Unicredit-Commerzbank
(Ansa)
Economia

«L’operazione su Commerzbank è un investimento, un test per l’Europa»

Berlino accusa Unicredit di un'operazione ostile, mentre Bruxelles appoggia la manovra. Il Ceo del gruppo bancario italiano, Andrea Orcel, ribadisce la legittimità dell’investimento e apre a più scenari per il futuro del settore bancario europeo

Nuova puntata nella vicenda Unicredit-Commerzbank. L’operazione finanziaria di Piazza Gae Aulenti in Germania ha acceso una battaglia, non solo economica. Berlino si è barricato nel suo protezionismo, mentre Bruxelles ha avvallato la mossa di Unicredit. E di dichiarazione in dichiarazione oggi sono arrivate anche le parole del Ceo del gruppo italiano che ha definito l’operazione come “un investimento, non un offerta” e un "test di prova per l'Europa”, sottolineando la volontà di mantenere un dialogo aperto con tutte le parti coinvolte.

Andrea Orcel, intervenendo alla 29esima Financials Ceo Conference di Bank of America, ha precisato che si tratta “semplicemente” di un investimento, che potrà essere mantenuto, aumentato o ridotto a seconda delle necessità. Nonostante le tensioni politiche, ha ribadito di non voler ottenere un posto nel Consiglio di amministrazione di Commerzbank, poiché considera inappropriato che un concorrente bancario abbia un'influenza diretta su un altro istituto. Sono tre le strade aperte ora secondo Orcel: “Rimaniamo così e aiutiamo Commerzbank a cristallizzare il valore inespresso che crediamo ci sia; troviamo il modo di fare una cosa più grande, ma per farlo entrambe le parti devono volerlo o se tutto questo non funziona vendiamo, auspicabilmente nel nostro capitale tornerà di più di quanto ne sia uscito e lo distribuiremo agli azionisti”.

L'acquisizione dell'11,5% delle azioni di Commerzbank da parte di Unicredit dopo quelle già in possesso potrebbe portare il colosso bancario italiano quasi al 30%. Questo ha acceso il dibattito, la battaglia. Berlino ha reagito molto duramente, con il premier Olaf Scholz che ha definito la manovra un "atto ostile, non amichevole" e ha accusato Unicredit di non aver coinvolto adeguatamente il governo tedesco in un dialogo preventivo. Addirittura, si sta ipotizzando un intervento legislativo che blocchi operazioni simili in futuro.

Dall’altra parte la Commissione Europea ha invece dato il suo via libera all’operazione, confermando che tali manovre rientrano pienamente nelle regole del mercato unico. Bruxelles ha sottolineato che eventuali restrizioni o blocchi da parte del governo tedesco dovranno essere giustificati da motivazioni specifiche, come la sicurezza nazionale, rendendo difficile per Berlino un’azione diretta per fermare l'operazione. Ancor di più. La portavoce della Commissione, Veerle Nuyts, ha aggiunto che fusioni e acquisizioni nel settore bancario europeo contribuiscono alla resilienza delle banche di fronte agli shock economici e favoriscono la digitalizzazione e l'efficienza operativa.

L'operazione, che vale circa 3,9 miliardi di euro, rappresenta una delle acquisizioni più importanti degli ultimi anni. Orcel ha insistito sulla necessità di mantenere un "dialogo costruttivo" con tutte le parti, compreso il governo tedesco, pur ribadendo che l’investimento è esclusivamente finanziario e non prelude a una fusione totale tra i due gruppi bancari.

In ballo non c’è solo l’esito della vicenda Unicredit- Commerzbank ma il futuro dei rapporti di forza nel sistema bancario europeo e l’intero equilibrio economico tra i Paesi membri. La Bce dovrebbe esprimersi entro fine ottobre e Orcel oggi ha parlato molto chiaramente: “Non abbiamo bisogno di fare qualcosa insieme a Commerbank, non siamo obbligati a farlo. Tutti gli scenari sono aperti, non ce n’è uno che predomina”.

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Cristina Colli