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«È il momento di mangiare (solo) italiano»

«È il momento di mangiare (solo) italiano»

La rubrica, Affari di famiglia

«Non fate la corsa all’accaparramento, non comprate troppi prodotti freschi (si rischia di sprecarli) e venite nei supermercati (non rimarranno mai vuoti). I consigli di sopravvivenza di Giorgio Santambrogio, amministratore delegato di Végé tra i principali gruppi italiani della grande distribuzione.


«E’ una misura dolorosa chiudere tutti negozi eccetto quelli di pubblica utilità ma sono favorevole. Tanto per quel che vedo qui a Milano sui mezzi pubblici non circola nessuno e tanti negozi non food hanno già provveduto a fermarsi autonomamente per tutelare i dipendenti dal contagio del coronavirus. Non cambia molto». Sono giornate, settimane complesse quelle di Giorgio Santambrogio, amministratore delegato di Végé, tra i principali gruppi italiani della distribuzione organizzata con circa 11 miliardi di euro di fatturato 2020 e più di 3.500 punti vendita affiliati in tutta Italia, che vanno dal negozio di prossimità al cash & carry passando per i centri commerciali. Proprio questi sono finiti nell’occhio del ciclone perché prefetti e sindaci stanno mal interpretando le direttive del governo, imponendo nei week end la chiusura dell’intera struttura, supermercati compresi. «Ma non è così» sottolinea al telefono «il decreto del governo parla chiaro: chi vende alimentari deve essere sempre aperto vista la situazione… Bisogna mettere definitivamente al bando le cattive interpretazioni». Per il bene di tutti. «Noi della grande distribuzione abbiamo la responsabilità di stare aperti e di essere un presidio sul territorio» continua Santambrogio. «E poi bisogna avere il buon senso di mettere in atto il principio della prevalenza anche all’interno dei grandi supermercati: se per l’80 per cento vendono alimentari e per l’altro 20 per cento no, è chiaro che non possono transennare l’area non food, soprattutto per non creare inutili assembramenti». Pericolosi, come le corse all’accaparramento – persino notturne – a cui abbiamo assistito negli ultimi giorni in molti supermercati. «Anche davanti ai nostri punti vendita ci sono state file chilometriche giorno e notte, ma non è necessario accalcarsi perché i prodotti non mancano. Certo, se la situazione dovesse rimanere così ci potrebbe essere qualche contagio negli stabilimenti produttivi o nei magazzini di logistica, e questo creerebbe problemi alla distribuzione temporanea di uno o più prodotti. Ma altrimenti non vedo problemi agli approvvigionamenti dei supermercati». Anzi, potrebbe essere un’ottima occasione per mangiare italiano. «Certamente è sempre meglio mangiare tricolore e in questo momento facciamolo tutti se possibile, preferiamo i nostri prodotti. E poi lancio anche un messaggio importante ai consumatori: non comprate troppi prodotti freschi ogni giorno, perché così si rischia di sprecare». Un altro fiore all’occhiello della grande distribuzione in questi giorni tremendi è stata la disponibilità alle consegne online gratuite per tutti. «Certo i tempi di consegna si sono inevitabilmente dilatati, ma credo che la reputazione della distribuzione in questo periodo sia cresciuta molto, seconda solo a quella del personale sanitario. Una cassiera non è un’infermiera, ma ha comunque grandi responsabilità verso i clienti che spesso sono molto disorientati e credo che gli italiani si ne rendano conto dei sacrifici che tutti gli operatori della Gdo stanno facendo».

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