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Investire in tempo di crisi: come, dove e quando

Mettere al sicuro i propri risparmi in momenti difficili come quello attuale è tutt’altro che semplice. Ecco cosa consigliano gli esperti

La ricetta perfetta per investire in tempo di crisi non esiste. Gli esperti lo dicono, i trader lo ripetono e dalla Consob al Wall Street Journal tutti sono concordi nell’affrontare il periodo mettendo le mani avanti per evitare che chi ha a disposizione un gruzzoletto da investire possa pensare di trovare la strada perfetta per ottenere buoni profitti senza grandi rischi.

Doveva essere l’anno della ripresa... Poi è arrivata la guerra

Covid, guerra e inflazione hanno creato sui mercati la tempesta perfetta e trovare porti sicuri in cui investire è tutt’altro che semplice. Come sempre a fare giurisprudenza è la lezione che viene dal passato che mostra il nord della bussola per orientare le scelte delle investitori e soprattutto per evitare di cadere in errori ricorrenti il più classico dei quali è quello di farsi prendere dal panico e adottare scelte istintive dettate dalla paura.

Cosa succede ai mercati nei periodi di crisi

Caratteristica principe, ricordano gli analisti della Consob, dei periodi di forte crisi è quella dell’estrema volatilità dei mercati.

“I mercati azionari – spiega Consob - di solito reagiscono, nel breve termine, con forti oscillazioni dei prezzi al rialzo e al ribasso, causate da variazioni significative nel volume degli scambi, più o meno ampie a seconda dell'esposizione delle società agli effetti della crisi. Nel lungo periodo, tuttavia, queste oscillazioni sono destinate a ridursi se le prospettive economiche delle società emittenti sono solide. Ragionare con una logica di lungo termine, quindi, può aiutare a contestualizzare meglio l'impatto di singoli episodi di una crisi nell'ambito di un orizzonte temporale più ampio. L'evoluzione storica dei mercati azionari mostra, ad esempio, che le fasi di rialzo e di ribasso si sono succedute a diverse riprese, lungo un sentiero che, nel lungo periodo, rimane comunque orientato alla crescita delle quotazioni”.

Mantenere la calma, del resto permette di evitare di vendere con il rischio di incappare nella solita illiquidità che si verifica nei momenti di crisi.

“Nelle fasi di turbolenza dei mercati – continua l’autorità italiana per la vigilanza sui mercati - i numerosi investitori che vogliono vendere i propri titoli (ad esempio per contenere le perdite o perché diminuisce la loro propensione ad assumere rischio) non sempre riescono a incontrare immediatamente investitori disposti ad acquistare al prezzo desiderato. In alcuni momenti, quindi, può diventare difficile disinvestire i propri investimenti, se non al costo di accettare perdite significative o di dover aspettare molto tempo”.

Dove investono gli italiani

Secondo i dati riportati dal portale Investing.com relativi al marzo 2022 la categoria di investimenti preferita è quella azionaria, pari al 44%. Si investe più in singoli titoli e non in indici, che tra l’altro occupano il secondo posto sul podio con una percentuale pari al 17%. Tra le asset class più ricercate ci sono le materie prime (8%), seguite da energetici e petrolio.

Altro fenomeno diffuso in tempo di crisi è quello dell’home bias, ovvero quello di investire in “robe di casa propria”. Una tendenza vecchia come il mondo; sorta di “incastellamento” di memoria medievale che determina la propensione a investire in società, beni, aziende nazionali. In Italia, ad esempio, è boom di investimenti nel made in Italy soprattutto azioni e titoli.

Fondamentale diversificare gli investimenti

In periodi storici come l’attuale, inoltre, è fondamentale, ricordano gli esperti, diversificare gli investimenti puntando su ETF e beni rifugio soprattutto immobili, collezioni d’arte e terreni. Questi beni, infatti, spiegano i trader di Risparmioggi.it “con l’inflazione tendono ad abbassarsi di valore. Se si ha a disposizione denaro da investire è il momento giusto per fare un buon affare”.

Dagli stessi esperti arriva anche la dritta di investire in social lending, ovvero in prestiti tra privati. Esistono diverse piattaforme di social lending che stabiliscono tassi e termini di rientro di interessi e capitali. In questo caso si resta esenti dai rischi legati alla volatilità dei mercati e, con un basso margine di rischio, si possono avere discreti guadagni.

Minor guadagno, ma meno rischio per salvare il capitale

Del resto, come ricorda il Wall Street Journal più è alto il rendimento di un investimento, maggiore è il rischio per il capitale e in momenti di crisi tenere alto il livello di rischio può essere molto pericoloso. Per questo gli esperti di Citi tornano a consigliare di investire nelle buone vecchie obbligazioni che, pur non garantendo alti rendimenti, permettono buone performance. In particolare, l’acquisto di obbligazioni municipali esenti da tasse eviterebbe la perdita di potere d’acquisto derivante dai prezzi alti.

La politica aggressiva della Fed, in questo momento, non favorisce la voglia d’investire, ma il clima di incertezza potrebbe aiutare i più tenaci soprattutto coloro che sanno distinguere azioni di qualità, da azioni spazzatura. Meglio investire in società solide che in start up; più prudente rimanere in territori consolidati che rischiare crolli (si pensi al mondo delle criptovalute) che sono sempre più dietro l’angolo siano essi passeggeri o transitori.

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Barbara Massaro