Facebook vuole una flotta di droni. Obiettivo: conquistare internet
Il social network sta per acquisire Titan Aerospace per 60 milioni di dollari. Per riempire la stratosfera di aero-droni per portare internet nelle regioni più povere
È naturale che in questi giorni si torni a parlare di guerra fredda. Dopo l’esasperazione della situazione ucraina, Stati Uniti e Russia si ritrovano un’altra volta a contendersi il ruolo di potenza internazionale e il mondo intero attende ansioso di capire se la situazione sia destinata o meno a degenerare.
Ma c’è un’altra guerra fredda in via di sviluppo, riguarda anch’essa due superpotenze ma non ha i connotati della tradizionale tensione geopolitica. Le due superpotenze sono Google e Facebook e la tenzone va avanti da qualche tempo a furia di acquisizioni. Dopo che Google ha scucito fior di milioni per rilevare aziende specializzate in robotica e intelligenza artificiale , ora Facebook è in procinto di comprarsi la Titan Aerospace , un’azienda specializzata in aero-droni capaci di orbitare a 20 chilometri dalla crosta terrestre per 5 anni senza l’intervento dell’uomo.
Nello specifico, quello che interesserebbe a Facebook sarebbe mettere le mani sui modelli Solara 50 e Solara 60, dei velivoli autonomi enormi (il diametro è di 50 metri) dotati di celle solari grazie alle quali sono in grado di alimentarsi e viaggiare in modo continuato attorno alla terra, svolgendo funzioni analoghe a quelle per cui oggi sono utilizzati i tradizionali (e più costosi) satelliti.
Ora, un surrogato di satellite di questo tipo può essere utilizzato per diverse cose, tra cui la monitorazione ambientale, l’imaging terrestre e la comunicazione. Naturalmente, a Facebook interessa l’ultima, e la ragione è piuttosto chiara. Da qualche tempo, Zuckerberg e soci hanno lanciato un progetto, Internet.org , volto a rendere internet accessibile a quei 4,3 miliardi di individui che ad oggi ancora sono tagliati fuori dall’infosfera.
Disperdendo migliaia di questi velivoli sopra la troposfera, Facebook sarebbe nelle condizioni di offrire una minima connessione in quelle regioni in cui, per ragioni economiche e logistiche, al momento risulta impossibile offrire una connettività a prezzi abbordabili. Dimenticate la banda larga, un connettività simile non consentirebbe probabilmente nemmeno di condividere in tranquillità immagini e video; in compenso, sarebbe sufficiente per i servizi di messaggistica (qualcuno ha detto WhatsApp? )
Se questa acquisizione venisse confermata, Facebook andrebbe a mettersi in diretta competizione con Google, da un lato perché avrebbe un’alternativa assai più fattibile del Project Loon di Big G, dall’altro perché comincerebbe a coltivare un proprio parco droni.
Ma attenzione, se a Menlo Park hanno deciso di scucire 60 milioni di dollari (noccioline, in confronto ai 19 miliardi sborsati per WhatsApp) per la Titan Aerospace non è per ragioni di filantropia, la cosa più probabile è che Facebook voglia crearsi da zero nuovi utenti, ottenendo in questo modo un certo grado di fidelizzazione e di potere in un secondo tempo “vendere” loro i propri servizi. A pensarci bene, è una strategia molto simile a quelle messe in atto ai tempi dell’imperialismo.