​Blake Lively, it ends with us
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Blake LIvely, non c’è rosa senza spine

L'attrice è al centro delle critiche per la strategia promozionale del suo film «It ends with us». Il motivo? ha puntato la promozione del film sull’amore e sul romanticismo, mettendo in secondo piano, il vero tema: la violenza domestica

Nuova puntata di «Come fai sbagli», protagonista l’attrice americana Blake Lively impegnata nel tour promozionale del film girato con Justin Baldoni, It Ends with Us. Il film parla di un uomo che ama la sua donna, ma a causa di tragici traumi infantili e sensi di colpa che lo tormentano la picchia. Lei resta, lo ama e poi... Non spoileriamo oltre. I social, però, sono in fermento. Non va bene fare film su questi temi? Sì va bene, ma per molte esponenti femminili, poi non va bene fare promozione come la sta facendo Blake. L’assalto comincia con Ashley Paige: «Ciao Blake. Sono una sopravvissuta alla violenza domestica e il mio cuore è spezzato per come tu rappresenti le vittime». La palla di neve è subito diventa valanga: «È comico come tu stia disperatamente cercando di avere il tuo momento Barbie promuovendo il film in modo fashion e floreale quando racconta un problema molto serio come la violenza domestica!».

Alle critiche si affiancano altrettante difese: «Ma sei scema? Il suo personaggio è quello di una fioraia, perciò cita sempre fiori e indossa vestiti a fiori!», «La violenza domestica è l’argomento del film, non ti basta? Che promozione volevi, Justin che picchiava Blake alle prime?». C’è chi rintraccia una motivazione ideologica alle critiche: «It Ends with Us è un film da 10, quest’odio social verso Blake è pompato, basta essere così woke!». La giornalista norvegese Kjersti Flaa, molto famosa per le sue domande scomode ai divi di Hollywood, ha scaraventato sui social una videointervista nella quale Blake, da poco incinta, alle congratulazioni per il suo pancione risponde scocciata: «Congratulazioni per il tuo di pancione», insinuando che la giornalista fosse un pochino oversize. Infiniti i commenti sarcastici ai post di Blake: «I bulli come te vanno bullizzati!». Ma trovano i propri critici: «Occhio per occhio lascia il mondo cieco e poi tu che ne sai che non si sentì lei stessa bullizzata nell’intervista fatta oggetto di commenti pure femminili sul suo corpo incinto come se fosse stata una mucca?».

La questione che riguarda la violenza domestica si è presto trasformata nell’attacco alla persona: «Leighton ci aveva avvisato. Non sono affatto sorpresa». Leighton Meester era coprotagonista con Blake della serie tv Gossip Girl. Ma, ancora, l’odio verso Blake viene difeso da tanti: «Leighton non aveva proprio avvisato nessuno di niente. Sei solo l’ennesima donna che sale sul carrozzone dell’odio per una celebrità che non si comporta come secondo voi dovrebbe, vergognatevi», «Il film denuncia la violenza domestica vittima una donna e tutto quello che molte donne sono riuscite a fare è violenza social verso… una donna. Sorellanza? Sì, con chi e quando vi pare!». Ahia.

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Gemma Gaetani

(Roma, 1972). Scrittrice e poetessa. Vive a Milano. Laureata in lettere moderne alla Sapienza di Roma, si è occupata di critica letteraria per Poesia, Il Domenicale e Liberazione e di attualità culturale per Il Giornale e Libero. Ha pubblicato il romanzo Colazione al Fiorucci Store (Milano), i pamphlet Elogio del tradimento. Conquista, tradisci, nega! e Il decalogo dell'uomo vero, nonché la raccolta di versi Ogni donna ama un fascista. Diario antimoderno.

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