L'abbraccio tra Silvia Provvedi e Fabrizio Corona
ANSA/FERMO IMMAGINE ALANEWS
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Il nuovo inizio di Fabrizio Corona e Silvia Provvedi

La fidanzata dell'ex re dei paparazzi ha raccontato i primi giorni della vita di Corona dopo la scarcerazione

"Niente interviste, niente social, niente 'mondanità', niente ristoranti", così Silvia Provvedi, la Penelope diFabrizio Corona , racconta la nuova vita dell'ex re dei paparazzi da pochi giorni uscito dal carcere di San Vittore di Milano, dopo 16 mesi di detenzione. 

La nuova vita di Silvia e Fabrizio

Silvia era la sola ad attenderlo quando si sono aperte le porte della prigione e, intervistata dal settimanale Chi, ha raccontato i primi attimi del loro nuovo inizio. "Questa volta, quando Fabrizio è stato scarcerato - ha detto - eravamo io, mia sorella Giulia, i fotografi e un suo amico. E gli altri amici? Tutti primi al traguardo del suo cuore, ma soltanto a parole".

Dopo nove mesi di relazione con la gemella del duo Le Donatella, Fabrizio era stato arrestato proprio mentre si trovava con Silvia che, in questo anno e mezzo, nonostante i 20 anni di meno rispetto a Corona, non ha mai lasciato solo il suo compagno neppure per un secondo. Ha rilevato la casa di Corona in Via De Cristoforis a Milano e l'ha trasformata nel loro nido, ha ottenuto i diritti di visita in carcere more uxorio e oggi è pronta a ricominciare la sua storia d'amore da dove l'aveva lasciata. "Non chiedetevi se abbiamo fatto l’amore - ha spifferato a Chi - perché è stato come la prima volta".

Fabrizio, per poter mantenere il diritto di essere affidato a una comunità di recupero dovrà rigare dritto come spiega la Provvedi: "Per lui - ha detto la cantante - si sono spalancate le porte di un centro di recupero: la comunità Alba di Bacco. All’interno dell’istituto, dove trascorrerà parte della sua giornata, potrà dedicare tre ore alla sua attività professionale, cioè potrà lavorare. Invece due volte alla settimana farà visita allo Smi, l’istituto che cura chi soffre di dipendenza".

E chissà se tutto andrà bene si potrebbe anche parlare di matrimonio in un futuro: "Le nozze? Per ora sistemiamo casa, magari la allarghiamo. La famiglia, vi starete chiedendo? Vedremo".


Cosa ha deciso il giudice di sorveglianza

La residenza fissata per Corona dal Giudice di Sorveglianza Simone Luerti è proprio quella di Via De Cristoforis, in zona Moscova, a Milano.

Dopo 16 mesi di carcere, quindi, Corona torna in comunità. Dal lunedì al venerdì Fabrizio potrà lasciare il suo appartamento per recarsi a Limbiate presso una comunità terapeutica cui è stato provvisoriamente affidato per seguire un percorso di recupero e riabilitazione dalla sua tossicodipendenza.

Sabato e domenica, invece, dovrà rimanere in casa e potrà avere contatti solo con i famigliari e gli avvocati.

Fabrizio Corona esce dal carcere di San Vittore | video

Vietato l'uso dei social network e vietato rilasciare interviste o pubbliche dichiarazioni. Al posto di Corona, però, ha parlato il suo avvocato, Ivano Chiesa, che ha detto: "Sono contento, ringrazio il magistrato. Ma sono anche incazzato per la fatica, perché ci sono voluti 16 mesi per ottenere ciò".

Ribaltate le decisioni precedenti

Lo scorso 13 settembre, infatti, la stessa richiesta accolta dal giudice Luerti era stata respinta dalla collega Beatrice Crosti secondo cui non c'erano gli estremi per ridare fiducia a Corona dopo i fatti del 2015.

Già allora, infatti, l'ex agente dei fotografi, dopo due anni e mezzo di carcere, era stato affidato alla comunità Exodus di Don Mazzi, ma come s'è appreso a causa dello scandalo dei quasi due milioni di euro nel controsoffitto, Corona, in quel periodo, si era adoperato più a far incassi (in nero) che a guarire dalla tossicodipendenza. Per questo nell'ottobre del 2016 era tornato in prigione.

Le forti motivazioni di Corona

Secondo il magistrato di sorveglianza Luerti, invece, nell'ultimo periodo Fabrizio ha mostrato una "Forte motivazione pesonale a intraprendere un percorso di cura". E il giudice ha sottolineato  che "il tempo trascorso nell'ultima detenzione sembra avere dispiegato un effetto deterrente importante, mentre l'esistenza di forti legami affettivi e familiari, non ultimo quello con il figlio quindicenne, giocano un ruolo responsabilizzante in modo intenso e positivo".

A fine marzo una nuova udienza dovrà confermare o revocare l'affidamento in prova ai servizi sociali.

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Barbara Massaro