Huawei Watch GT 2, quando l’eleganza incontra il movimento
Il nuovo orologio unisce a un design curato e a una generosa autonomia, doti evolute nel monitorare la salute e l’attività fisica
Agli smartwatch spesso si accompagna un ostacolo strutturale: come possono giostrarsi tra tonnellate di notifiche, diventare un allenatore da polso e monitorare il sonno, se giungono a sera con il fiatone? Se si spengono prima ancora di accompagnarci sotto le coperte? Inoltre, fanno parecchia antipatia, visto che obbligano a tenere in vista o portarsi in viaggio l’ennesimo filo. Già con la generazione precedente, Huawei aveva risolto il problema presentando una linea di prodotti dall’autonomia da record. Un elemento di forza che resta l’architrave del nuovo Watch GT 2 capace, nella versione da 46 millimetri (quella per il momento disponibile in Italia), di raggiungere un tetto teorico di due settimane senza nemmeno sfiorare la presa della corrente. Quella che basterebbe come killer application, è il punto di partenza di un ventaglio di caratteristiche che lo rendono tra i dispositivi più interessanti presenti sul mercato.
Huawei
Bellezza da polso
Intanto, prima della tecnologia di bordo è opportuno parlare dell’estetica. Nonostante il display non sia proprio in miniatura, parliamo di 1,39 pollici, lo schermo è sottilissimo. E nitido, dai colori vividi, pure se osservato sotto la luce del sole. Sembra non avere bordi, grazie a una curvatura ben rifinita che ricorda il nuovo top di gamma della casa cinese, il Mate 30 Pro. Indossandolo, il Watch GT 2 stupisce per la sua leggerezza (il quadrante senza cinturino sta sui 40 grammi, dimenticate i sassi rotondi che opprimevano le braccia in passato). Il peso aumenta in base al cinturino che si decide di abbinargli: quello in metallo titanium grey, in pelle di color marrone oppure in fluoroelastomero, non uno scioglilingua ma un polimero che è un passo sopra la plastica in termini di resistenza. Nei primi due casi, l’eleganza è assicurata, nel terzo si vira verso suggestioni più sportive, che esaltano la vocazione al movimento dell’orologio.
Huawei
Da ufficio e da palestra
La sua anima, in effetti, è duttile. Si pone come una sorta di segretario personale nella vita quotidiana e come un instancabile personal trainer in palestra o durante qualsiasi sport. Ne riconosce e tiene d’occhio ben 15 tipologie, sia all’aria aperta (per fare alcuni esempi: corsa, camminata, escursione, ciclismo, nuoto), che al chiuso (a cominciare dall’allenamento a corpo libero fino a quello con ellittica e vogatore). Ma non è il solito registratore passivo dei nostri movimenti, scruta 190 diverse tipologie di dati e, come un solerte consulente, si preoccupa di analizzarli per noi – così non dobbiamo impazzire tra numeri e statistiche – aiutandoci a capire qual è la nostra forma fisica, se stiamo facendo passi in avanti oppure i nostri sforzi non sono efficaci quanto vorremmo. Se monitora la frequenza cardiaca? Naturalmente sì. E non resta in silenzio: se non siamo sotto sforzo, ci manda una notifica se questa scende sotto i 50 battiti al minuto o supera i 100 per più di 10 minuti. Un campanello d’allarme del fatto che tra ventricoli e dintorni qualcosa potrebbe rischiare d’incepparsi. È personal trainer e anche dottore. E persino psicologo: sa rilevare quanto siamo stressati, invitandoci a darci una calmata. A volte siamo così immersi nel lavoro e nelle ansie quotidiane, che già un gentile avvertimento è una presa di consapevolezza. Come delle condizioni del nostro sonno, che questo oggetto poliedrico sa misurare, giudicare e aiutarci a incrementare. Se non di durata, quantomeno d’intensità e qualità.
Quanto costa
Sempre nella versione da 46 millimetri, l’orologio si aggancia allo smartphone tramite il Bluetooth e dà modo di ricevere ed effettuare chiamate (scorrendo direttamente la rubrica dal quadrante) anche se il cellulare si trova a grande distanza dal nostro polso. In più, ha una memoria che ospita fino a 500 brani in formato mp3, così se il telefonino lo si vuole proprio lasciare a casa quando ci si allena, non bisogna rinunciare a quel doping innocuo chiamato musica. Il processore è il Kirin A1 sviluppato direttamente da Huawei, che è un po’ il direttore d’orchestra di tutti i meccanismi: è lui a elaborare ciascuna delle informazioni dei menu a gran velocità e senza incidere sull’autonomia. Il tutto a un prezzo di partenza di 229 euro, che sale fino a un massimo di 279 in base al cinturino prescelto.