Il contributo dei privati all'arte italiana
La quarta puntata di #Truenumbers racconta il reale stato della conservazione del patrimonio artistico del Paese. Con tanti numeri e qualche segreto
Palazzo Barberini, Galleria Nazionale a Roma, la Villa Reale di Monza, museo Egizio a Torino… inizia così la quarta puntata di #Truenumbers, la web serie di approfondimento giornalistico di Panorama Tv visibile qui sopra. Anche l’arte può essere raccontata con i numeri e anche il suo abbandono da parte dello Stato.
Dal 2010 i fondi destinati alla conservazione del patrimonio artistico nazionale calano: non c’è mai stata una manovra finanziaria che abbia deciso di accrescere le risorse per conservare, ristrutturare e promuovere un bene decisivo per far vincere l’Italia nell’arena mondiale del turismo.
Così, dove non arriva lo Stato, arrivano i privati, compreso un soggetto che non t’aspetti e che da anni versa decine di milioni di euro nelle casse del ministero della Cultura proprio per la conservazione del nostro patrimonio. Ogni volta, infatti, che si gioca al Lotto, una parte della spesa va a finanziare grandi opere di restauro e conservazione. Il fatto è, spiega #Truenumbers, che anche queste risorse sono in calo e, a meno che non si staglino all’orizzonte danarosi mecenati pronti a pagare di tasca propria, l’immensa risorsa italiana rischia di deperire.
Ma dove sono andati, in questi anni i soldi del Lotto? L’elenco è lunghissimo: gli Uffizi di Firenze, la Biblioteca Nazionale di Cosenza, la Biblioteca Braidense a Milano, Castel dell’Ovo a Napoli.