Toyota Prius, cosa devono aspettarsi i proprietari
La casa giapponese richiama 1,9 milioni di vetture nel mondo (quasi 6mila in Italia) per un controllo al sistema ibrido. Gli interessati verranno avvertiti per lettera
Circa 1,9 milioni di modelli in tutto il mondo e 5.800 solo in Italia. Sono gli esemplari della Toyota Prius che dovranno presto tornare nelle officine dei concessionari per un controllo tecnico. La casa automobilistica giapponese ha infatti deciso di effettuare un richiamo di numerose vetture della propria gamma, per verificare l'esistenza di un difetto alla centralina elettronica, che potrebbe limitare la potenza erogata dal motore ibrido della Prius. Il problema dovrebbe essere risolto con una modifica al software di controllo dell'alimentazione della vettura.
I PRECEDENTI RICHIAMI DI TOYOTA
Il servizio clienti di Toyota, contattato da Panorama.it, comunica che i proprietari interessati da questo intervento (della durata di circa 30 minuti) verranno avvisati personalmente per posta e convocati dal concessionario, con le prime lettere che saranno spedite la prossima settimana. Ai titolari della Prius, la vettura ecologica di punta della gamma Toyota, non resta dunque che aspettare la missiva della casa giapponese.
A ben guardare, il richiamo delle vetture appena annunciato non è affatto una novità. Il primo episodio eclatante risale al 2009-2010, quando la casa giapponese fu costretta a revisionare ben 8 milioni di veicoli in tutto il mondo, a causa di un problema all'acceleratore. Altre operazioni di questo tipo ci sono state negli anni successivi e hanno interessato anche l'Italia. Nel novembre del 2011, per esempio, furono convocate in officina 12.000 unità di Avensis Corolla e Prius. Nell'ottobre del 2012, invece, fu avviata una campagna di richiamo in tutta la Pensiola per oltre 200mila esemplari di Auris, Corolla, Rav4 e Yaris, allo scopo di prevenire il rischio di un malfunzionamento degli alzacristalli elettrici, dal lato del guidatore.
LA CLASS ACTION AMERICANA
Per tutti gli interventi, fu usata la stessa procedura, decisa in questi giorni: la convocazione dei proprietari in officina, con un avviso per lettera. Ormai, i richiami dei veicoli sembrano dunque diventati una consuetudine in casa Toyota, soprattutto per una ragione: il gruppo giapponese è stato bersaglio di un class action negli Stati Uniti, che nel 2012 l'ha costretto a sborsare la somma record di 1,1 miliardi di dollari, come risarcimento ai consumatori. Secondo le autorità giudiziarie americane, infatti, l'azienda nipponica era colpevole di non aver avvisato velocemente i clienti, per i difetti all'impianto di accelerazione, che portarono ai richiami in officina del 2009-2010. Dopo quell'episodio, Toyota decise che la musica doveva cambiare: di fronte al sospetto di qualsiasi malfunzionamento, ora scattano subito i controlli.