La Giudice di Catania ci porti a nuovi limiti per la giustizia sulla politica
La decisione di una sola persona non può e non deve bloccare il lavoro dell'esecutivo, di qualsiasi cosa si tratti, di qualsiasi partito sia il governo
Per capire la portata del problema aperto dalla decisione del Giudice di Catania che ha dichiarato «illegittimo» un decreto del Governo facciamo un giochino, di fantasia. Siamo nel 2090 e l’Italia è ancora una democrazia. Le elezioni politiche vengono vinte dal neo ritornato Partito Comunista Italiano. Una vittoria schiacciante per il partito che ha riportato d’auge la bandiera rossa con la Falce ed il martello: 90% dei seggi. Una maggioranza quasi bulgara. E così al primo consiglio dei ministri ecco il decreto legge che introduce la Tassa Patrimoniale del 20% sui ricchi patrimoni, sopra ai 200 mila euro, norma annunciata in campagna elettorale e vero cavallo di battaglia del partito.
Un miliardario, Mario Rossi, fa ricorso contro il decreto. Un giudice del Tribunale di Pincopallo lo accoglie, definendo illegittimo il provvedimento dell’esecutivo. Nelle motivazioni il giudice scrive: «Il patrimonio del sig. Rossi è già stato tassato dallo Stato fino al 50%. Ogni ulteriore prelievo è così ritenuto illegittimo ed anticostituzionale…». Da quel momento tutti i «Paperoni» del paese presentano identico ricorso, forti del precedente del giudice di Pincopallo ed il provvedimento del Governo diventa carta straccia…
La sintesi? Basta un giudice per fermare il governo, per andare contro la volontà popolare e democratica.
È questo che lascia la vicenda di Catania. Mentre oggi diversi giornali si divertono a raccontarci chi è il giudice che ha bloccato il decreto sui migranti del Governo Meloni scoprendo (ma tu guarda il caso) le sue simpatie pro-migranti ed anti-salviniane con like messi qua e là sui social ci si dimentica il nocciolo della questione.
Quali sono i limiti del potere giudiziario? Dove finisce e dove comincia quello della politica, del Parlamento o dell’esecutivo? È evidente che quanto successo in questi giorni dimostra che così com’è le cose non funzionano e non possono funzionare. E la soluzione non è di certo da trovare in un’ulteriore indebolimento della politica, anzi. Serve l’esatto contrario. Nella democrazia i politici, il parlamento, sono la massima espressione della volontà popolare. Diamo più forza e potere a questo, a noi stessi. E le cose cambieranno, in meglio.
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