Calciopoli, ricorso al Tar e dialogo possibile tra Juventus e Tavecchio
La Figc si aspetta da Agnelli il ritiro della maxi richiesta di risarcimento. Dopo la Cassazione sul tavolo anche lo scudetto del 2006 e la revisione dei processi sportivi
Ufficialmente non esiste alcuna trattativa e chiamarla così è improprio. Però i contatti tra Torino e Roma si sono intensificati nelle ultime settimane e non solo per preparare il terreno all'amchevole che riporterà Conte da ct allo Stadium. Agnelli e Tavecchio parlano soprattutto di altro: politica, riforme e Calciopoli. La sentenza della Cassazione che dovrebbe chiudere il processo penale all'insegna della prescrizione è ormai dietro l'angolo (23 marzo la data dell'udienza) e da quel giorno tutto sarà più chiaro, nel senso che le carte saranno in tavola e il club bianconero potrà passare dalle parole ai fatti chiedendo la revisione dei processi sportivi del 2006. E' un passaggio delicato e dal momento del suo insediamento il presidente Figc, Carlo Tavecchio, si è messo in movimento per cercare di depotenziarne gli effetti.
Sul tavolo ci sono due tematiche, una sportiva e l'altra di carattere economico-giudiziaria. Sul ricorso che la Juve ha pendente al Tar dal novembre 2011 con la quantificazione dei danni subiti (443 milioni di euro) la posizione della Federcalcio è chiara: si attende che Agnelli compia un passo indietro ritirando un atto considerato ostile. In via informale si lascia anche intendere di non nutrire alcuna preoccupazione legale, visto che il dispositivo presentato dalla Juve sarebbe non sufficiente da passare il vaglio dei giudici (Tavecchio ha recentemente definito la causa "temeraria").
Cosa pensa la Juve? L'ultima volta che si è espresso sul tema Andrea Agnelli ha semplicemente spiegato che sono emersi fatti nuovi dai processi di Calciopoli e che il club resta in attesa che il Tar fissi l'udienza per discutere del risarcimento. La volontà della Figc, però, è non arrivare allo scontro in aula e non dover prendere in considerazione anche l'ipotesi di una controffensiva sotto forma di richiesta risarcimento per danni di immagine da parte della stessa Figc alla Juventus.
Calciopoli, il giorno della verità: ecco cosa può accadere
Tavecchio considera l'eventuale passo indietro della Juventus su questa punto una sorta di pregiudiziale per aprire, invece, il dialogo su tutto il resto. Di cosa si tratta? Certamente di questioni di politica sportiva, dalle riforme agli assetti di potere in Figc dove Agnelli è all'opposizione e non perde occasione per attaccare il numero uno. Però il discorso sarebbe poi a 360° e senza alcuna preclusione. Nemmeno sui temi di Calciopoli cari ad Agnelli e al popolo juventino. Quello che Tavecchio sta ripetendo con insistenza, infatti, è che la Juve di oggi non è quella del novembre 2011 e nemmeno la Federazione è la stessa. Sono cambiati gli uomini e, forse, le idee rispetto ai quoi giorni in cui l'allora presidente Abete decise per la non competenza di fronte alla richiesta bianconera di revoca dello scudetto 2006 all'Inter.
Una delibera presa a maggioranza e dopo aver sentito diversi pareri legali. Contro votò un solo consigliere, rappresentante dell'Assoallenatori, mentre Lotito si astenne e lo stesso fece Abodi, spiegando di essere convinto che la Figc avrebbe avuto tutti gli strumenti per intervenire. Tavecchio? Allora era rappresentante dei Dilettanti e si era espresso così: "Non abbiamo fatto altro che prendere atto del parere di cinque diversi consulenti legali. Siamo un organo amministrativo e come tale non possiamo attribuire o revocare scudetti. Cosa farà la Juve? Sono cose che fanno parte di altre strategie e non possiamo prendere le nostre decisioni condizionati dal timore".
In sostanza, mancando un atto d'assegnazione all'Inter dello scudetto 2006 la Figc aveva deliberato di non poter intervenire, come ribadito poi anche dal Tnas. La Juve aveva reagito con il ricorso al Tar. Ora, però, potremmo essere alla vigilia di una revisione dei processi sportivi del 2006 attraverso l'articolo 39 cui la Juventus si appellerà una volta acquisite le motivazioni della Cassazione. Un appiglio giuridico per rivedere le cose, insomma, potrebbe esserci aprendo la strada a soluzioni differenti. Temi sul tavolo che si potrebbe apparecchiare a patto, però, che Agnelli ritiri la causa al Tar.