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Auguri, Altobelli! I 60 anni di Spillo

L'indimenticabile attaccante nerazzurro ripercorre con Bonimba la sua carriera mentre si accinge a festeggiare il compleanno

60 anni sabato 28 novembre. Tanti auguri da Bonimba a Spillo Altobelli, con ovviamente un posto d'onore nell'Olimpo dei grandi attaccanti interisti. Con 209 reti realizzate in nerazzurro Altobelli è al momento ancora secondo solo a Peppin Meazza. Nato a Sonnino, in provincia di Latina, presto alto e fortissimo di testa, oltre che rapido e infallibile dentro l'area, il giovane Alessandro si divideva all'inizio della sua carriera tra il campo da pallone e la macelleria. "Mio padre voleva darmi un indirizzo per il futuro e così avevo iniziato a lavorare al bancone della carne. Ancora oggi, quando entro in una macelleria, so riconoscere la qualità della buona carne. Qualcosa mi è rimasto pure di quella esperienza".

L'esplosione di Spillo avviene invece a Brescia, in serie B, dove delizia i tifosi in coppia con Evaristo Beccalossi. "Siamo subito andati d'accordo, anche fuori dal campo. Lui sapeva dove io volevo il pallone, io capivo le sue finte. Ci siamo capiti dall'inizio". Sarà poi proprio Spillo a consigliare ai dirigenti interisti di prendere anche l'Evaristo: "Sono arrivato a 22 anni all'Inter. Era una squadra che si stava rinnovando. Mazzola si era appena ritirato e Facchetti, con cui dividevo la camera, quell'anno giocò il suo ultimo campionato. In panchina era arrivato come nuovo allenatore Eugenio Bersellini, il miglior tecnico che abbia avuto in carriera. Uno che sapeva allenare la tecnica, il fisico e la testa dei giocatori. vincemmo subito la Coppa Italia con un mio gol in finale con il Napoli. Eravamo una bella squadra, giovane e ambiziosa. Ai dirigenti consigliai di prendere Evaristo per l'anno dopo. Loro già lo conoscevano, perché quando erano venuti a vedermi a Brescia avevano ammirato anche le sue giocate. Insomma non fu difficile convincerli".


La prima stagione in nerazzurro arriva la Coppa Italia, la seconda vede Altobelli e l'Inter giocare un buon Campionato anche se con troppe ingenuità, la terza invece (1979-1980) è quella del 12° scudetto nerazzurro. "Eravamo i più forti, peccato non essere riusciti ad aprire un ciclo vincente, ma l'apertura delle frontiere l'anno dopo cambiò i valori in campo".

Poi, nel 1982, la storica vittoria ai Mondiali di Spagna. "In Argentina non ero andato perché Bearzot era stato chiaro: un solo buon Campionato di serie A non sarebbe bastato per l'azzurro. Puntò su Paolo Rossi e Antonio Cabrini e fece bene. Nell'82 però ero in grande forma. Chiusi il campionato con la vittoria della Coppa Italia segnando anche in finale di testa contro il Toro. Sono certo che Bearzot mi avrebbe portato anche senza l'infortunio che mise fuori gioco Bettega".

In Spagna Spillo non parte tra i titolari, la coppia davanti è Paolo Rossi e Ciccio Graziani. Entra però in campo contro l'Argentina (2-1) e nella semifinale con la Polonia (2-0), ma soprattutto è uno dei grandi protagonisti della finale con la Germania, quando dopo soli 7 minuti sostituisce l'infortunato Graziani. "Tutti ricordano il mio terzo gol, ma anche il rigore del primo tempo er arrivato da un mio lancio". 

Con l'Inter Altobelli è sempre il goleador indiscusso, anche quando arriva Karl-Heinz Rummenigge. Sul suo palmares in 11 anni di nerazzurro, fatto di uno scudetto e due Coppe Italia, Spillo non ha recriminazioni: "Sì forse qualche amarezza per le due semifinali europee perse con il Real Madrid, nell'81 in Coppa Campioni e nell'86 in Coppa Uefa. Vincemmo in casa ma poi non riuscimmo a contenerli nel ritorno, erano sostenuti da un grande pubblico e a volte anche da qualche svista arbitrale. Nell'86 purtroppo mi infortunai dopo 50 minuti e loro ribaltarono il 3-1 dell'andata per poi fare altri due gol nei supplementari".

In quell'anno, il 1986, Spillo è in forma smagliante e risulta il leader della Nazionale per i Mondiali del Messico: "Segnai tutti i gol della Nazionale, erano i miei campionati. Bearzot però commise l'errore di non rinnovare la squadra dell'82, come poi ha fatto Lippi nel 2010. Peccato".

La storia con l'Inter si chiude nell'88 con il poco feeling instauratosi con Trapattoni. "Chiesi al presidente Pellegrini di rescindere il contratto, senza avere neesuna offerta da altre squadre. Trapattoni mi metteva spesso in panchina: se mi avesse preso da parte e detto che mi voleva risparmiare in alcune partite, preparandomi a questo ruolo, probabilmente sarei rimasto. Comunque non provo nessun rancore per il Trap. Ci siamo incontrati tante volte e salutati sempre con grande cordialità". Una cosa però Spillo ci tiene a precisarla. "Non ho lasciato l'Inter per la Juventus. Ho rescisso il contratto e per due mesi sono stato senza squadra. Poi solo dopo i buoni Europei dell'88 è arrivata la chiamata di Boniperti".  


 

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Filippo Nassetti