I genitori separati senza diritti a Natale
Niente Natale per chi vive separato e in un comune diverso da quello dei figli. Ma c'è chi annuncia battaglia
Natale con i tuoi? Sì, no, forse, vedremo…
Già perché con il secondo lockdown - diversamente gradato da regione a regione secondo il criterio dell'incidenza epidemiologica dei diversi territori - è stato emanato un ennesimo DPCM in data 3 dicembre che rischia di spegnere ogni speranza al tradizionale rito del raduno parentale intorno all'albero di Natale. Di fatto non vietandolo espressamente ma proibendo, per quei giorni di festa, spostamenti fuori Comune, di modo che se hai la madre nel paese vicino entrambi si è condannati a trascorrerlo da soli.
E se già questo è un grosso problema nelle famiglie cosiddette 'normali', figuriamoci in quelle separate con figli minori.
Nel DPCM emesso il 3 dicembre (la cui lettura vi risparmio essendo lungo 28 pagine, con richiami a tutti gli altri decreti emessi a nastro dal marzo scorso, oltre 289 pagine di allegati, compresi grafici epidemiologici e ampia bibliografia) non vi è traccia su cosa possano o non possano fare i genitori separati per poter vedere i propri figli, conviventi con l'ex, nonostante nei giorni scorsi si sia parlato di una possibile "deroga" ai divieti di trasferimento in determinate situazioni.
Deroga che nel testo, purtroppo, non compare ed allora si dovrà giocoforza fare riferimento a quanto deciso dai Tribunali nel precedente lockdown. Se poi permanessero ancora dubbi o resistenze, occorrerà presentare ricorsi d'urgenza per evitare derive arbitrarie, ahimè già sperimentate nel recente passato, che hanno visto schiere di genitori arrendersi di fronte ai "sequestri" di bambini con l'alibi della pandemia ("mi spiace, non puoi venire a prenderlo, è vietato" " il bambino non vuole venire con te in città ed in ogni caso non esce da questa casa: se vuoi puoi salutarlo in videochat"). E fa niente se poi, dopo mesi di tira e molla, il figlio non gradisca davvero più vedere il povero genitore "non collocatario". E fa niente se poi qualche Giudice, a frittata fatta, decida che quel bambino sia meglio affidarlo "in via superesclusiva" alla madre perché il padre ha osato insistere in modo "vigoroso" per avere il bambino con sé.
Paradossi del sistema di cui dobbiamo prendere atto.
Problema nel problema è che i provvedimenti emessi per dirimere la questione " divieti di spostamenti in lockdown" non sono stati affatto univoci visto che nel capoluogo meneghino, ad esempio, il diritto a vedere i figli confluiva in una situazione di necessità che legittimava lo spostamento sul territorio, mentre in quello partenopeo, sempre a titolo di puro esempio, si è ritenuto che "le visite con il genitore non collocatario debbano essere sospese, garantendo allo stesso tempo la frequentazione da remoto a mezzo di videochiamata con cadenza quotidiana, secondo l'orario che i genitori decideranno".
Dunque, cari genitori separati, preparatevi alla seconda battaglia di questo terribile anno 2020.
Lo dico perché purtroppo, oltre alle oscillazioni dei singoli Tribunali sul concetto di 'spostamento necessario', il vero scoglio sarà, ieri come oggi, la virulenza del genitore oppositivo alle visite, pronto a sfoderare tutte le sue arti manipolatorie pur di sottrarre all'odiato ex il diritto di stare con i figli.
Se il primo lockdown aveva sgretolato i già fragili rapporti familiari tra coniugi separati, quello che si profila con il secondo, varato per bloccare gli assembramenti in vista delle festività natalizie, rischia di causare uno tzunami di devastante portata.
Dopo un anno bisestile piagato dalla pandemia, dall'isolamento e dalla crescente disoccupazione, il vero rischio per i padri negati (ma in minor misura questo vale anche per talune madri) è quello di non reggere anche alla privazione del diritto di stare con i propri figli durante le feste di Natale.
E se i Re Magi dovranno prudentemente fermarsi a debita distanza dalla capanna di Gesù bambino, non è detto che i comuni mortali possano accontentarsi di rimanere rintanati lontani dagli affetti, sperando in una caritatevole videoconference con gli auguri da remoto.
Non è giusto e non è accettabile.
Luis Sepulveda, che cito non a caso visto che si è spento a Oviedo il 16 aprile 2020 proprio per i postumi del Covid-19, ci ha insegnato che "Un vero ribelle conosce la paura ma sa vincerla".
Il mio consiglio a questi genitori è quindi non darsi per vinti, non cedere alla paura di commettere infrazioni e fare tutto quanto necessario per recarsi a prelevare o visitare i propri figli secondo la regolamentazione in atto (senza dimenticarsi di mettere in tasca una copia della sentenza o dell'accordo di separazione) atteso che, a prescindere dal DPCM, tale diritto prevale su qualsiasi restrizione governativa.
Ed in caso di conflitto con l'altro genitore l'ulteriore mio consiglio è attivarsi immediatamente presso l'autorità giudiziaria per impedire l'arbitraria sospensione delle visite.
Anche perché, tra pochi giorni, vuoi per il Coronavirus vuoi per le imminenti festività, la Giustizia subirà inevitabilmente una brusca frenata.
Con buona pace dei diritti genitoriali.
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