La Sia gestisce il traffico digitale del denaro europeo
La Sia è la più importante azienda del continente che si occupa di pagamenti elettronici. Sua l'idea di creare Jiffy e di introdurre i bonifici istantanei
Sui suoi server, sui suoi centri di calcolo e sui suoi cavi in fibra ottica convergono ogni anno oltre 65 miliardi di operazioni finanziarie che coinvolgono cittadini, banche, aziende, carte di credito, istituzioni pubbliche di 46 Paesi, dall’Islanda alla Nuova Zelanda. Il bello è che si tratta di una società milanese, una di quelle perle italiane poco note al grande pubblico ma leader nel loro settore. È la Sia, la più importante società europea nella gestione dei pagamenti elettronici: ha fatturato circa 470 milioni di euro nel 2016, dà lavoro a oltre duemila persone (e ne assume più di cento all’anno) e controlla il 40 per cento dei pagamenti e incassi dell’area euro.
Tra le innovazioni lanciate di recente dalla Sia c'è Jiffy, un servizio che permette di inviare denaro via smartphone istantaneamente dal conto di una banca a quello di un’altra banca. Lanciato nel 2015 e adottato finora da 130 istituti di credito riguarda 4,5 milioni di conti correnti in Italia. Il servizio dovrebbe presto sbarcare all’estero. E nel frattempo si è evoluto, consentendo di fare acquisti nei negozi, avvicinando il telefono al terminale pos.
Guidata da Massimo Arrighetti (foto), 60 anni, dal 2010 amministratore delegato della società con precedenti esperienze a Ibm, McKinsey, Poste Italiane (ideatore del Banco Posta) e Banca Intesa, la Sia ha introdotto di recente un'altra novità: il bonifico istantaneo, introdotto il 21 novembre 2017 e adottato ora da 17 banche tra italiane e straniere.
Nata nel 1977 su iniziativa di Abi, Bankitalia e le principali banche, Sia aveva il compito di automatizzare il sistema dei pagamenti italiano. Ed è stata questa società a sviluppare la Rete Nazionale Interbancaria, a far nascere il circuito Bancomat e il mercato telematico dei titoli di Stato. Oggi tra i sui clienti più noti vanta la Banca d’Italia, la Bundesbank, la Bce, il London Stock Exchange.
Sia fa capo a Cdp Equity (49,4 per cento), seguita da F2i (17 per cento), Hat Orizzonte (fondo delle Camere di Commercio con l’8,6 per cento) e un pugno di banche. «Ci tengo molto a ringraziare gli azionisti perché hanno mantenuto questa azienda in Italia. È un patrimonio di conoscenza che non va disperso» dice Arrighetti. Che intanto ha portato il fatturato estero al 20 per cento del totale. E investirà circa 230 milioni di euro in tecnologia e sicurezza nel prossimo triennio: più di tutte le start-up lanciate in questi anni in Italia.