Il governo tedesco alle prese con la recessione oltre che con i trattori
La protesta degli agricoltori contro lo stop agli aiuti di Stato è la sconfitta di Scholz, della strategia green della Ue e deve insegnarci molte cose
Migliaia di agricoltori tedeschi da lunedì stanno bloccando Berlino con i loro trattori, mobilitandosi contro il progetto di eliminare i benefici fiscali per la loro professione e chiedendo le dimissioni del governo. Questo raduno di agricoltori nel cuore della capitale tedesca vuole essere il culmine di una settimana di manifestazioni nazionali del mondo agricolo, che il governo di Olaf Scholz teme si estendano al resto della società. Davanti alla Porta di Brandeburgo, migliaia di contadini hanno accolto con fischi il ministro delle Finanze Christian Lindner, definendolo «un bugiardo» e ordinandogli di «andarsene» mentre parlava dal palco allestito per l’occasione.
Iniziata una settimana fa, la grande mobilitazione degli agricoltori ha avuto origine dall'annuncio, lo scorso dicembre, di una riduzione dei sussidi al settore a causa di un richiamo all'ordine da parte dei giudici costituzionali relativo alle rigide regole di bilancio della Germania. Di fronte alle proteste del settore, la coalizione di governo composta da socialdemocratici, verdi e liberali ha fatto un po' marcia indietro all'inizio dell'anno. Il ministro delle Finanze Christian Lindner, che si dice vicino agli agricoltori perché è un «
cacciatore», ha detto ai manifestanti (apparsi poco convinti), che «la loro mobilitazione aveva già dato i suoi frutti». In effetti il governo tedesco ha così mantenuto il vantaggio fiscale sugli autoveicoli per la silvicoltura e l'agricoltura, che voleva abolire. Inoltre, ha deciso di eliminare gradualmente e non improvvisamente il vantaggio fiscale per il gasolio agricolo «per dare alle aziende interessate più tempo per adattarsi». Secondo una stima provvisoria della polizia, nella capitale c'erano ben più di 5.000 trattori che hanno bloccato le strade e suonato i loro clacson. Sui veicoli parcheggiati lungo il viale principale di Berlino, Unter den Linden, molti slogan esprimevano la loro sfiducia nei confronti della coalizione tripartita di Olaf Scholz chiamata “semaforo” per via dei colori che simboleggiano i partiti che la compongono. Molti i cartelli dove si leggeva: «Spegni il semaforo, basta così», oppure « Il semaforo deve liberarsi».
Come vi abbiamo raccontato qualche giorno fa l’estrema destra osserva con grande interesse quanto accade: la mobilitazione degli agricoltori aumenta la pressione sul governo, il cui tasso di approvazione non è mai stato così basso. L'estrema destra, in aumento soprattutto nell'est del paese, cerca di approfittare della rivolta dei contadini. In un recente sondaggio condotto dal quotidiano Bild, il 64% dei tedeschi ha affermato che vorrebbe un cambio di esecutivo. Diversi settori, dalla metallurgia all’istruzione ai trasporti, hanno organizzato proteste nelle ultime settimane, in un contesto di crescita lenta e aumento dei prezzi. L’economia tedesca si è contratta dello 0,3% lo scorso anno, secondo i dati diffusi lunedì. A proposito del malcontento gli scioperi dei ferrovieri hanno paralizzato i trasporti la scorsa settimana, mentre i metalmeccanici e i lavoratori del settore pubblico hanno organizzato scioperi a dicembre per chiedere aumenti salariali e nessuno si illude che non ne verranno dichiarati saranno altri. La locomotiva Germania ora è in grossa difficoltà e non è una buona notizia per nessuno in particolare per tutte imprese italiane specie quelle del Nord e Nord-Est, che hanno fatto fortuna grazie al rapporto privilegiato con la Germania.
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