IsoHunt addio: alla scoperta di chi ha sostituito l'ex re del peer-to-peer
Hollywood costringe alla resa IsoHunt: mega risarcimento e chiusura definitiva. Ecco i servizi alternativi
E' tra i motori di ricerca per torrent più usati e in generale uno dei nomi più noti nel mondo del filesharing: ma questi primati resteranno in piedi ancora per poco. Dopo oltre un decennio di attività, IsoHunt è costretto alla resa dalle major del cinema di Hollywood, con un risarcimento di 110 milioni di dollari a favore dei titolari di copyright e la chiusura definitiva che arriverà entro il prossimo 24 ottobre.
Per l'Italia cambia poco: il sito era già irraggiungibile, bloccato da un paio di mesi a livello IP in seguito a un esposto della FIMI .
Con IsoHunt fuori gioco, vediamo quali restano le alternative per filesharing e peer-to-peer.
1) BitTorrent
Cheché ne creda qualcuno, il popolare standard per i torrent è sempre più sinonimo di diffusione di contenuti pienamente legali. Ne è prova l'iniziativa Bundle , che invita fornitori di contenuti a promuoversi in piena legalità sulla piattaforma. E tra chi ha scelto questo sistema per veicolare mp3, video, foto e altri documenti (e magari racimolare un po' di indirizzi e-mail dei propri fan) troviamo nomi come Public Enemy, Moby, Madonna, Kaskade, Pixies e persino il Berklee College of Music. Il client per Windows è ora disponibile anche in versione plus , con moltissime funzioni come un player HD e persino un antivirus integrato, datosi che torrent e altri sistemi p2p sono spesso, purtroppo, anche veicolo di virus e malware.
2) Mega-Search.me
Anche se Mega.co.nz sembra meno legato ai contenuti non autorizzati rispetto al vecchio Megaupload e ha molti utenti che semplicemente lo usano come cloud storage e per trasferimenti rapidi di file a collaboratori in ambito professionale, non manca chi usa questo sistema per condividere ogni sorta di contenuto con altri utenti. Mega, però, non fornisce alcun motore di ricerca ufficiale, evitando così di rendersi corresponsabile di eventuali violazioni di copyright. E' però tuttora attivo Mega-Search.me, motore che indicizza link condivisi da singoli utenti e che - pur presentando dei filtri - in effetti contiene una discreta quantità (i film in lingua francese sembrano farla da padrone) di materiale pirata. Non è un servizio p2p: il serve centrale è quello di Mega. Dalla ricerca sono stati esclusi termini che rimandano a materiale pornografico, al quale si può accedere solo con un account premium. Da notare che all'inizio del 2013 lo stesso Mega aveva implementato filtri che per un breve periodo hanno impedito il funzionamento del motore di ricerca francese.
3) Google
Può sembrare ridicolo, ma la prima fonte di torrent è il motore di ricerca più usato al mondo. Nel 2011, Google aveva rimosso alcuni termini collegati al mondo dei torrent dalla funzione autocomplete. In pratica, si era cercato di limitare il coinvolgimento di Google in eventuali violazioni commesse tramite link "suggeriti" dal motore. Da anni i titolari di copyright premono su Mountain View nel tentativo di far rimuovere i collegamenti a torrent e siti di filesharing . Di recente, comunque, Google ha ricominciato a suggerire link, ritenendo che ormai i torrent siano una modalità distributiva pienamente utilizzata anche per contenuti legali. Oltre ai Bundle di BitTorrent, possiamo ricordare i tantissimi contenuti di Pubblico Dominio o sotto licenze Creative Commons presenti in Internet Archive e distribuiti anche grazie ai torrent, così da alleggerire il peso del traffico sui server dell'Archivio.
4) Mininova
Esiste ancora, dopo le alterne vicende degli ultimi anni (tra blocchi e accordi con titolari di copyright). In teoria, dovrebbe essere lontano dai fasti del 2009-2010, privo di contenuti non autorizzati proprio in seguito alla chiusura di una vicenda giudiziaria e all'implementazione di filtri. Di fatto è ancora ricco di file ma... attenzione a virus e trojan, che impazzano. In altre parole: un file .exe lungo 87k decisamente NON è il posto dove trovare l'ultimo video di Miley Cyrus.
