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La bellezza che viene dal verde

La bellezza che viene dal verde

Jacques Rocher, erede di una delle industrie del settore tra le più attive sul versante green, dice a Panorama: «L’autentico benessere comincia dall’uso sapiente dei vegetali».


Erede dell’azienda cosmetica francese Yves Rocher, Jacques Rocher (nella foto) è il presidente della Fondazione che ha lanciato il progetto di piantumazione di alberi Plant for Life per riconnettere gli esseri umani alla natura. Nel 2021, il progetto riguarderà anche l’Italia con A.Ve.Pro.Bi, l’Associazione veneta dei produttori biologici e biodinamici.

Quali sono i nuovi temiche aziende come la vostra dovrebbero perseguire?

La natura è fondamentale, è il cuore di Botanical Beauty, massimizziamo la componente non artificiale nella progettazione del prodotto: colture senza Ogm, estrazioni delicate come all’Unità Acque Botaniche di La Gacilly, formulazioni il più possibile rispettose dell’ambiente, superando a volte gli standard «bio». Per raggiungere tali obiettivi con le nostre fonti di ingredienti botanici, Yves Rocher si è impegnata nel 2020 con l’UEBT (Union for Ethical BioTrade) migliorando l’approvvigionamento responsabile In linea con la missione del Groupe Rocher, di cui il marchio Yves Rocher fa parte insieme con Petit Bateau o Sabon. I dipendenti di tutte le nostre linee sono conoscono bene degli ecosistemi naturali e sono sensibili alle questioni sociali ad esse collegate. Abbiamo creato la nostra università interna, The Nature Academy, dove formiamo la nostra rete: in Yves Rocher Francia viene nominato un corrispondente in ogni negozio per sollevare le questioni di responsabilità del team di Beauty Advisors. È nata così Green Leaders che, entro la fine del 2021, diventerà una comunità estesa a tutto il mondo

Ci racconta la genesi del progetto Plant for life?

Nel 1991, io e mio padre Yves abbiamo deciso di creare la Fondazione. Una delle nostre prime azioni è stata quella di piantare alberi nelle scuole. «Una scuola, un arboreto» è stato ripreso dagli scolari in Francia e in altre parti del mondo. Più di 500 arboreti sono stati creati, in Burkina Faso, Libano, Canada, Francia… In tutto il mondo, il fascino magico degli alberi si rifletteva negli occhi che brillavano dei bambini. Il passo dopo è stato uno di quegli incontri che cambiano la vita: ho incrociato Wangari Maathai a Nairobi nel 2007, e ciò ha segnato una svolta. Accanto a questa donna ispiratrice, Nobel per la Pace, ho deciso di dare il mio pieno appoggio alla piantagione di alberi… Fu l’inizio dell’avventura di Plant for the Planet. La missione della Fondazione Yves Rocher è proteggere la biodiversità che mettiamo al centro della vita quotidiana di ogni individuo, fornendo sostegno e aiuto finanziario a iniziative locali, alternative ed efficaci in tutto il mondo. Nel 2020, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo di piantare 100 milioni di alberi grazie alla stretta collaborazione con i nostri esperti e le Ong che lavorano sul campo.

Come è avvenuto il coinvolgimento italiano?

In Italia, la Fondazione si è impegnata a finanziare la piantumazione di 10 mila alberi in 14 aziende agricole del Veneto e del Lazio. Grazie alla nostra rete, in particolare al Muséum national d’histoire naturelle (MNHN), abbiamo sentito parlare delle competenze di A.Ve.Pro.Bi. Il team di Plant For Life ha effettuato diversi incontri con loro, e dopo averne conosciuto il lavoro abbiamo deciso di realizzare il progetto.

Perché proprio il Veneto?

Al di là del fatto di piantare alberi, questo progetto è davvero prezioso per l’impatto che può generare sul territorio, a livello di biodiversità e pratiche agricole. Il Veneto è una zona fortemente caratterizzata da coltivazioni intensive dove le formazioni forestali – siepi, boschetti, fasce tampone – sono quasi scomparse. Ecco perché l’iniziativa mira ad aumentare la diversità biologica attraverso la piantumazione di nuove siepi, fasce tampone e boschetti, composti da alberi e arbusti, utilizzando molteplici specie vegetali autoctone. Propone anche azioni di sensibilizzazione e formazione per integrare pratiche agricole più sostenibili. Sono venuto un mese fa in Italia, nella provincia veneta appunto, dove ho vissuto due esperienze molto piacevoli. La prima è stata condivisa con una coppia, con la quale lavoriamo alla Fondazione Yves Rocher, e che ha messo a dimora oltre 1.000 piante su un terreno di un ettaro. Il secondo riguarda una cooperazione che ha piantato oltre 1.500 alberi per circondare un campo, cioè delle siepi. È sempre la stessa, vera lotta: far prosperare specie vegetali per far sì che la natura si riprenda un po’ i suoi diritti. Così, attraverso il progetto si affrontano varie sfide: la valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio, la conservazione della biodiversità e anche la sostenibilità economica: perché le formazioni forestali sugli appezzamenti agricoli giocano un ruolo decisivo nella conservazione qualitativa e quantitativa delle risorse naturali, rafforzando nel contempo le prestazioni agronomiche e la resilienza di aziende e zone geografiche.

Piantare alberi è anche un gesto politico…

Non lo definirei un gesto politico bensì un impegno. Non sto combattendo «contro». Io lotto per la biodiversità. Ricordo di essere andato al Summit della Terra nel 1992 in Brasile. Eravamo solo tre rappresentanti francesi all’epoca. Eppure, vedere Ong, governi e aziende lavorare insieme, dopo aver preso atto del rapporto sul grave stato del nostro pianeta, mi ha reso ancora più determinato ad agire.

Realizzare una Fondazione, piantare alberi sono anche operazioni di marketing «propositivo», che fanno bene agli interessi aziendali.

Dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra le prestazioni economiche e la considerazione del bene comune. In Yves Rocher, dobbiamo farlo continuando a sviluppare la nostra singolarità, dove i valori e il «know how» acquisito da oltre 60 anni possono essere più utili alla società. Un’azienda che vuole mantenere la sua attività a lungo termine deve tenere conto delle questioni ambientali al centro della sua strategia. Deve anche avere un ruolo educativo e sostenere i consumatori mostrando loro il buon esempio con azioni concrete. Lo sviluppo responsabile è la chiave per un futuro migliore. Inoltre i consumatori sono sempre più consapevoli delle questioni ambientali, e sempre più esigenti, il mondo della bellezza è in continua evoluzione, il modo di consumare anche, e rapidamente. È una sfida quotidiana per noi, per le aziende.

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