Italia.it, storia del sito governativo del turismo italiano che funziona poco
Dovrebbe essere la vetrina ufficiale sul web del nostro paese, invece non piace nemmeno a chi oggi lo gestisce. Ma è costato parecchio
È l’anno d’oro del turismo, uno dei principali motori economici del Paese e Italia oltre ad aver investito l’1% dei fondi del Pnrr in questo settore fatica a sviluppare un sito per il turismo degno di questo nome. L’hub digitale del turismo italiano che avrebbe dovuto rilanciare l’Italia con un ennesimo restyling infatti ha disatteso nuovamente le aspettative. Il sito Italia.it gestito dall’Enit (Ente Turismo Italiano) costato in passato fior di milioni è spoglio di contenuti, molto essenziale e può essere consultato solo in tre lingue, spagnolo, inglese e italiano. Per la sua realizzazione negli ultimi anni tra i vari passaggi di governo sono stati spesi circa 45 milioni, per un portale che non ha mai funzionato ed oggi sul tavolo del Ministero del Turismo, ne sono stati aggiunti altri 114 del Pnrr, per apportare dei miglioramenti con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Un investimento enorme trattandosi di un sito già esistente e che per il momento sembrerebbe essere decisamente poco funzionale al suo scopo.
Eppure il 13% del Pil nazionale viene dall’indotto del turismo e la rete è uno strumento fondamentale per attirare i visitatori, che vede l’Italia non al passo degli altri Stati, come dichiarato anche dal ministro del turismo Garavaglia alle agenzie: «I nostri competitori sono più forti soprattutto sul digitale. Il digitale – ha spiegato Garavaglia – è la chiave per recuperare quote di mercato. Il digitale interviene su tutte le fasi dell’offerta turistica. Il digitale è fondamentale nella prenotazione, nel viaggio, nella ricezione, nella ristorazione, nei divertimenti, negli acquisti, nel feedback al termine del viaggio. Tutte le fasi sono intercettate in maniera trasversale dal digitale e l’hub è la chiave per farlo»
Concetti evidentemente ancora molto lontani dalla loro messa in pratica, visto come si presenta il portale che rappresenta l’Italia nel mondo. Una vetrina digitale ancora incompleta ma che ci fanno sapere dal Ministero è in fase aggiornamento, prima era decisamente peggio. Italia.it è stato voluto dal Governo Berlusconi e realizzato con il ministro Luca Stanca nel 2004: "Un portale nato per promuovere l'offerta turistica via internet e il patrimonio culturale, ambientale e agroalimentare italiani", diceva l'opuscolo del governo distribuito a gennaio dello stesso anno a 16 milioni di famiglie. Un’innovazione digitale costata come abbiamo detto circa 45 milioni di euro e che dopo una partenza trionfale ha avuto una vita breve e difficile. Infatti è stato rilanciato nel 2007 dall’allora ministro Francesco Rutelli, chiuso da Franceschini e riaperto nuovamente da Berlusconi per poi chiudere definitivamente nel 2014, senza mai raggiungere gli obiettivi previsti. Oggi si riparte con il triplo delle risorse e con una partenza incerta che non sembrerebbe promettere nulla di buono.