I favoriti al premio Nobel per la letteratura 2014
Secondo i bookmaker lo scrittore kenyota è il vincitore più probabile. Ma nelle quote salgono Peter Handke e Ismail Kadare
Chi sarà la scrittrice o lo scrittore vincitore del Nobel per la letteratura 2014? Il premio sarà assegnato giovedì 9 ottobre all'ora di pranzo. Ma i bookmaker inglesi stanno raccogliendo le scommesse: ecco su chi puntano. Aggiorneremo la lista mano a mano che la classifica dei favoriti cambia.
Patrick Modiano ha vinto il Nobel per la letteratura 2014
Gli italiani i più quotati sono Dacia Maraini e Umberto Eco. La quotazione è di 33 a 1, un punteggio comunque piuttosto basso. Più il primo numero si avvicina a 1, maggiori sono le probabilità di vittoria secondo i bookmaker. Quindi, nel caso di un poco probabile successo di Eco o Maraini, lo scommettitore guadagnarebbe 33 volte la cifra puntata.
Crollano le quotazioni di Milan Kundera, quotato solo 25 a 1. Il romanziere di L'insostenibile leggere dell’essere è nato nel 1929 a Brno, oggi Repubblica Ceca, ma da molti anni vive in Francia e dal 1981 è cittadino francese. Anche i suoi ultimi romanzi, da La lentezza (1995) in poi, sono scritti in francese.
Arretra anche la grande scrittrice statunitense Joyce Carole Oates: quotata 16 a 1 classe 1938. Anche lei è una habitué della candidature al Nobel per la letteratura. Autrice assai prolifica sin dal 1963: la sua bibliografia di narrativa è sterminata. In Italia nel 2014 sono uscite le traduzioni di due suoi romanzi, La donna del fango e Ragazza nera ragazza bianca, entrambi pubblicati da Mondadori.
A quota 14 a 1 c’è Assia Djebar. Anche lei poco nota in Italia, è probabilmente è la più importante autrice araba vivente. Algerina, nata nel 1936, scrive in francese. Da sempre attenta paladina della difficile condizione femminile nei paesi islamici. Fra i suoi libri in catalogo in Italia: Donne d'Algeri nei loro appartamenti, Nel cuore della notte algerina, Lontano da Medina, tutti editi da Giunti.
Sempre a quota 14 ecco un altro outsider: lo scrittore ungherese Pèter Nàdas. Romanziere raffinato, in Italia è molto sottovalutato, per non dire sconosciuto ai più. Da noi ha pubblicato i suoi romanzi per l'editore Zadonai (Amore, Minotauro) e per Dalai (Libro di memorie).
Da alcuni giorni sono in salita le quotazioni di Peter Handke. Lo scrittore austriaco ha raggiunto quota 12. Sperimentatore della narrativa, poeta, saggista, sceneggiatore (per il teatro ma anche per il cinema: Il cielo sopra Berlino con Wenders), Handke ha pubblicato in Italia decine e decine di titoli. Il suo romanzo più famoso, e forse anche il migliore, resta Infelicità senza desideri (Garzanti), scritto nel 1971. Handke è tuttavia un nome controverso per le prese di posizione decisamente antioccidentali espresse durante le guerre jugoslave degli anni '90 e nell'orazione funebre da lui tenuta per il presidente serbo Milošević, accusato di crimini contro l'umanità.
Resiste il romanziere statunitense Philip Roth (USA), classe 1933, eterno candidato a un Nobel sempre promesso e mai vinto. Oramai Roth è in pensione: nel 2012, a 79 anni, ha infatti annunciato che non scriverà altri libri. Quotazione: 12 a 1.
Ex aequo con Handke e Roth, c’è il drammaturgo Jon Fosse. Norvegese, nato nel 1959, romanziere e genio del teatro europeo considerato dalla critica alla stregua di un Ibsen contemporaneo. Proprio il suo più illustre collega e compatriota, Ibsen, è uno dei grandi che non vinsero mai il Nobel. In Italia i romanzi di Jon Fosse come Melancolia e il brevissimo Insonni sono editi da Fandango. Anche per Fosse la quotazione è 12 a 1.
Scorrendo la classifica verso l'alto troviamo il poeta siriano Adonis. Nato nel 1930, ha come vero nome Ali Ahmad Sa'id, ma lui sin da ragazzo firma i versi con il nome greco e fenicio di Adone, per rivendicare l'identità pre-Islamica della sua letteratura. Scrive poesie in lingua araba. Pacifista ed esule dalla Siria, vive in Francia dal 1980. Chi volesse avvicinarsi alla sua opera può provare con Memoria del vento (Guanda) o Ecco il mio nome (Donzelli). Quote: 10 a 1.
Alla stessa quota di Adonis entra lo scrittore albanese Ismail Kadare, altro candidato storico al Nobel. 78 anni, già vincitore del primo Man Booker International Prize nel 2005 (premio poi assegnato anche a Roth e ad Alice Munro, che vinse il Nobel nel 2013). Il libro di Kadare più venduto rimane quello dell'esordio, Il generale dell'armata morta. Ma noi ci permettiamo di consigliare almeno anche altri quattro romanzi: L'occhio del tiranno, Chi ha riportato Doruntina?, Aprile spezzato e Il palazzo dei sogni.
10 a 1 è la quotazione anche per il francese Patrick Modiano, che in questi giorni sta guadagnando molti proseliti fra gli scommetitori. Fra i suoi romanzi, spesso ambientati nella Parigi del passato, possiamo consigliare Dora Bruder (Guanda), Nel caffé della gioventù perduta (Einaudi), Un pedigree (ancora Einaudi), Riduzione di pena (Lantana).
Passiamo al podio dei favoriti. In terza posizione c'è Svetlana Alexievich è quotata 6 a 1. Saggista e giornalista bielorussa, in esilio volontario dal 2000, ha narrato nei suoi libri i drammi della storia dell'Unione Sovietica e del suo crollo: la guerra in Afghanistan (Ragazzi di zinco, edito da e/o), Cernobyl (Preghiera per Cernobyl, e/o), la fine del comunismo (Incantati dalla morte, ancora e/o), la nascita della "Nuova Russia" (in Tempo di seconda mano, Bompiani).
Al secondo posto Murakami Haruki. La sua vittoria è pagata dai bookmaker "solo" 9 a 2. Finora i buoni pronostici non hanno portato fortuna al romanziere giapponese. Che sia la volta buona?
Nella classifica dei possibili vincitori al primo posto sale Ngugi Wa Thiong'o, autore keniota di romanzi, poesie, opere teatrali. Come molti suoi colleghi candidati al Nobel, anche lui ha avuto seri problemi con la censura politica del suo paese (è stato in prigione, in esilio, è scampato a un omicidio). Ha esordito scrivendo in inglese ma la maggior parte dei suoi testi originali sono in gikuyu o swahili, le lingue del Kenya. Sarebbe il secondo Nobel letterario assegnato all'Africa nera: il primo e unico, finora, è andato nel 1986 al drammaturgo nigeriano Wole Soyinka (che però scriveva in inglese). In Italia i libri di Ngugi Wa Thiong'o sono editi da Jaca Book: Sogni in tempo di guerra, Un chicco di grano, Petali di sangue (gli ultimi due davvero difficili da trovare, per ora). Thiong'o ha sorpassato Murakami ed è quotato 7 a 2.