Gianni Versace sul catwalk
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Economia

Versace: la storia del sogno di un sarto bambino

Donatella Versace annuncerà nelle prossime ore la vendita dell'azienda. Probabilmente al designer Michael Kors

È stata la sua prima mini-modella Donatella Versace. Quando Gianni, appena adolescente, iniziava a giocare con fili e tessuti cercando di dare forma al suo universo creativo, era proprio la sorella minore, con i suoi lunghi capelli biondi e il corpo magrissimo, a indossare gonne e corpetti.

Gianni e Donatella

Una simbiosi creativa, umana e artistica durata tutta la vita quella tra Gianni e Donatella Versace e proprio lei, la bambolina bionda che giocava a fare la modella, è stata chiamata a prendere le redini della maison di moda nel luglio 1997 quando Gianni venne ucciso a sangue freddo sui gradini della sua villa a Miami Beach dal pluriomicida Andrew Cunanan.

Ora, 21 anni dopo, Donatella è pronta a mettere in vendita il sogno di quel sarto bambino che è diventato una delle più grandi case di moda che l'Italia abbia mai avuto.

Il sogno del sarto bambino

Del resto la casa di moda Versace è nata così. Erano gli anni '50 quando Gianni, classe 1946, passava i suoi pomeriggi nel laboratorio di sartoria di sua mamma, "La migliore sarta di Reggio Calabria" ricorderà poi.

In quel contesto di donne del sud maestose, dalle scollature prominenti e dalle forme sansuali che si cambiavano nella bottega materna dietro il paravento Gianni getterà le basi per il suo universo femminile fatto di donne sexy e glamour, intelligenti e spudorate. 

A 25 anni Versace arriva a Milano e diventa direttore creativo di una serie di maison facendo gavetta ed esperienza e arrivando nel 1978 a fondare la Gianni Versace che debutta con la prima collezione femminile il 28 marzo.

L'universo creativo firmato Versace

Maestro di colore e sensualità Versace unisce le linee del gotico alle suggestioni classiche, sposa arte, storia e cultura dando luogo ad abiti manifesto di un modo di intendere la vita e l'amore estremo tra lacci, spille da balia e richiami al bondage. 

Da subito Versace dimostra di puntare in alto e apre boutique nel cuore di Milano e New York da via della Spiga alla Fifth Avenue.

Punta al massimo e funziona. Per le sue collezioni sceglie di migliori fotografi al mondo da Richard Avedon a Helmut Newton (storica la frase pronunciata dal fotofrafo dopo essere entrato in contatto con la moda secondo Versace: "Le signore come puttane e le puttane come signore, finalmente!").

Il mito delle super top

Da allora l'ascesa è costante. Viene amato dal jet-set e i suoi front-row sono dei red carpet. E' lui che crea il mito delle super top-model trasformate in icone di se stesse. Porta in Italia Stephanie Seymour, poi Naomi Campbell, Cindy Crawford, Claudia Schiffer e Elle MacPherson.

Sono loro l'iconica manifestazione della bellezza secondo Versace e le sfilate diventano eventi mondiali dove bellezza, lusso e glamour sono i fili che intessono la trama degli stessi abiti prodotti dalla mente geniale di Gianni.

Con lui il made in Italy diventa mito e accanto al collega e rivale Giorgio Armaniportano l'Italia nell'Olimpo dell'arte di vestirsi.

Dopo i trionfi degli anni '80 arrivano i '90 dove la Gianni Versace diventa brand anche di oggetti per la casa che portano l'icona della Medusa ovunque tra prêt-à-porter, couture, accessori, profumi.

Il passaggio di testimone

Quando nel 1997 la vita del fondatore della maison viene spezzata tocca a Donatella prendere le redini del brand e dopo i primi anni incerti Versace ritrova la sua identità dove il glam diventa rock e le star fanno a gara per vestire gli abiti di Donatella. 

Chi pensava che Donatella non fosse in grado di sostenere il peso del genio del fratello è rimasto deluso e il sogno del bambino che voleva fare il sarto è andato oltre la sua morte.

Quello che, però, ha sempre connotato la Versace, fino a oggi, è che si trattava di una "cosa di famiglia" dove la cifra stilistica del brand era garantita dall'artigianalità del pensiero della famiglia cresciuta in Calabria. Cosa succedererà quando anche questo pezzo di storia del made in Italy lascerà la penisola?


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Gianni Versace

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Barbara Massaro