Immigrazione: anche Banksy contro le politiche europee
A Parigi sono apparsi 7 nuovi murales attribuiti allo street artist più famoso al mondo che torna ad affrontare il dramma dei migranti
Una bimba di colore che copre con una parete rosa una svastica; un topo lanciato verso il cielo a cavallo di un tappo di spumante, un cane "fregato" dal suo stesso padrone e quella metafora di Napoleone il conquistatore che attraversa le Alpi coperto dal burqua.
In tutta la sua potenza espressiva Banksy, lo street artist più famoso del mondo è tornato al lavoro. Questa volta i suoi murales sono comparsi sui muri di Parigi e sono un pugno in faccia contro le politiche europee sull'immigrazione.
Perché Parigi
Nella Parigi ferita dall'Islam radicale, macchiata dai più feroci attentati terroristici degli ultimi anni e nelle mani di un Presidente, Macron, in caduta libera di popolarità, l'artista inglese ha lasciato il segno prendendo posizione, ancora una volta, dalla parte dei vinti.
Grazie a una soffiata Nicolas Laugero Lasserre, direttore del sito specializzato in arte Artistikrezo è stato il primo a venire a conoscenza dell'intenzione di Banksy di lavorare a Parigi ed è stata la rivista a diffondere le immagini delle opere in anteprima.
#Banksy est de retour et il semblerait qu'il ait un message pour @gouvernementFR#Asile #Immigration #banksyparishttps://t.co/FC3hPYvpMz pic.twitter.com/yFRzr6i41W
— Paul CHIRON (@chironpaul) 25 giugno 2018
Non è la prima volta che Banksy va in Francia per affrontare il dramma dell'immigrazione. Sono, infatti, celebri le sue opere sui muri del centro d'accoglienza di Calais chiamato The Jungle per il modo in cui vengono trattate le persone al suo interno.
Un post condiviso da Nathalie Bordères (@nathalieborderes) in data:
Il tema ricorrente dei migranti
Anche questa volta il primo dei graffiti è apparso nella periferia nord di Parigi a pochi passi da un centro per immigrati. Si tratta del disegno di una bambina di colore che, in piedi su una scala, ricopre con una tapezzeria rosa una svastica dipinta sul muro. La tecnica dello stancil non è nuova per Banksy che già nel 2009 l'aveva utilizzata per un murales ora trasferito al museo Banksy di Bristol.
La "firma" di Banksy
Proprio questo utilizzo della tapezzeria sarebbe la "firma" dell'artista che, poi, ha colpito in altre sei zone della capitale francese.
Tra i sette disegni c'è anche quello di un cane con la zampa mozzata mentre il suo padrone, con la sega nascosta dietro la schiena, gli offre un osso. Si tratta di una metafora abbastanza chiara di quello che oggi succede a chi tende la mano verso l'Europa in cerca d'aiuto. Lo stesso vale per il topo fatto letteralmente volare via a bordo di un tappo chi champagne dove spicca il contrasto tra l'umile roditore e il vino pregiato.
Anche la riproduzione dell'opera di Jaques-Louis David del 1801 Napoleone che attraversa le Alpi parla di migrazione e conquista del territorio. Il condottiero francese, nella versione Banksy è coperto da un burka che gli impedisce totalmente di vedere cosa abbia davanti.
I contestatori
Si tratta di opere molto forti e qualche contestatore ha già provato a cancellarle. La bambina sulla scala è stata imbrattata con spray azzurro prima che un gruppo di restauratori d'arte intervenisse per ripulirla e coprirla con una pellicola protettitiva. Simile destino per il cane dalla zampa mozzata coperto da un poster dell'artista tedesca Konny Steding in cerca di notorietà.
Le nuove opere di Banksy sono comparse il 20 giugno: giornata mondiale del rifugiato.