Israele-Gaza: hacker cinesi dietro i problemi di Iron Dome
Tra il 2011 e il 2012 la “Comment Crew” governativa avrebbe rubato gli schemi dello scudo costruito con gli USA. E se li avesse venduti ad Hamas?
Ci sarebbe il team di hacker cinesi “Comment Crew” dietro la violazione informatica che ha portato alla fuoriuscita di documenti classificati del governo israelita. A rivelarlo è una ricerca dei “Cyber Engineering Services”, i cui esperti di sicurezza hanno scoperto che tra il 10 ottobre del 2011 e il 13 agosto del 2012, varie compagnie legate allo sviluppo di Iron Dome hanno subito attacchi informatici, tutti collegati agli stessi hacker. Elisra Group, Israel Aerospace Industries e Rafael Advanced Defense Systems, coinvolte nella realizzazione della “cupola di ferro”, hanno registrato l’intrusione verso la fine del 2011 (anche se solo la Israel Aerospace Industries l'ha confermata), evidenziando un furto di circa 700 file, pari a 762 MB di informazioni sensibili e strettamente riservate.
L’obiettivo era studiare le modalità di costruzione di Iron Dome, sistema di difesa entrato in servizio nel marzo del 2011, anno della prima cyber-intrusione. Secondo fonti di Tel Aviv, Iron Dome avrebbe intercettato, nei recenti scontri con Gaza, un quinto degli oltre 2 mila missili che i militanti palestinesi hanno indirizzato su Israele, un numero importante ma che non giustifica il miliardo di dollari che il governo degli Stati Uniti ha speso per realizzare l’opera .
Ora il dubbio è lecito? Che ci siano proprio gli hacker cinesi dietro i recenti problemi dello scudo israelita?
Nel febbraio del 2013 la società d sicurezza Mandiant aveva identificato la Comment Crew come parte operativa dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti nel maggio dello stesso anno aveva accusato cinque membri del gruppo per varie azioni di spionaggio informatico. Sarebbero gli stessi hacker che hanno rubato le informazioni dalle tre aziende che hanno lavorato su Iron Dome e che avrebbero potuto rivenderle ad Hamas.
Le informazioni a cui le cyber-spie hanno avuto accesso riguarderebbero le proprietà intellettuali sulla realizzazione dei razzi che permettono ad Israele di mettere fuori uso quelli lanciati dai nemici. Si tratta di una contromossa costruita da Israele assieme agli Stati Uniti e alle aziende IAI e Boeing. Nelle oltre 900 pagine di documentazione sono decritti gli schemi e le specifiche dei missili intercettori, assieme a quelle sulla balistica utilizzata da Iron Dome e dai cosiddetti “UAV”, ovvero i droni, aerei senza pilota capaci di monitorare ma anche lanciare minacce su specifici obiettivi. Non vi sembra strano che proprio negli ultimi tempi Iron Dome abbia avuto problemi nell'intercettare i razzi inviati da Gaza?
Parte dei documenti sottratti è nelle mani del sito investigativo Krebs on Security, che ha condotto un’analisi su come gli hacker avrebbero ottenuto l’accesso ai documenti segreti. A questo punto non è così improbabile che il governo cinese abbia "aiutato" i militanti di Hamas a costruire dei missili in grado di eludere il monitoraggio e abbattimento di Iron Dome. Siamo pur sempre nel campo delle ipotesi ma se anche il MIT ha analizzato la difficoltà di abbattimento di Iron Dome non riuscendo a capire come mai un sistema del genere non riesca a detonare le minacce palestinesi, allora qualcosa potrebbe tornare.
Del resto l’obiettivo di cinesi e dei palestinesi sarebbe lo stesso: da un lato combattere l’avanzata di Israele, dall'altro la supremazia degli Stati Uniti, alleati su tutti i terreni di battaglia, compresi quelli informatici. Chiedetelo all’Iran, i cui politici ricordano ancora Stuxnet, il più pericoloso virus informatico indirizzato ad un governo , uscito proprio dai computer di Israele per spiare la centrale di arricchimento nucleare di Natanz e realizzato grazie al lavoro degli informatici a stelle e strisce.
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