Home » Lifestyle » Bridget Jones, ecco perché la amiamo oggi come 25 anni fa

Bridget Jones, ecco perché la amiamo oggi come 25 anni fa

Bridget Jones, ecco perché la amiamo oggi come 25 anni fa

Renée Zellweger torna a indossare i panni della londinese impacciata e inguaribile romantica. Un quarto di secolo fa sognava il Principe azzurro, oggi è alle prese con figli e toy boy. Insomma, continua a parlare a generazioni di donne (e uomini) riflettendo le loro incertezze, desideri e cambiamenti

Sono trascorsi venticinque anni da quando Renée Zellweger ha vestito per la prima volta i panni della romantica e impacciata trentenne londinese protagonista de Il diario di Bridget Jones, ispirato all’omonimo romanzo di Helen Fielding. Un quarto di secolo in cui Bridget ha vissuto una serie di eventi che l’hanno vista sposarsi, ingrassare, dimagrire, diventare madre, rimanere vedova, mentre i costumi sociali e i rapporti tra i sessi hanno subito trasformazioni radicali.

Ora siamo giunti al quarto capitolo del franchise, dopo Che pasticcio, Bridget Jones! e Bridget Jones’s Baby. L’attrice texana, oggi cinquantacinquenne, si ritrova nei panni dell’eroina che ha accompagnato molte giovani donne nel corso degli anni, un personaggio capace di farle sentire comprese e rappresentate. In Bridget Jones – Un amore di ragazzo, la vediamo ora madre di due bambini e vedova dell’amato Mark Darcy (interpretato da Colin Firth), tragicamente scomparso in una missione umanitaria in Africa. Il suo spirito rimane comunque presente, manifestandosi come un affettuoso fantasma. Gli amici di Bridget sono preoccupati per lei e la spronano a riaprire il suo cuore. Tra questi c’è anche l’ex storico Daniel Cleaver (Hugh Grant), sempre in cerca di avventure, seppur ormai invecchiato e con qualche problema cardiaco, che si offre di fare da improbabile babysitter.

Il film, in uscita nelle sale il 27 febbraio con Universal Pictures, esplora vari aspetti dell’amore contemporaneo, affrontando temi anche leggeri e ironici, come Tinder, il ghosting, e le relazioni con uomini più giovani, i cosiddetti toy boy. Il cuore di Bridget è infatti diviso tra il ventinovenne Roxter (Leo Woodall) e il serio professore Wallaker (Chiwetel Ejiofor), insegnante e figura paterna per suo figlio Bill. Nel frattempo, su consiglio della saggia ginecologa (Emma Thompson), Bridget ha ripreso il suo lavoro come producer televisiva.

“Bridget è magica, ci fa sentire capiti e ci dà speranza. Qualsiasi generazione e cultura riesce a identificarsi con lei per i momenti profondamente umani che vive, le incertezze, lo sconforto, la ricerca di sé stessi. E questo fa di lei una fonte di ispirazione. Nonostante sia imperfetta, disordinata e lontana dai canoni di bellezza imposti dalla società, lei riesce comunque a trionfare”, spiega Renée Zellweger, che ormai ha con questo personaggio una relazione simbiotica. “Con lei condivido il pessimo rapporto con il tempo e la vena romantica. Lei è un vero regalo per me, parlo di Bridget tutti i giorni, perché c’è sempre qualcuno che mi ferma per raccontarmi la sua esperienza con questa saga”.

Nel quarto film, Bridget è una donna che, pur essendo vedova con due figli, ritrova il significato dell’amore attraverso una relazione con un uomo molto più giovane. Al di là degli alti e bassi al botteghino, è innegabile che la saga di Bridget Jones abbia attraversato numerose fasi della discussione pubblica sul ruolo delle donne, anticipando spesso le tendenze sociali. Il primo film, infatti, ha messo in luce le aspettative della società nei confronti delle trentenni, evidenziando la pressione di avere figli e il tema del peso: furono scritte innumerevoli pagine su come Renée Zellweger fosse ingrassata per il ruolo e quanto velocemente fosse poi tornata in forma. Successivamente, i film hanno trattato tematiche come la gravidanza in età avanzata, le rughe, l’invecchiamento. Fino ad arrivare ai dibattiti più recenti riguardanti il sesso tra donne cinquantenni e uomini più giovani, come nel caso del film Baby Girl, con Nicole Kidman, che ha alimentato discussioni simili.

“Le persone si riconoscono nelle sue imperfezioni, nella sua vulnerabilità, nella sua paura. La sua autenticità e la sua umanità trasparente rendono facile per gli altri dire ‘conosco qualcuno come lei’, o addirittura ‘sono io’,” riflette Zellweger.

Nel suo disordine, Bridget Jones è quindi una vera pioniera, come sottolinea Ester Zuckerman sul New York Times: “Bridget è una delle poche eroine che abbiamo potuto osservare e giudicare nel tempo, amare e detestare attraverso un arco temporale così lungo. Di solito, alle protagoniste delle commedie romantiche vengono concessi solo 90 minuti per trovare, perdere e ritrovare l’amore, raggiungendo il tanto desiderato lieto fine. Raramente vediamo queste eroine invecchiare, eppure Bridget è diventata un barometro del modo in cui parliamo delle donne.”

Avere Bridget Jones nelle nostre vite per tutti questi anni ha rivelato, forse inaspettatamente, molto sul modo in cui parliamo delle donne. Il personaggio e, in particolare, la performance di Zellweger hanno stimolato conversazioni scomode ma illuminanti sull’immagine che abbiamo del corpo e sull’invecchiamento. Bridget è stata, inconsapevolmente, un metro di giudizio con cui il pubblico si è confrontato, affezionandosi tanto ai personaggi quanto agli attori che li interpretano. A riprova di questo legame, nel 2020 – durante la cerimonia dei BAFTA – Zellweger (che quella sera vinse come miglior attrice per Judy) e Hugh Grant (Daniel Cleaver nella saga) si incontrarono poco dopo che Zellweger aveva ritirato il suo premio. “Ben fatto, Jones”, disse Grant.

“Abbiamo rappresentato in modo autentico un momento complicato della sua vita. Sarebbe stato ridicolo se avesse avuto gli stessi pensieri di quando aveva trent’anni, ma l’essenza di Bridget resta invariata. Ogni capitolo di questa storia rispecchia un capitolo della nostra vita”, conclude Zellweger. E alla Bridget di venticinque anni fa, manda un messaggio semplice e chiaro: “Stai tranquilla, andrà tutto bene.”

TUTTE LE NEWS DI LIFESTYLE

© Riproduzione Riservata