Voucher, cosa cambia dopo l'abolizione
Liberalizzazione dei contratti a chiamata e carte prepagate per pagare le colf e le badanti. Cosa rimpiazzerà i buoni-lavoro
“Daremo nuove regole al lavoro occasionale”. E' la promessa fatta dal ministro del welfare, Giuliano Poletti, che oggi è tornato a parlare dei voucher, i buoni-lavoro che il governo ha deciso di abolire nel marzo scorso, per evitare un referendum abrogativo indetto dalla Cgil.
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Resta ancora da capire, però, come potranno essere remunerate tutte le prestazioni saltuarie che, fino ai mesi scorsi, venivano pagate coi voucher. La risposta si avrà probabilmente a breve, quando verranno approvati alcuni emendamenti alla manovra economica-bis messa in cantiere dal governo per correggere i conti pubblici. All'interno di questa manovrina di primavera, ci saranno alcuni provvedimenti che, proprio per rimpiazzare i voucher, potenziano l'uso del lavoro a chiamata e introducono una nuova carta elettronica di pagamento che servirà solo per le colf e le badanti. Ecco, di seguito, una panoramica sui cambiamenti in arrivo.
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Il contratto a chiamata
Il contratto di lavoro intermittente (detto anche a chiamata o job on call, per usare l'espresione inglese) è una forma di assunzione con cui un dipendente viene convocato in servizio solo in caso di necessità e viene pagato esclusivamente per le ore che svolge. Questo tipo di inquadramento può prevedere anche una paga-base (non inferiore al 20% dello stipendio-pieno) corrisposta indipendentemente dalle ore svolte, se il lavoratore a chiamata dà la sua disponibilità a entrare in servizio non appena viene convocato dall'azienda.
Meno vincoli
Attualmente i contratti di lavoro intermittente sono soggetti a rigidi vincoli poiché non possono essere usati per più di 400 giornate lavorative nell'arco di 3 anni e sono riservati a due categorie anagrafiche: i giovani con meno di 24 anni e i disoccupati con più di 55 anni. Proprio per colmare la lacuna provocata dall'abolizione dei voucher, il governo e la maggioranza del Parlamento sembrano intenzionati a rendere un po' più larghe le maglie di questi contratti. Nello specifico, l'utilizzo del job on call verrà esteso a tutti i lavoratori senza più vincoli anagrafici mentre dovrebbe rimanere il tetto delle 400 ore.
La carta prepagata
Un contratto di lavoro simile a quella dei voucher dovrebbe rimanere in piedi soltanto per le colf e le badanti, quando vengono chiamate a svolgere prestazioni saltuarie e non continuativa. Sarà creata una speciale carta elettronica prepagata nominativa e intestata al collaboratore domestico, su cui verranno accreditati i pagamenti delle sue prestazioni. La carta (a differenza dei voucher) sarà personale e ricaricabile dal datore di lavoro attraverso un sistema telematico predisposto dall'Inps.