5) Torrentz.eu
Potente motore di ricerca per torrent, accessibile anche in Italia.
6) The Pirate Bay
Nel resto del mondo resta il leader per la ricerca di torrent. E fino a un paio di giorni fa avremmo detto anche da noi: perché dopo due blocchi (nel 2008 e 2009) da parte della magistratura, gli svedesi erano ricomparsi anche in Italia con un diverso domain (thepiratebay.sx). Da ieri, però, è attivo un blocco su un intero gruppo di IP, che rende inaccessibile questo come anche altri indirizzi IP riconducibili alla Baia. Il provvedimento è stato eseguito dal Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche, in collaborazione con il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bergamo, in seguito a una disposizione del Tribunale di Bergamo, a quanto pare ancora dopo un esposto targato FIMI. Resta da vedere se gli svedesi aggireranno ancora il provvedimento cambiando server DNS...
7) 1337x.org, extratorrent.com, torrenthound.com
Anche loro largamente utilizzati in tutto il mondo (il primo in particolare), ma nel nostro paese appena caduti sotto la scure del provvedimento di blocco che ha colpito la nuova versione di The Pirate Bay. Lo stesso provvedimento ha riguardato anche h33t.eu, ma questo sito era già fuori gioco: a settembre sono scomparsi prima il domain .com e poi il .eu. Diversa la strategia: non si tratta di un blocco IP, ma di una cancellazione del domain presso il registrar tedesco Key-Systems. In pratica, su richiesta di Universal Music Group si è agito alla radice, invece di implementare un semplice blocco dell'IP. Per i servizi ancora attivi all'estero, ci sarà di certo chi aggirerà i blocchi utilizzando i sistemi già noti quali proxy e VPN, quindi il problema è risolto a metà. Sembra funzionare il domain h33t.to, ma non c'è ancora alcun motore di ricerca disponibile. Per extratorrent, invece, il blocco riguarda l'indirizzo .com ma non extratorrent.cc che è pienamente funzionante.
8) eMule
Strano ma vero, l'erede del vecchissimo eDonkey - che ormai ha raggiunto la veneranda età di 11 anni, un tempo infinito in termini di Internet e praticamente lo stesso tempo vissuto da IsoHunt - è ancora attivo. Ci sono meno utenti, i fileserver appaiono e scompaiono e appare difficile trovarne uno che sia stabile. Lo scambio di file con questi tipo di client continua comunque ininterrotto.
9) Mediafire, 4Shared, Rapidshare
In generale, la tendenza del 2013 è meno attenzione da parte del pubblico per i cyberlocker (molti dei quali sono scomparsi dopo il blitz contro Megaupload, o stanno tenendo un basso profilo, cercando di evitare ulteriori grane) e maggior ricorso ai torrent più che ad altri sistemi per scaricare o condividere file. Rapidshare da tempo ceca di presentarsi più come un Wetransfer o un Dropbox che come un sistema per scambiare materiale coperto da copyright. Decisamente in declino gli altri: moltissimi i link Mediafire reperibili in Google, ma la maggior parte sembrano solo ridirezionare a pagine di spam o a file spazzatura, magari contenenti malware.
Per tornare a Gary Fung, fondatore di IsoHunt, probabilmente lo rivedremo impegnato in nuovi progetti: proprio ieri ha aperto un blog , in cui annuncia che potrebbe dedicarsi una delle sue passioni (la fotografia) e magari lanciare una raccolta di fondi su Kickstarter. Non sembra mostrare rancore verso i titolari di copyright, ma d'altro canto anche in passato, pur impegnato in una annosa vicenda giudiziaria, aveva mostrato uno stile ben diverso dall'esibizionismo di un Kim Dotcom. Un ultimo dubbio però ce lo lascia: in un documento depositato il mese scorso e pubblicato il 16 ottobre su Scribd , fa capire che un punto è ancora aperto: se la creatura di Fung è colpevole, allora lo sono anche Google e Yahoo, che indicizzano praticamente gli stessi torrent - il 95% - presenti in IsoHunt. Fung ha cercato di portare il caso davanti alla Corte Suprema: battaglia vinta per la MPAA, per ora, ma la più ampia partita sul copyright in Rete resta apertissima.