Droni contro mongolfiere: Google e Facebook si sfidano nei cieli
Similitudini e differenze dei progetti di Mark Zuckerberg e Larry Page per portare la rete a tutti. Regimi autoritari permettendo
Lavorano assieme senza nemmeno saperlo. Anche se Google e Facebook portano avanti i rispettivi progetti per portare internet ovunque, in realtà hanno lo stesso fine. All’inizio del mese Facebook ha annunciato di star sviluppando una propria serie di droni per portare internet in zone finora non coperte. L’obiettivo è principalmente quello di superare le barriere naturali e abbattere i normali costi di produzione, installazione e gestione di ripetitori, per consentire a chiunque di connettersi in rete. L’abbattimento del digital divide passa inevitabilmente per uno sconto con gli altri big del settore coinvolti in progetti paralleli, proprio come Google con il suo Project Loon . Lo scorso venerdì Zuckerberg ha presentato un documento più dettagliato sulla proposta, mettendo nero su bianco i motivi per cui i droni sarebbero una soluzione migliore dei “palloni”, spiegando dove è possibile arrivare con tale tecnologia. In realtà i due competitor sono più simili del previsto. Vediamo perché.
Come il Project Loon di Google, quello che è stato chiamato Dronebook (in maniera non ufficiale) dovrebbe essere in grado di rendere ogni parte del mondo (o quasi) “navigabile” dalla rete internet, riempiendo i buchi che ci sono attualmente (qua la mappa prodotta da ExtremeTech ) attraverso una flotta di droni che fa rimbalzare il segnale prendendolo comunque dai satelliti esistenti. Due terzi della popolazione mondiale non può connettersi al web per evidenti problemi infrastrutturali, ma non solo. La bassa densità di popolazione, la povertà, le zone impervie o alti livelli di controllo socio-politico sono le cause principali delle zone “non colorate” dai segnali di internet all’interno della mappa.
Facebook vuole drasticamente cambiare la situazione, scommettendo su un tipo di tecnologia che può fare il lavoro dell’uomo in modo migliore, cercando di fuggire ad alcune delle cause indicate sopra. I punti chiave dei droni di Facebook sono chiari:
- L’energia solare permette ai velivoli di rimanere in aria per un tempo maggiore rispetto alla concorrenza (come le mongolfiere di Google)
- A differenza dei palloni, che possono soffrire le attività atmosferiche, i droni possono fermarsi per un certo periodo sopra una certa zona, senza andare oltre, anche a quote più basse fino a quando il tempo migliora
- I droni, molto più piccoli e maneggevoli, possono ricevere assistenza più veloce rispetto ad oggetti, come le mongolfiere, che richiedono una logistica più ampia (in primi di sicurezza pubblica)
Per il resto i due progetti di Facebook e Google sono molto simili. Entrambi utilizzeranno la stessa altezza atmosferica (circa 60.000 piedi) e tutti e due hanno lo stesso obiettivo di abbattere i costi per ridurre il digital divide, tenendo presente non solo i motivi economici ma anche socio-politici. Quello che resta da capire è se potranno essere attuati entrambi, magari in tempi diversi, o se il permesso di volare sopra le nostre teste verrà dato solo ad uno dei due soprattutto quando si tratterrà di sorvolare cieli “difficili” come quelli turchi, cinesi e nordcoreani.
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