Rakuten si compra Viber (ma in realtà vuole solo i suoi utenti)
Il colosso giapponese dell’e-commerce investe quasi un miliardo di dollari per acquisire una delle più note applicazioni per le chiamate gratuite da cellulare. La tecnologia c’entra poco, il vero obiettivo è l’immensa community di utilizzatori
I messaggini gratuiti non bastano più. Gli utenti del terzo millennio vogliono pure telefonare a costo zero. Potere di Internet e della comunicazione su Ip, ormai strada maestra anche per il traffico da cellulari. Entro il 2017, sottolinea un’indagine firmata Juniper, saranno almeno un miliardo di utenti pronti a scaricare applicazioni Voip per parlare gratuitamente attraverso una connessione Web da telefonino.
Fatte queste premesse si capisce perché Rakuten – una società che si potrebbe sommariamente definire come l’Amazon del Giappone – ha staccato un assegno da quasi 1 miliardo di dollari per acquisire Viber, una delle più note applicazioni per effettuare telefonate e inviare messaggi gratuitamente da cellulare. Una mossa a sorpresa, ma neanche troppo. Gli addetti ai lavori avvertono da tempo: per le realtà che in questi anni hanno seminato nel campo della comunicazione su rete Internet è arrivato il momento di raccogliere i frutti di un lavoro paziente.
300 MILIONI DI MOTIVI
“Sono davvero entusiasta di accogliere Viber nella famiglia Rakuten. Viber offre la qualità più elevata e costante e conveniente messaging e l'esperienza VoIP disponibili”. Non lasciatevi ingannare dalle dichiarazioni del CEO di Rakuten, Hiroshi Mikitani. In tutto questo affare la tecnologia, i brevetti, la qualità delle chiamate c'entrano poco. Ciò che ha ingolosito l’azienda giapponese è ben altro: il numero degli iscritti. In base alle ultime rilevazioni, Viber può contare su un bacino di 300 milioni di utenti registrati, con 100 milioni di account attivi ogni mese. Un'audience straordinaria che qualsiasi società al mondo vorrebbe avere per veicolare i propri messaggi promozionali. Figuriamoci una realtà come Rakuten che opera nell’Internet Economy.
UN MERCATO CHE FA GOLA
Così non è difficile prevedere che quella di Viber sia solo la prima di una serie di acquisizioni che potrebbero cambiare radicalmente lo scacchiere del mercato delle comunicazioni a pacchetto. WhatsApp, WeChat, Line e tutte le altre realtà che come Viber hanno creduto nella possibilità di offrire servizi storicamente offerti a pagamento dagli operatori stanno diventando sempre più appetibili per la loro capacità di aggregare centinaia di migliaia di utenti in tempi molto rapidi. E, coi social network, si candidano a diventare il nuovo bacino di distribuzione per le offerte digitali. Che non significa solo pubblicità online, ma anche giochi, contenuti, beni reali e virtuali. Facebook e Google sono avvisate, insomma. Non sono le sole realtà che stanno costruendo un mondo virtuale da vendere a persone reali.