Il contributo dei privati all'arte italiana
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Il contributo dei privati all'arte italiana

La quarta puntata di #Truenumbers racconta il reale stato della conservazione del patrimonio artistico del Paese. Con tanti numeri e qualche segreto

Palazzo Barberini, Galleria Nazionale a Roma, la Villa Reale di Monza, museo Egizio a Torino… inizia così la quarta puntata di #Truenumbers, la web serie di approfondimento giornalistico di Panorama Tv visibile qui sopra. Anche l’arte può essere raccontata con i numeri e anche il suo abbandono da parte dello Stato.

Dal 2010 i fondi destinati alla conservazione del patrimonio artistico nazionale calano: non c’è mai stata una manovra finanziaria che abbia deciso di accrescere le risorse per conservare, ristrutturare e promuovere un bene decisivo per far vincere l’Italia nell’arena mondiale del turismo.

Così, dove non arriva lo Stato, arrivano i privati, compreso un soggetto che non t’aspetti e che da anni versa decine di milioni di euro nelle casse del ministero della Cultura proprio per la conservazione del nostro patrimonio. Ogni volta, infatti, che si gioca al Lotto, una parte della spesa va a finanziare grandi opere di restauro e conservazione. Il fatto è, spiega #Truenumbers, che anche queste risorse sono in calo e, a meno che non si staglino all’orizzonte danarosi mecenati pronti a pagare di tasca propria, l’immensa risorsa italiana rischia di deperire.

Ma dove sono andati, in questi anni i soldi del Lotto? L’elenco è lunghissimo: gli Uffizi di Firenze, la Biblioteca Nazionale di Cosenza, la Biblioteca Braidense a Milano, Castel dell’Ovo a Napoli.

 

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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