Internet delle cose: la ricetta di Ibm per la crescita economica
Una grande sfida digitale quella dell'Internet of things. Se n'è parlato a Bari nel convegno organizzato da Big Blue - VIDEO
Allo sguardo di un profano, può anche venire in mente per associazione un mondo alchemico: con formule magiche capaci di trasformare la materia in qualcos’altro. Perché quel che hanno raccontato gli ingegneri Ibm a Bari, davanti a una ventina di imprenditori pugliesi attentissimi, ha dello straordinario.
Sono gli effetti pratici dell’Internet of things - in sigla Iot, in italiano "Internet delle cose" - sulla produzione manifatturiera, quell’insieme di innovazioni digitali dell’ultima generazione che va sotto il nome di "Industry 4.0".
E’ pensabile aumentare del 30% la produttività di una grandissima acciaieria tedesca - niente nomi, ma facile capire quale - senza espanderne lo spazio operativo?
Era impensabile prima dell’Iot, ora è stato fatto, utilizzando i dati dal campo nella trasformazione dei processi produttivi. E si possono mettere delle gocce di Iot, come se fossero aceto balsamico, su una produzione antica e preziosa come quella del parmigiano reggiano?
Si può, utilizzando piattaforme cloud, etichette e sensori per monitorare la produzione, la stagionatura e tracciare la filiera delle apprezzatissime forme. E ancora: le Cantine Gallo, un celebre gruppo enologico, utilizzando a dovere i dati ricavati dai sensori installati tra i filari, hanno ridotto del 20% l’acqua e i concimi impiegati, risparmiando, accrescendo e migliorando tra il 10 e il 20% la produzione per ettaro.
Gli esempi portati da Vittorio Piccinini - il digital architect Ibm che ha avuto il compito di illustrare alcuni casi di applicazione - prospettano questi e altri "miracoli" della nuova era digitale.
Veramente sembra che il limite alle applicazioni dell’Iot sia solo la fantasia. Chi immaginerebbe che alla Lindt, anch’essa un’azienda tradizionale e consolidata, leader di un settore maturo come il dolciario, riuscissero a impiegarlo per permettere ai clienti di personalizzare i cioccolatini ordinabili via e-commerce? O che all’Ospedale pediatrico di Toronto le terapie intensive neonatali potessero diventare nettamente più precise grazie a 1.200 segnali al secondo rilevati da sensori ed elaborati con la big-data-analysis?
Un altro fronte sbalorditivo, oltre che affascinante, è l’analisi predittiva dei dati, cioè la capacità dei computer di segnalare in anticipo i fenomeni in via di manifestazione all’interno dei macchinari produttivi, sempre grazie al connubio Iot-big data analysis. Alla Pratt & Witney, colosso nella produzione di motori aeronautici, la precisione nella previsione dei guasti e nella conseguente attivazione dei processi manutentivi è praticamente totale. Significa prevenire incidenti aerei dai danni potenzialmente gravissimi.
Le implicazioni gestionali di questo "mondo nuovo" sui conti delle imprese, e quindi sui nostri consumi, sono incalcolabili e stanno entrando nella nostra vita. Se, per esempio, in varie città d’Italia possiamo usare con grande convenienza il car-sharing di Car2go è perché l’analisi dei dati rilevati via Iot permette di ottimizzare i costi nel maggior interesse del cliente.
Il dibattito è stato ricco, grazie anche agli interventi di Antonio Lopriore, responsabile europeo delle Connectivity Integration and Internet of Things Sales, che, tra l’altro, ha rassicurato la platea sul fatto che, nonostante la qualità purtroppo in molti luoghi ancora mediocre della connettività disponibile, l’efficienza dei sistemi Iot è già conseguibile, anche in Puglia. E grazie anche allo stimolo culturale e storico di un ricercatore economico di statura indiscussa come Federico Pirro, docente di storia dell’Industria alla Statale di Bari: "Nella Taranto della Magna Grecia, che aveva una popolazione pari all’attuale", ha detto, "si producevano statue, armi, ceramiche, specchi: ferveva l’attività manifatturiera. Una tradizione millenaria, mai spenta. E non solo a livello di piccole e medie imprese. In Puglia pochi lo sanno ma lavorano dieci imprese che fatturano più di un miliardo di euro".
E la serata ha avuto la sua apoteosi conviviale attorno allo show-cooking di un bravissimo casaro che ha regalato ai commensali, tra le altre prelibatissime ricette della cena del Nessundorma, delle deliziose mozzarelline appena fatte, "mozzate", cioè, proprio sotto i loro occhi.
Ecco, in quel momento, in quel gesto antico e sicuro, non sembrava ci fosse ancora un ruolo diretto dell’Iot; ma diamo un po’ di tempo all’Ibm, e certamente qualche ottimizzazione possibile la troveranno anche per i casari…