Chi rappresenta i mister? Procuratori contro avvocati
Solo in Italia serve il titolo per occuparsi degli allenatori: una situazione anomala che viene spesso aggirata e che gli agenti Fifa discriminati vogliono ora cambiare
Con il passare degli anni i procuratori hanno assunto un ruolo sempre più determinante nell'ambito del calciomercato. L'ultima frontiera riguardante il mondo degli agenti è l'assistenza degli allenatori. I tecnici - secondo la regolamentazione italiana - non potrebbero avvalersi ed essere rappresentati dagli agenti Fifa, ma al tempo stesso nulla vieta che gli avvocati ne possano stilare e curare, regolarmente, tutti gli aspetti contrattuali.
Una discrepanza che sta accentuando il braccio di ferro fra procuratori e appunto avvocati in seno all'AssoAgenti. Oltretutto, nel resto d'Europa tali operatori di mercato possono tranquillamente assistere i vari mister, portandoli da un club all'altro. Jorge Mendes cura gli interessi di Josè Mourinho; mentre Jean Pierre Bernes ha portato proprio pochi giorni fa Laurent Blanc al Psg. Lo stesso Carlo Ancelotti si è affidato ad Ernesto Bronzetti per facilitare il suo approdo al Real Madrid. Josè Maria Orobitg ha condotto i contatti che hanno permesso a Pep Guardiola di accasarsi al Bayern; così come Manuel Garcia Quillon è stato il fautore dell'arrivo di Rafa Benitez all'ombra del Vesuvio.
Nel Bel Paese, invece, tutto ciò è permesso solo agli avvocati. Fra questi spiccano figure come Beppe Bozzo, che cura gli interessi di Walter Mazzarri (Inter), Gigi Delneri e Claudio Ranieri (Monaco). Medesima situazione per due mister emergenti come Davide Nicola (Livorno) e Carmine Gautieri, che si sono affidati rispettivamente all'avvocato Rispoli e all'avvocato De Rosa. Il rapporto di consanguineità permette invece ad Antonio Conte (Juventus) di consultarsi contrattualmente con il fratello Daniele, nonostante sia un agente.
Una normativa, quella vigente in Italia, che tuttavia lede la concorrenzialità fra i procuratori italiani non appartenenti al ramo degli avvocati. Una problematica significativa, ma più di facciata che reale: molti allenatori, non potendo essere assistiti ufficialmente, si avvalgono infatti comunque di consulenze semi-ufficiose da parte degli agenti. E molti ex giocatori che hanno da poco appeso gli scarpini al chiodo per sedersi su una panchina, sono rimasti nell'orbita di coloro che in passato erano i loro agenti. È il caso di giovani tecnici come Pippo Inzaghi (Primavera Milan), Cristiano Lucarelli (Perugia) e Fabio Liverani (Genoa), in ottimi rapporti rispettivamente con Tinti, Pallavicino e Alessandro Moggi. Quest'ultimo ha collaborato da vicino anche con Massimiliano Allegri (Milan); mentre il socio di Pallavicino, Giovanni Branchini, ha mantenuto un filo diretto con Roberto Donadoni (Parma).
La figura del procuratore - così come per i calciatori - diventa fondamentale nei periodi in cui si è senza squadra e proprio gli agenti lavorano sottotraccia per trovare una nuova sistemazione. Per questo tecnici esperti come Andrea Mandorlini (Hellas Verona) e giovani emergenti come Giovanni Stroppa (Spezia) e Devis Mangia hanno comunque accanto queste figure professionali. Da anni l'allenatore del Hellas Verona chiede consiglio a Tullio Tinti; mentre Stroppa si confronta con l'ex compagno di squadra Graziano Battistini. L'ex commissario tecnico dell'Under 21 ha invece cambiato figura di riferimento, allontanandosi da Filippo Cavidini per avvicinarsi a Giuseppe Riso. Non ha invece cambiato abitudini Vladimir Petkovic, che ha mantenuto come rappresentante l'agente Kevin Fioranelli anche dopo l'approdo in Italia alla Lazio.
Nessun problema invece per Rino Gattuso, che vivrà in questi giorni le prime ore ufficiali da tecnico del Palermo dopo la breve esperienza al Sion: in Svizzera a rappresentarlo c'erano gli avvocati D'Amico e Pasqualin. Situazione che rimarrà invariata in Italia senza dover ricorrere ad alcun sotterfugio, dal momento che per i principi del foro è appunto assolutamente regolare assistere gli allenatori nella sottoscrizione dei contratti. Intanto, gli agenti di calciatori che non vantano il titolo di avvocato sono però pronti a dare battaglia alla Figc affinché venga cambiato il regolamento e non ci siano più discriminazioni professionali proprio come avviene nelle altre Federazioni internazionali.