Cesare Cremonini: "Ora un nuovo disco e tanta voglia di cinema"
Incontro con il cantante emiliano: dal perchè scrive canzoni d'amore al rituale della colazione, passando per il sogno di lavorare con Sorrentino o Garrone
"Ho una forte ironia, ma di fondo resto un malconcio malinconico". Si descrive così Cesare Cremonini, 33 anni e un successo da gestire, quello dell'album La teorie dei colori e del suo ultimo "Live Tour", chiuso in bellezza con la tappa al Teatro Antico di Taormina in cui si è esibito solo (piano, chitarra e voce).
È un luogo che senz’altro gli porta fortuna, dato che proprio lì aveva già ritirato poco prima uno sfavillante Nastro d’Argento per il brano Amor mio, tratto dal film Padroni di casa. E con l’occasione, il cantante emiliano aveva duettato sul palco con uno dei suoi amici e miti di sempre: Gianni Morandi.
Com’è lavorare con Gianni?
Un grande onore: siamo amici oltre che colleghi, tifiamo la stessa squadra, mangiamo le stesse cose, io lo stimo da sempre e mi ha insegnato tanto mettendo tutta la sua esperienza nel mio brano. Ancora oggi ripensandoci mi sembra incredibile e meraviglioso aver cantato insieme.
Le ha fatto effetto ricevere il Nastro per la "vostra" canzone?
Ero parecchio emozionato, lo ritengo il premio più importante ricevuto finora: è stato totalmente inaspettato, avevo concorrenti bravissimi come Vinicio Capossela e Malika Ayane.
In generale che rapporto ha con i premi?
La verità? Mi sento come un artista che ha già vinto, a poter fare il lavoro che amo e la vita che ho sempre desiderato.
Continuerà a fare cinema?
L’ideale sarebbe riuscire ad alternare un disco e un film: amo mischiare le carte e il mondo del cinema ha tanto da insegnarmi. Quindi sì, vorrei provare a rifare l’attore, sempre nel modo più umile possibile, come ho fatto con Pupi Avati.
Registi che stima particolarmente?
Paolo Sorrentino e Matteo Garrone, artisti a cui dovremmo essere tutti riconoscenti.
A proposito di Sorrentino, una battuta di La grande bellezza è "Siamo tutti sull’orlo della disperazione". È d’accordo?
È una frase molto simile a quella di Vasco: "Siamo tutti in bilico tra follia e normalità". È un sintomo di questi tempi, o forse è qualcosa da sempre insito nell’uomo, però io ho bisogno di pensare in positivo e cercare il bello anche se nascosto, anche mentre tutto ci crolla tra le dita.
C’è un ruolo che le piacerebbe interpretare?
Non ho preferenze. Se in musica mi prendo rischi e responsabilità, al cinema preferisco affidarmi totalmente a un regista.
Finito il tour sta già scrivendo nuove canzoni?
Sì e francamente vorrei che il disco uscisse presto: non è il momento di prendermi pause, mi piace cavalcare l’onda del successo che sto avendo anche per gratificare la gente che mi supporta. Cercando sempre di migliorarmi.
Segue una ritualità nel comporre i suoi brani?
No, giusto quella della colazione mattutina: non posso scrivere nulla se non faccio prima una grande colazione, e la vittoria è già concedermi il lusso enorme di potermi svegliare con calma, che poi è la cosa che mi serve di più.
Un’ultima curiosità: perchè, da sempre, canta l’amore?
Perchè è l’essenziale, un miraggio che sembra lontano da raggiungere. Ma l’importante è averne ognuno una propria visione: per me è l’unico luogo protetto dai venti.