La storia della moda femminile nel secondo Ottocento
Alla Pinacoteca cantonale di Mendrisio la mostra "Divina Creatura" sulla donna e la moda nelle arti del diciannovesimo secolo
Con l’obiettivo di ricreare e testimoniare nelle sale espositive della Pinacoteca Züst di Rancate, nel Canton Ticino, quello che è stato un vero e proprio cambio di tendenza nella storia del costume femminile in Europa, un team di studiosi ha selezionato da musei e collezioni private sessanta sculture e dipinti di grande impatto, una sequenza di ventagli d’autore – dipinti cioè da grandi artisti, spesso i medesimi che ritraevano le “belle Signore” – e un nucleo di preziosi abiti d’epoca.
Quando
"Divina Creatura. La donna e la moda nelle arti del secondo Ottocento", sarà aperta al pubblico dal 15 Ottobre 2017 al 28 Gennaio 2018 nei seguenti giorni e orari:
- Da martedì a venerdì: 9.00-12.00 / 14.00-18.00
- Sabato, domenica e festivi: 10.00-12.00 / 14.00-18.00
- Chiuso: il lunedì e nelle giornate del 24,25 e 31 dicembre 2017
- Aperto: 8 e 26 dicembre 2017/ 1 e 6 gennaio 2018
Dove
Ad ospitare l'esposizione, gli spazi della Pinacoteca cantonale Giovanni Züst in Via Pinacoteca Züst 2 a Rancate (Mendrisio), Canton Ticino, Svizzera
Perché è interessante
Pur presentando una serie di abiti d’epoca e un nucleo di ventagli firmati da Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Federico Zandomeneghi, Giuseppe De Nittis, Pompeo Mariani e Pietro Fragiacomo, la Pinacoteca Züst sceglie di illustrare la moda femminile nel secondo Ottocento (la data di "partenza" potrebbe essere il 1858, l’anno in cui a Parigi esplose l’Haute Couture di Charles Frederick Worth) ricorrendo alle testimonianze che i grandi artisti ci tramandano attraverso le loro magnifiche opere.
Ed è soprattutto attraverso il ritratto su commissione che è possibile seguire le rapide e sorprendenti evoluzioni dell'abbigliamento femminile: i personaggi effigiati, sia che appartengano all'aristocrazia - ancora assai influente anche come esempio di gusto - o alla borghesia, posano per i pittori e gli scultori vestiti e acconciati secondo i dettami imposti dalla moda e in perfetta sintonia con il proprio preciso ruolo sociale.
Da segnalare, alcuni ritratti di "donne simbolo", ossia figure appartenenti all’aristocrazia internazionale distintesi grazie alla propria eleganza: la regina d’Italia, Margherita di Savoia, per esempio,o, per restare nel Cantone Ticino, la contessa Carolina Maraini Sommaruga, alla cui emblematica personalità è dedicata una sezione apposita
Una mostra interessante e originale, che attraverso la storia del costume ci parla dell'universo femminile in un periodo in cui si consolida il ruolo della donna, che comincia a diventare protagonista anche al di fuori delle pareti domestiche, attentissima al proprio ruolo sociale e alla immagine che contribuisce a veicolarlo.
La mostra è a cura di: Mariangela Agliati Ruggia, Sergio Rebora e Marialuisa Rizzini