Guterres a Kazan: pace o tradimento? L’ONU sotto accusa per l’incontro con Putin
La scelta del Segretario Generale di partecipare al Summit BRICS infiamma Kiev: «Una cattiva scelta che legittima un criminale di guerra e compromette la reputazione dell’ONU».
L’incontro tra António Guterres e Vladimir Putin, il primo dal 2022, si è svolto in margine al Summit BRICS a Kazan, scatenando subito un mare di polemiche. La scelta del Segretario Generale dell’ONU di volare in Russia, declinando mesi prima l’invito al Forum per la Pace in Svizzera, ha fatto alzare sopracciglia e innescato una serie di critiche, in particolare da Kiev. Per l’Ucraina, si è trattato di una “cattiva scelta” che getta ombre sulla neutralità dell’ONU. Ma perché tanto clamore?
Nel suo intervento, Guterres ha rivolto un accorato appello ai leader del BRICS, sottolineando l’urgenza di riportare la pace in alcune delle aree più tormentate del pianeta: Gaza, Libano, Ucraina e Sudan. «Abbiamo bisogno di pace su tutti i fronti», ha dichiarato con forza, richiamando l’importanza di una soluzione giusta per l’Ucraina, basata sulla Carta dell’ONU e le risoluzioni dell’Assemblea Generale. Tuttavia, non tutti sono rimasti impressionati dalle sue parole.
Vladimir Putin, impassibile durante il discorso di Guterres, ha poi risposto senza mezzi termini, accusando l’Occidente di cercare di infliggere una “sconfitta strategica” alla Russia, obiettivo che ha definito “illusorio”. Con il consueto tono deciso, Putin ha rimarcato che chi crede di poter sconfiggere la Russia ignora la sua storia e la sua capacità di resistenza forgiata nei secoli.
Tra i temi più rilevanti dell’incontro, la sicurezza nel Mar Nero ha occupato una posizione centrale, data la sua cruciale importanza per il traffico mercantile globale. Guterres ha sottolineato come «a libertà di navigazione nel Mar Nero sia essenziale per l’intera comunità internazionale», evidenziando che le interruzioni in questa regione hanno già provocato gravi conseguenze, specialmente nei Paesi più vulnerabili. Sebbene su questo punto sia Guterres sia Putin sembrassero condividere la stessa preoccupazione, sono rimaste tuttavia notevoli differenze su come garantire efficacemente la sicurezza della zona.
Uno degli aspetti più controversi del summit è stata la scelta di Guterres di partecipare all’incontro con il presidente russo a Kazan, dopo aver declinato quello del Forum per la Pace in Svizzera, che aveva visto la partecipazione di molti leader mondiali impegnati a risolvere il conflitto ucraino. Secondo Interfax-Ukraine, il Ministero degli Esteri ucraino non ha esitato a criticare aspramente questa scelta, definendo Putin “criminale di guerra”. In un post su X, riferendosi alla decisione di Guterres, ha dichiarato: «Una cattiva scelta che danneggia la reputazione dell’ONU».
E così, Kiev ha messo in forte dubbio l’imparzialità del Segretario Generale, nonostante le spiegazioni fornite dalle fonti ufficiali dell’ONU, che avevano giustificato la sua assenza in Svizzera a causa di impegni diplomatici improrogabili. Tuttavia, la partecipazione di Guterres al summit di Kazan ha fatto emergere ulteriori critiche, con l’Ucraina che ha sollevato questioni sulla trasparenza e l’equilibrio delle sue scelte in un momento di così grande tensione internazionale.
Ad infiammare ulteriormente le polemiche è stato l’incontro di Guterres con il presidente bielorusso Aleksandr Lukašenko, stretto alleato di Mosca nel conflitto ucraino. Questo colloquio ha suscitato nuove critiche verso il Segretario Generale, accusato di eccessiva indulgenza nei confronti di leader ritenuti responsabili di alimentare il conflitto. Guterres, tuttavia, ha difeso la sua scelta, ribadendo l’importanza del dialogo anche con leader controversi, insistendo sul fatto che il rispetto del diritto internazionale rimane una priorità per garantire la stabilità regionale.
Non sono mancati i tentativi dei media russi di gettare ulteriori ombre sulla condotta politica di Guterres. Fonti vicine al Cremlino hanno insinuato che il Segretario Generale potrebbe in futuro ambire a ruoli in aziende russe come Gazprom o Rosneft. Tuttavia, queste voci, interpretate come parte di una campagna di disinformazione, sono state prontamente smentite dall’ONU, che ha ribadito la neutralità di Guterres e il suo impegno come mediatore internazionale.
Il Summit BRICS, con i suoi 36 leader mondiali, ha rappresentato una piattaforma cruciale per discutere questioni di sicurezza globale e cooperazione economica. Durante il suo intervento, Guterres ha esortato i Paesi a collaborare «come una grande famiglia» per affrontare temi particolarmente delicati in un contesto di conflitti e divisioni geopolitiche, come la crisi alimentare e la sicurezza energetica. Il Segretario Generale ha anche ribadito che la cooperazione è l’unica via per superare le sfide del nostro tempo e garantire una pace duratura.
Nonostante la partecipazione di Guterres abbia aperto nuovi canali di dialogo, ha inevitabilmente polarizzato l’opinione pubblica, sollevando interrogativi sulla sua neutralità e sul suo ruolo. Questo ha acceso il dibattito sul futuro della sua leadership diplomatica e sulle conseguenze per la reputazione dell’ONU. Il paradosso è che, pur tentando di promuovere pace e cooperazione internazionale, il confronto con figure come Putin ha finito per alimentare critiche e sospetti. Resta da vedere se questa strategia di dialogo con “gli antagonisti” rafforzerà la credibilità dell’ONU o, al contrario, ne intaccherà ulteriormente la fiducia, in un momento in cui l’organizzazione è già sotto pressione.