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Rifarsi a 70 anni

Rifarsi a 70 anni

Aumentano le persone «non più giovani» (uomini e donne) che cercano una nuova freschezza, almeno apparente, dal chirurgo plastico. Per ottenere lo sguardo di una volta o un volto più definito, per eliminare il grasso in eccesso o ridursi il seno. Vanità tardive? Forse, ma anche un modo per sentirsi ancora parte attiva della società.


Tesoro, mi rifaccio il seno». «Mamma, ma hai 70 anni…». «E allora? Tuo padre a 80 si è fatto togliere le borse da sotto agli occhi». Sembra un dialogo da «sitcom», non lo è affatto. Sono sempre di più i senior che si rivolgono al chirurgo plastico per ritrovare una certa freschezza. Secondo l’American Society for Aesthetic Plastic Surgery, sono 143 mila gli americani dai 65 anni in su a essere ricorsi al bisturi nel 2021. Vent’anni fa erano meno della metà. L’incremento più significativo è stato negli ultimi cinque anni.

E in Italia? Delle 283.688 persone che hanno scelto la chirurgia plastica e le 385.116 che hanno optato per la medicina estetica, sempre nel 2021, l’8,3 per cento ha tra 65 anni e 80 anni. I trattamenti più richiesti: riduzione del seno, rinoplastica, occhiaie e borse degli occhi, liposuzione, botulino. E per il 75 per cento di loro è la prima volta.

Il fenomeno cresce al punto da esser stato ribattezzato «granny plastic surgery», la chirurgia plastica dei nonni. Una «rinascita» della terza età in aumento per due motivi: perché è sempre meno invasiva, e quindi ben tollerata, e perché, essendo i 65 anni i «nuovi 45», ci si vuole vedere come ci si sente.

Prendersi cura del proprio aspetto anche dopo la settantina non è nemmeno più considerato frivolo. «A 65-70 anni ci si sente perfettamente in grado di partecipare alla vita sociale con un aspetto gradevole» afferma Francesco Stagno d’Alcontres, presidente della Società italiana di Chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica (Sicpre). «Nell’ultimo ventennio le donne hanno conquistato ruoli sempre più importanti nel mondo del lavoro. Vogliono presentarsi con un volto giovanile che tenga conto della loro età percepita. Gli uomini non hanno mai avuto problemi di esteriorità per quanto riguarda la vita sociale ma oggi, guardando le donne, di riflesso si sono resi conto di poter allineare l’immagine desiderata a quella riflessa dallo specchio».

Bastano piccoli ritocchi, con degenze minime, per acquistare freschezza. «In questa fascia d’età non si parla di stravolgimenti di volto e corpo, ma piccole correzioni chirurgiche. Con la chirurgia palpebrale, realmente poco invasiva, si migliora decisamente il viso e addirittura l’espressione» continua l’esperto.

Non sono però borse e occhiaie il maggior cruccio maschile. «L’intervento più richiesto è la ginecomastia, in caso di età avanzata è meglio parlare di adipomastia perché in realtà è un accumulo di grasso sul seno. Se non è eccessivo, si può lipoaspirare senza che rimangano cicatrici visibili. Stessa cosa per le maniglie dell’amore. Certo, se oltre al grasso c’è tanta pelle, bisognerà pensare a un intervento chirurgico più strutturato. Ma se la volontà di riacquistare gioventù è forte, si fa. Sempre ricordando che si tratta comunque di interventi chirurgici che non vanno sottovalutati, affidandosi unicamente a medici specialisti».

Le motivazioni, per un uomo, sono spesso quella di stare al passo con una compagna più giovane. O di fornire un’immagine ancora vincente. La donna invece ha bisogno di continuare a piacersi quando si guarda allo specchio. Confortata dal fatto che il «ritocchino» ormai è universalmente accettato dalla società, che non guarda più di traverso le signore che si «tirano» un po’, optano per le tecniche di minilifting, che dà risultati apprezzabili, e per la riduzione del seno. Al contrario delle diciottenni, che smaniano per avere due taglie in più di reggiseno, le signore più avanti negli anni ritengono che il décolleté piccolo dia loro un aspetto più giovane, e più elegante. L’intervento inoltre elimina la pelle in eccesso, e cadente, che le angustia.

«Quando si parla di invecchiamento non dobbiamo pensare solo all’ età cronologica ma anche a tutti i cambiamenti della sfera emotiva» precisa Damiano Tambasco, responsabile dell’Unità operativa Chirurgia e medicina estetica dell’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma (e attualmente sul canale Discovery Real Time con Il mio amico bisturi, programma di chirurgia «etica»). «Eventi come il pensionamento possono portare un senso di inefficienza e inutilità. I rapporti sociali sono affievoliti. In questo contesto si inserisce il volersi prendere cura di sé stessi anche ricorrendo alla chirurgia, che non è però uno strumento per rincorrere la giovinezza ma per superare un disagio psicofisico».

Il Web ha avvicinato anche gli internauti più agée alla medicina estetica. Sono informati, fanno richieste precise e sono ansiosi di vedere su di loro i cambiamenti promessi. «Internet ha aiutato soprattutto chi, prima dei 65 anni, non si è mai avvicinato alla chirurgia estetica a farsi un’idea su trattamenti e costi» concorda Vanessa Patrizi, medico estetico a Roma. «Queste persone iniziano con trattamenti soft. Attualmente a essere più richiesti, soprattutto dalle donne “over”, sono gli induttori di collagene come Gouri: essendo liquido viene iniettato in pochi punti nel viso e da lì si diffonde a macchia d’olio nei tessuti. Senza alterare i volumi o la mimica, ma combattendo la lassità. L’effetto dura un anno. Ma, una volta preso confidenza con il medico, tornano prima dei 12 mesi con altre richieste».

Del resto, riconquistare un certo aspetto giovanile ha effetti benefici sulla salute psicofisica dell’anziano. Perché, alla fine, nessuno accetta i segni del tempo soprattutto se gode di un discreto benessere. «L’immagine della vecchiaia resta negativa» conferma la sociologa Chiara Saraceno. «La ruga, il capello grigio, il seno cadente, la pancetta, sono considerati segni di debolezza, di fragilità. E se fino a ieri la vecchiaia agli uomini non faceva male sul piano sociale, oggi si sentono in competizione con i corpi scattanti dei giovani. Per le donne invece gli anni che passano non sono mai indolori. Non solo non sono più considerate desiderabili sul piano sessuale, ma diventano – o si sentono – irrilevanti».

A differenza della chirurgia estetica minorile, determinata dall’insicurezza e dalla ricerca della perfezione moltiplicata dai social, quella senior vuole sfatare lo stereotipo dell’anziano decadente.

«Per essere considerati ancora competitivi» prosegue Saraceno «bisogna esibire un corpo, almeno all’apparenza, più giovane. A chi decide però di rivolgersi al chirurgo plastico va fatto un avvertimento: è vero che in Italia non c’è una rappresentazione realistica della terza età, perché in realtà ci sono tanti settanta-ottantenni che si tengono bene, che nonostante qualche acciacco non sono né cadenti, né sfatti. Ma se il corpo si può truccare, eliminando borse, pance, pelli in eccesso, dopo non avrai comunque il vigore dei quarant’anni. Potrai dimostrarne 50, ma non fare le maratone perché si rischia un infarto».

In forma sì, addio a rughe e pieghe di troppo, ma senza farsi per questo pericolose illusioni.

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