I migliori illustratori italiani: intervista a Mauro Gatti
Prima tappa di questo personale viaggio nel mondo dell'illustrazione Made in Italy
Quando ho deciso di dedicare una piccola parte di questo blog ai migliori illustratori e illustratrici italiani (parere personale), uno dei primi nomi che mi è saltato in mente è stato Mauro Gatti.
Da molti anni ha diviso le sue giornate tra imprenditoria - ha co-fondato l'agenzia Mutado - e l'illustrazione.
Quello che colpisce immediatamente, oltre ad uno stile inconfondibile, è l'immediatezza del messaggio; colori e forme semplici, ma efficaci.
Preferisco non aggiungere altro, lasciando la parola a Mauro.
Descrivi il tuo stile.
Il mio stile si ispira all’illustrazione anni ’60 - ’70, è ricco di personaggi, umorismo, facce sorridenti, ha un tratto semplice ed un effetto “invecchiato” grazie a texture e a contorni ruvidi.
La ricetta per un'illustrazione efficace.
Direi prediligere il messaggio allo stile.
Da qui la mia ricerca di sintetizzazione massima del tratto e delle forme.
Ho subìto il fascino dei lavori di grandi illustratori come Savignac o Yanagihara e mi sono sempre trovato vicino al loro modo di lavorare e comunicare.
Qual è stata la prima persona che ha creduto in te?
So che sembrerà retorico, ma la prima persona è stata mio padre che nei - molti - momenti di difficoltà non ha mai smesso di motivarmi.
Che consiglio daresti a chi volesse intraprendere questa strada?
E quale è stato il consiglio più utile che hai ricevuto?
Io do sempre 3 consigli:
1) Trovare un metodo ed uno stile: bisogna investire sulla creazione di qualcosa che ci identifichi e ci renda unici.
Lo stesso vale per il metodo di lavoro: se non si impara a lavorare secondo alcune regole, difficilmente si potrà competere in un mercato pieno di professionisti.
2) Pensare multicanale: la carta è solo l’inizio; oggi occorre considerare tutte le possibilità che il mercato offre al mondo dell’illustrazione (app, tv, web…)
3) Farsi pagare: Il nostro lavoro ha un valore, non svendiamolo.
Il consiglio più utile è stato “non avere paura di sbagliare”
Capitolo committenti: meglio italiani o esteri?
Se guardiamo alla celerità dei pagamenti direi esteri.
A livello di offerta creativa invece non trovo grandi differenze. Sicuramente l’illustrazione all’estero è inquadrata molto meglio come “categoria creativa” rispetto all’Italia.
Si può vivere tranquillamente facendo l'illustratore?
A questo non saprei rispondere; ho sempre pensato che fosse difficile vivere di sola illustrazione e per questo, anche grazie al mio immenso amore per il mondo digitale, ho creato due carriere parallele.
La mia sensazione è che il mercato dell’illustrazione oggi sia particolarmente vivo (ma anche molto affollato) e, considerando anche lo sfavorevole momento economico mondiale e le particolari condizioni fiscali italiane, vivere di sola illustrazione è una bella sfida.
A livello tecnico, quali sono gli step che ti portano ad una illustrazione completa? Partendo chiaramente dall'idea o dal brief che ricevi da chi ti ha commissionato il lavoro.
Il tempo maggiore lo spendo alla ricerca dell’idea, del concetto che per me è l'aspetto fondamentale.
Dopodiché passo velocemente a schizzare il visual su carta; faccio una fotografia con l’iPhone e trasferisco su computer. Uso la foto come base del disegno che poi realizzo in Photoshop (o Illustrator) curando soprattutto la parte di texturizzazione e colori.
Qual è stato, lavorativamente parlando, il "no" che hai ricevuto e che ti ha fatto crescere maggiormente e il "si" che ti ha cambiato la vita?
Tutti i "no" fanno crescere.
Non ne ricordo uno specifico, ma tanti piccoli rifiuti che ti fanno realizzare quanto spesso il risultato finale (specialmente per un lavoro su commissione) sia frutto di compromessi e di una capacità di saper vendere quello che si fa, non solo di stile e talento.
Invece il "si" che mi ha cambiato la vita è stato il primo, quello che mi ha fatto capire che potevo vendere un’idea nella forma di pixels colorati e guadagnarci dei soldi.
Se avessi "carta bianca" cosa ti piacerebbe illustrare?
Il mio sogno nel cassetto è scrivere ed illustrare libri per bambini… e ci sto lavorando.
Qualcuno ha mai "rubato" una tua illustrazione?
Tu l'hai mai fatto?
Non credo che qualcuno abbia mai preso ed usato una mia illustrazione senza modificarla o, almeno, non che io sappia.
Ho visto alcune volte che le idee venivano solo “rivestite” con uno stile diverso, ma non voglio fare il bodyguard e passare il tempo ad intercettare lavori che “forse potrebbero essere stati copiati”.
Preferisco continuare a diffondere i tre principi di cui parlavo sopra, facendo capire a chi vuole intraprendere questo lavoro che copiare è la via più semplice ma anche quella che porta ad un precipizio professionale.
Io credo di aver “rubato” molto agli illustratori che mi hanno ispirato, cercando però di usare quello che ho imparato per creare un mio stile.
Che influenze credi abbia avuto il tuo stile e quali sono i tuoi maestri di riferimento?
Raymond Savignac, Ryohei Yanagihara e Ed Emberley.
Non potendo più fare l'illustratore, quale sarebbe il tuo "piano B"?
Libri e App per bambini.