Da "dalgona" a "maknae": la Hallyu Wave conquista il nostro vocabolario
L'Oxford English Dictionary ha inserito otto nuove parole all'interno delle sue pagine che raccontano le sfaccettature della cultura sudcoreana, dalla cucina al k-pop passando per la tradizione
Il fenomeno della Hallyu Wave, l’ondata culturale coreana che negli ultimi due decenni ha attraversato confini e oceani, raggiunge un nuovo traguardo. Nell'aggiornamento di dicembre 2024, l'Oxford English Dictionary (OED), uno dei più prestigiosi vocabolari della lingua inglese, ha accolto otto nuovi termini di origine coreana: "dalgona," "dalgona coffee," "hyung," "noraebang," "maknae," "jjigae," "tteokbokki" e "pansori".
Tra questi spicca "dalgona," il celebre dolce coreano composto da zucchero fuso e bicarbonato, reso iconico dalla serie Netflix “Squid Game,” che lo ha riportato al centro dell’attenzione mondiale. La definizione dell’OED lo descrive come "un dolce coreano fatto aggiungendo bicarbonato allo zucchero fuso, tipicamente venduto da venditori ambulanti sotto forma di disco piatto con una semplice figura, come un cuore o una stella, incisa sulla superficie."
Un altro termine legato alla pandemia e alla cultura digitale è "dalgona coffee," una bevanda diventata virale sui social media nel 2020, nei primi mesi di lockdown. Preparata mescolando caffè solubile, zucchero e acqua calda fino a ottenere una crema soffice, ha conquistato milioni di persone in tutto il mondo.
Non solo dolci e bevande: parole come "jjigae" e "tteokbokki" rappresentano l’essenza della gastronomia coreana. Il primo indica stufati a base di brodo, mentre il secondo si riferisce a gnocchi di riso cotti in una salsa piccante. Anche i termini "hyung" e "maknae," originariamente usati in ambito familiare, hanno assunto significati nuovi nel contesto del K-pop: "maknae," ad esempio, è diventato sinonimo del membro più giovane di un gruppo musicale.
L’OED ha poi riconosciuto "noraebang," che descrive le celebri stanze private per karaoke, molto amate in Corea del Sud e ormai familiari anche in Occidente. Questo aggiornamento segue quello del 2021, che aveva già inserito nel dizionario termini come "K-drama," "hallyu," "mukbang" e "daebak."
Tra le nuove aggiunte al dizionario spicca anche "pansori," un termine che racchiude un elemento fondamentale della tradizione culturale coreana. Il pansori è una forma di narrazione musicale che combina canto, recitazione e percussioni. Nato nel XVII secolo, questo genere artistico rappresenta un pilastro del patrimonio immateriale della Corea del Sud, riconosciuto anche dall'UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità.
Eseguito da un cantante solista (soriggun) accompagnato da un tamburo (gosu), il pansori racconta storie epiche che spaziano dall’amore tragico alla satira sociale. La performance è caratterizzata da una profonda espressività, che coinvolge non solo la voce ma anche i gesti e le emozioni del narratore, creando un’esperienza immersiva e unica per il pubblico.
L’inclusione del termine "pansori" nell’OED non solo celebra questa forma d’arte, ma sottolinea anche l’interesse crescente del pubblico internazionale verso le tradizioni coreane più autentiche e profonde. In un contesto globale in cui la Hallyu Wave è spesso associata a prodotti più moderni come il K-pop e i K-drama, il pansori rappresenta un richiamo alle radici culturali della Corea del Sud.
Il successo globale di questi termini è solo un riflesso del fenomeno culturale più ampio conosciuto come Hallyu Wave. Nato negli anni Duemila, questo movimento ha preso forma attraverso la diffusione internazionale di drama televisivi, musica pop, cinema e gastronomia coreana.
Il viaggio della Hallyu Wave inizia con i K-drama, serie televisive che hanno conquistato il cuore degli spettatori con storie avvincenti e produzioni di alta qualità. Titoli come "Winter Sonata" e "Coffee Prince" hanno aperto la strada nei primi anni Duemila, seguiti da produzioni di grande successo come "Crash Landing on You" e, più recentemente, "Squid Game." Quest'ultimo ha raggiunto numeri da record su Netflix, diventando un fenomeno globale e portando con sé elementi della cultura coreana, come il gioco del dalgona, a un pubblico senza precedenti.
La musica ha giocato un ruolo altrettanto cruciale. Dai Big Bang ai BTS, il K-pop è diventato un linguaggio universale. I BTS, in particolare, hanno superato le barriere linguistiche e culturali, vendendo milioni di album e riempiendo stadi in tutto il mondo, incluso il nostro Paese. Il loro impatto è stato tale che termini come "maknae" e "hyung" sono diventati familiari anche tra i fan italiani.
In Italia, la Hallyu Wave non è più una novità. Dai fan club dedicati al K-pop ai ristoranti che servono autentici piatti coreani, il fenomeno si è radicato nella nostra società. Il dalgona, ad esempio, è comparso nei menù di vari locali, spesso accompagnato da rivisitazioni contemporanee. Allo stesso modo, tteokbokki e jjigae sono diventati piatti apprezzati non solo dagli appassionati di cultura coreana ma anche dai buongustai curiosi di esplorare nuove frontiere culinarie.
La lingua riflette questa crescente familiarità. Parole come "hallyu," "oppa" e "daebak" si sono fatte strada nel lessico quotidiano di molti giovani italiani, spesso appassionati di K-drama e K-pop. Non è raro sentirle nei discorsi o leggerle nei post sui social media, testimonianza di come la cultura coreana abbia permeato la nostra quotidianità.
La Hallyu Wave non è solo una moda passeggera, ma un fenomeno che ha saputo trasformare le dinamiche culturali globali. Ha dimostrato che l’arte, la musica e la cucina possono essere strumenti potenti per costruire ponti tra popoli e culture. In un mondo sempre più interconnesso, la Corea del Sud ha saputo cogliere l'opportunità di esportare la sua identità, rendendola un’ispirazione per molti.
Con l’ingresso di nuovi termini coreani nell’OED, questa influenza trova una consacrazione ulteriore. Non si tratta solo di parole, ma di storie, tradizioni e identità che continuano a viaggiare, arricchendo il panorama culturale globale. E chissà quali saranno i prossimi termini a fare il loro ingresso nel nostro vocabolario.