Intervista a Helen Oxenbury alla Bologna Children’s Book Fair
In occasione dell’uscita di "La fattoria degli animali liberi", per la prima volta in Italia, ho incontrato Helen Oxenbury, illustratrice inglese di libri per bambini entrati ormai nell'immaginario collettivo
Alla Bologna Children’s Book Fair ho incontrato Helen Oxenbury, di cui è stato appena pubblicato in Italia La fattoria degli animali liberi (Mondadori). Helen è una veterana dell’illustrazione, classe 1938, ha scritto e illustrato numerosissimi libri per bambini entrati ormai nell’immaginario collettivo (A caccia dell’orso, Il gigante salterino, Dieci dita alle mani, dieci dita ai piedini solo per citarne alcuni), oltre ad aver vinto due volte il prestigioso premio all’illustrazione assegnato dai bibliotecari inglesi (la Kate Greenaway Medal).
Helen Oxenbury ha un tratto inconfondibile e molto tradizionale: linee morbide e arrotondate, colori tenui, ottenuti con la più classica delle tecniche: l'acquerello. Proprio in qualità di rappresentante di un tipo di illustrazione tradizionale, le ho voluto chiedere: cosa ne pensa dell’evoluzione e delle tendenze più grafiche dell’illustrazione nell’editoria per l’infanzia oggi? Tratti minimali, colori pieni e linee geometriche così diverse dal Suo tratto, attualmente popolano moltissimi libri per bambini, Le piacciono?
L’illustrazione grafica, fatta al computer, per intenderci? Devo essere sincera, non mi piace. Non mi suscita nessuna emozione, è molto grafica, molto intelligente, certe volte l’uso dei colori è interessante, ma non sono sicura che ai bambini piaccia.
Devo dire anche però che sono così impegnata a disegnare e dipingere i miei libri, che fatico a seguire il lavoro degli altri illustratori.
Nei suoi libri i bambini vivono spesso in campagna, circondati dalla natura e gli ambienti in cui vengono rappresentate le storie sono per lo più campestri: prati, fattorie, alberi. C’è un motivo preciso dietro questa scelta? C’è un messaggio?
Non c’è mai un messaggio esplicito e conscio dietro alle mie illustrazioni. Poi certamente spero che qualcosa rimanga al lettore, ma niente di quello che faccio è appositamente compiuto per uno scopo.
Questa che vedi in La fattoria degli animali liberi per esempio è la campagna del Suffolk, che è il posto in cui sono cresciuta, i paesaggi della mia infanzia. Disegni ciò che conosci, io credo molto in questo.
Lei ha illustrato moltissimi libri nella Sua carriera e ha lavorato con molti autori, come avviene la collaborazione nel progetto di un albo illustrato?
Solitamente l’editore mi contatta per propormi un testo da illustrare. Se decido che il libro mi piace, lavoro direttamente con l’editore. Per A caccia dell’orso per esempio, non ho conosciuto l’autore se non dopo la pubblicazione del libro, a lavoro finito.
Io credo che gli illustratori non vogliano un autore dietro alle spalle che gli dica cosa e come fare il proprio lavoro. Ci vuole fiducia reciproca e penso che questo gli editori lo abbiano capito nel tempo.
Qual è il suo rapporto con il pubblico dei suoi libri? Riesce ad avere un contatto diretto con i suoi lettori?
Io ho figli, nipoti, bambini di amici, sono loro i miei primi lettori. Qualche volta è capitato, tempo fa, di lavorare e andare nelle scuole a presentare e raccontare i miei libri e il mio lavoro. ma ora non lo faccio più, perché mi toglie energia e non riesco più a lavorare.
Spero che ai bambini i miei libri piacciano e anche ai genitori. È molto importante che i genitori non li trovino noiosi, altrimenti li nascondono. Anche io lo facevo.
Dopo tutti questi anni di lavoro, non si è ancora stancata di fare l'illustratrice?
No, non mi sono mai annoiata ad illustrare. La sensazione peggiore, certe volte, è la frustrazione. Quando non ti viene quello che vorresti, come vorresti. Ma se perseveri alla fine ottieni quello che hai in mente. Alcune illustrazioni vengono con molta facilità subito, altre necessitano di moltissimo lavoro.
La fattoria degli animali liberi è un classico nella letteratura per l’infanzia, pubblicato ora per la prima volta in Italia da Mondadori. Scritto da Martin Waddel e illustrato da Helen Oxembury, racconta la storia di una papera sfruttata per lavorare in fattoria da un contadino pigro, che non fa altro che mangiare e bere sdraiato sul letto.
La papera fa da sola il lavoro di 10 persone: lava, stira, munge, si prende cura degli animali, prepara da mangiare senza sosta. Ad accorgersi di questa ingiustizia saranno gli altri animali, che decidono di agire per sovvertire la sorte del povero animale. Ci sarà una piccola rivoluzione in fattoria e a pagarne le spese sarà il contadino lazzarone.
La fattoria degli animali liberi, Martin Waddel, Helen Oxenbury, Mondadori, 2018