Larry Fink in mostra all'Armani/Silos di Milano
In esposizione, 125 fotografie tratte da The Beats e The Vanities: due serie cardine del fotografo statunitense realizzate a 45 anni di distanza
Negli spazi di Armani / Silos a Milano saranno in mostra fino al 30 luglio due serie cardine del fotografo statunitense Larry Fink, The Beats e The Vanities, scattate a 45 anni di distanza l'una dall'altra e dedicate rispettivamente alla generazione anticonformista dei beatnik e alle feste hollywoodiane degli anni 2000.
Già apparse entrambe in numerose mostre e festival internazionali, le due raccolte che danno corpo all'esposizione - 125 fotografie originali in bianco e nero - non sono mai state esposti insieme prima d'ora.
Una scelta apprezzata dall'autore, oggi 76enne, che ha dichiarato: "Mi fa molto piacere che Giorgio Armani abbia deciso di mostrare The Beats e The Vanities insieme. Le foto hanno più elementi in comune di quanto non sembri a prima vista: seppure da due diversi e opposti livelli di egotismo, abitano la stessa 'vallata'. In entrambi i casi i soggetti ritratti vogliono essere al centro dell'attenzione. È bello che Armani abbia visto e colto questo aspetto. Il lavoro di The Beats risale a un momento in cui ero un giovane romantico, gli scatti di The Vanities a quando ero un ironico – ma non indurito – umanista. Entrambe le opere si distinguono per la loro estetica e il calcolo morale, che saranno evidenti a tutti coloro che visiteranno la mostra."
«Sono molto felice di aver portato il lavoro di Larry Fink a Milano. Come designer riesco a entrare in sintonia con il modo fluido con cui cattura luce, forme e linee. Fink è un fan del jazz e dal flusso di persone che ci sorprendono con la loro sensualità inconsapevole si percepisce quasi il ritmo di una composizione musicale.»
Nato a Brooklyn nel 1941 e cresciuto in una famiglia progressista e politicamente attiva, Larry Fink ha mosso i primi passi nella fotografia all'epoca della beat generation, che iniziò a frequentare in prima persona quando aveva 17 anni. Abitava al piano interrato della Sullivan Street Playhouse, accanto al famoso jazz club Village Gate, dove a fare da sottofondo musicale erano le performance dal vivo di grandi artisti del calibro di John Coltrane, Arte Blakey e Charles Mingus.
Pur facendo parte egli stesso del movimento giovanile underground animato dal jazz e partecipando alle proteste contro la guerra in Vietnam e alle marce nei campus studenteschi, Fink è stato capace di documentare ciò che accadeva intorno a lui ritagliandosi un ruolo di osservatore. Seguendo lo stile di vita anticonformista dei suoi amici, è riuscito a catturare alla perfezione lo spirito dell'epoca, romantico e ribelle, immortalandolo in scatti che oggi rappresentano una meravigliosa capsula del tempo.
La stessa capacità di empatia che emerge dalle sue fotografie del mondo beat ha fatto di lui il fotografo perfetto per catturare le molteplici sfumature delle feste di Hollywood. A intuito che Fink, se lasciato a briglie sciolte tra gli ospiti di questi scintillanti eventi, avrebbe portato qualcosa di diverso dal già conosciuto, è stato Vanity Fair. Nei suoi scatti, la cronaca visiva delle star e dei loro entourage non si focalizza su chi è chi, ma piuttosto su cosa sta succedendo. Un modus operandi che Fink sintetizza così: "Io colgo, o per lo meno cerco di cogliere, l’anima delle persone, indifferentemente dal loro status".
The Beats and The Vanities, Larry Fink
29 marzo - 30 luglio 2017
Armani/Silos, piano terra
Via Bergognone 40, Milano
Progetto in collaborazione con MIA Photo Fair Projects
Visual Concept e design project Tanja Solci