Forse ha ragione Braschi quando dice che i nostri arbitri sono i migliori al mondo e che, anzi, quelli di oggi sono i migliori degli ultimi cento anni. E, forse, ha ragione anche quando dice che la stagione sin qui è stata un successo e che ci sono stati solo 5 errori clamorosi in 250 partite.
Il problema è che a sbagliare (e un po’ più di cinque volte) sono sempre più spesso i big, quelli che dovrebbero essere i numeri uno e incarnare le certezze di un movimento che invece è in profonda confusione. Quelli che hanno in mano le partite che contano e che pesano maggiormente. Perché, con tutto il rispetto per le altre, un errore che condiziona le gare di Juventus, Milan, Inter, Roma, Napoli e Fiorentina spesso vale per lo scudetto o per un posto in Champions e sposta decine di milioni di euro. Chiedere ai fratelli Della Valle per conoscenza…
Difficile quindi stupirsi per la scelta di mandare un emergente come Guida a fare Milan-Juventus nella settimana dell’isteria contro i direttori di gara. A Braschi sono rimaste davvero poche frecce e non tutte spendibili. L’Italia ha dieci arbitri internazionali di cui 3 inseriti nella classe Elite. Il loro rendimento non è però all’altezza. Prendiamo Rizzoli, il numero uno candidato per la finale Mondiale se l’Italia dovesse fermarsi prima dei quarti in Brasile: ha sbagliato il derby di Torino e anche prima non era stato perfetto venendo duramente contestato, ad esempio, per i mancati rossi di Fiorentina-Juventus.
Tagliavento ha infilato errori in serie in Napoli-Inter, Inter-Roma e Bologna-Milan. Poi ci sono Banti (due penalty negati al Milan in casa contro il Napoli e la Roma affossata a Torino) e Mazzoleni (rigore di Zapata su Palacio nel derby e Torino-Juve all’andata) in first class. Gli altri? Damato (ricordate Lazio-Inter e Atalanta-Roma?) oppure Valeri (quello di Parma-Milan 3-2). Certo, ci sarebbero anche Rocchi e Orsato che stanno facendo una buona stagione, ma non sono designabili sempre e comunque.
Guida, insieme a Massa, è una delle poche novità positive dell’annata ed è stato appena promosso internazionale. E’ al suo primo big match e potrà arbitrarlo con la testa libera da pensieri e condizionamenti. Per una volta, forse, Braschi ha scelto di seguire istinto e meritocrazia. Semmai stupisce la designazione come giudici di porta di Gervasoni e Russo. Il primo è nella bufera per aver fatto arrabbiare la Fiorentina; Borja Valero lo accusa di aver scritto il falso sul referto provocando la qualifica per 4 turni, Braschi ha difeso la sua direzione in campo ma rimetterlo subito al lavoro in un ruolo così delicato sembra quasi una sfida.
Gervasoni del resto non è nuovo a queste situazioni. E’ lui l’arbitro di Catania-Juve e del gol catanese annullato dopo lunghe consultazioni (Pulvirenti esplose dicendo: “Oggi a Catania è morto il calcio”) ed è pure l’arbitro che fece infuriare Moratti regalando un rigore che nemmeno i bergamaschi avevano visto in Inter-Atalanta e che si inventò l’applicazione rigida della regola sulla fine del tempo cancellando un gol alla Sampdoria. Russo nell’ultimo turno ha, invece, omesso di fischiare un rigore decisivo all’Inter per fallo su Icardi.
Insomma due arbitri certamente poco sereni a fare da spalla a un emergente che debutta in un big match. Braschi tenta l’ultimo azzardo, scommette tutto su se stesso e i suoi uomini. Sa già di essere all’ultimo miglio. A giugno non verrà riconfermato.
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