsunami dell'11 marzo 2011 e le alluvioni in Thailandia alla fine dello stesso anno, più gli effetti dello yen forte.
(ANSA)