La Burraco-mania è senza fine
Storia e segreti del gioco a carte capace di conquistare tutti gli italiani
Gli Italiani, popolo di eroi, santi, poeti, artisti e di giocatori di carte. Da sempre.
Tutti avrete visto, anche solo per sbaglio, nella vostra vita la foto in cui sull'aereo che riportò la Nazionale a casa dal mondiale spagnolo del 1982, il presidente Pertini e Zoff sfidarono a scopa Bearzot e Causio, con accanto la Coppa del mondo appena vinta.
Erano altri tempi quelli e altre carte, oggi sotto i nostri riflettori sono finite quelle da poker, le stesse che il Caravaggio rese protagoniste di uno dei capolavori del suo realismo (I bari, un dipinto a olio su tela del 1594).
Infatti, ad andare di moda sono proprio quelle francesi e un gioco che è nato negli anni ’40 in Uruguay, come variante della Canasta. Stiamo parlando del Burraco, un gioco che rientra nella categoria di cose capaci di unire l’Italia da nord a sud, senza alcuna distinzione di sorta, senza badare al ceto sociale di appartenenza o alle lauree appese dietro la scrivania. E neppure al numero di followers.
Ci giochi con due mazzi completi di carte francesi, jolly compresi. Poche azioni ripetute: peschi, scarti, cali, attacchi, fino a quanto non metti 7 carte in sequenza per una scala. Quello è il tuo burraco. Ora puoi chiudere.
Ci giochi negli stabilimenti balneari in Salento, è da lì che poi negli anni ‘80 si è diffuso in tutta Italia. Ci giocava Luciano Pavarotti, Katia Ricciarelli, Sandra Mondaini, persino Giulio Andreotti e Raffaella Carrà. Sembra qualcosa di andato, vissuto, roba per vecchi eppure non è mai stato così tanto di moda. Ci giochi a Natale mangiando un pezzo di panettone, ci giochi al lago sotto il portico, al mare sotto l’ombrellone, al calar del sole, quando dalle cabine iniziano a fare capolino tavolini, panni verde ed è tutto un acchiappo di sedie e un proliferare di coppie dell’ultima ora. Ne siamo testimoni oculari. È ciò che accade, infatti, ogni santo giorno allo stabilimento balneare Miramare di Otranto. A dirigere i lavori Gianni, il Capitano, una vita passata nell’aeronautica e un amore incondizionato per il Burraco. Ci gioca lui con i suoi amici da un lato, le mogli dall’altro, i figli ancora un po’ più in là. I nipoti sono ancora inconsapevoli ma si faranno, si aggirano con troppo interesse intorno a quei tavoli e non solo per avere la moneta per il gelato. La cosa bella sono i tavoli misti, eh certo perché un tempo non si accettavano le donne, oggi è diverso. Certe, se non le fai sedere al tavolo che conta non te le levi di torno.
AL CINEMA
Qualche anno fa (2020) sbarcò anche al Lido di Venezia, con Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti. Erano loro le protagoniste di Burraco Fatale. Amiche che si incontrano tutti i pomeriggi per giocare a burraco, affrontando un torneo a settimana, un attimo prima di essere scelte per partecipare in rappresentanza della Regione Lazio, al torneo nazionale. Si raccontava l’universo femminile, partita dopo partita. E non fu certo la prima commedia costruita intorno al gioco delle carte e alle chiacchiere fra donne al tavolo verde. Nel 2009 ci aveva lavorato Cristina Comencini nel suo Due partite, del quale erano protagoniste Margherita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini.
A TUTTO TENNIS
Il Burraco oggi è una delle cifre dello stile di vita italiano, e se vi dico che non è mai stato così tanto attuale credetemi. Ci gioca anche il 22enne altoatesino Jannik Sinner, gioiello del tennis italiano e lo fa spesso in doppio con il compagno Lorenzo Sonego, anche poco prima di trionfare in coppa Davis. Ci giocano altre due leggende del tennis italiano Francesca Schiavone e Flavia Pennetta, per rilassarsi restando concentrate.
A MILANO PUNTANO SULL’ESCLUSIVITÀ
Ci giocano a Milano nei salotti buoni. Ci giocavano al Circolo Gucci di via Borgospesso, nel 2021 nello spazio multidisciplinare, un po’ boutique. Si, lo giuro, organizzavano veri corsi di Burraco!
Ci giocano oggi, una volta al mese. Si chiama Burraco Society, è stata fondata dall’artista Maurizio Cattelan e dal pr Paride Vitale (ha vinto Pechino Express con Victoria Cabello e conduce Viaggi pazzeschi sempre con la Cabello). Un torneo che avviene una volta al mese, aperto a pochissimi partecipanti: 40 le persone ammesse al gioco, suddivise in 10 tavoli, alle quali si dà appuntamento in un luogo che cambia continuamente. Geppi Cucciari fa parte dell’élite come anche la stratega moglie di Carlo Cracco, Rosa Fanti (che si allena con le signore agé dei Bagni Fiore a Portofino). C’è Fabio Novembre, dicono pure la D’Urso. C’è la passione per il gioco ma anche quell’essere esclusivo che tanto amano i meneghini. Uno degli ultimi ritrovi è stato alla Casa degli Atellani, un attimo prima che il palazzo passasse nelle mani del francese Bernard Arnault (il CEO di LVMH che controlla oggi quasi 2/3 del mercato della moda e del lusso a livello globale).
A TORINO GIOCANO DI GUSTO
Anche nel capoluogo sabaudo, tutti vanno a caccia di pinelle (sono tutti i 2 esistenti nel mazzo, valgono 20 punti e possono essere usati come un jolly). Ma qui Burraco fa rima con champagne. Un esempio? Il 9 giugno il ritrovo è presso il Ristorante * Stella Michelin, La Credenza, alla corte di Igor Macchia e Giovanni Grasso. La serata si chiama proprio così “BURRACO & CHAMPAGNE” e fa parte di un calendario gastronomico di tutto rispetto. Hai diritto all’accesso al torneo, ti viene consegnato un cadeux gara, quattro intervalli culinari e Champagne Moët & Chandon Grand Vintage 2015 come se piovesse. L’invito è a mischiare le carte, brindando con gli amici, scoprendo una cucina, tutto partendo da un assunto che porta la firma del pittore francese Paul Gauguin: “Cucinare suppone una testa leggera, uno spirito generoso e un cuore largo”. Non dovrebbe poi essere così che andrebbe affrontata la vita?