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Milano Design Week: l’arte del bamboo secondo Gucci, tra passato e metamorfosi

Milano Design Week: l’arte del bamboo secondo Gucci, tra passato e metamorfosi

Ai Chiostri di San Simpliciano, arte e simbolismo si fondono per raccontare la storia del bamboo secondo Gucci

Gli affascinanti Chiostri di San Simpliciano di Milano ospitano la mostra Gucci / Bamboo Encounters, una serie di opere commissionate a 7 artisti di fama internazionale ai quali è stato chiesto di approfondire e interpretare la natura e l’evoluzione del simbolismo del bamboo, un materiale storico con una forte connessione con il mondo del design nonché simbolo identificativo dell’estetica Gucci. Fin dagli anni ‘40 la Maison fiorentina si è distinta per la lavorazione artigianale di questo materiale, in particolare per la produzione dei manici delle borse che nel 1947 diede vita alla creazione dell’iconica Gucci Bamboo 1947, ancora oggi simbolo dell’estetica e del design del brand. Bamboo Encounters si avvale di questa ricca eredità per esplorare la duratura influenza di questo materiale che continua a collegare passato e presente in modi sempre nuovi.

Milano Design Week: l’arte del bamboo secondo Gucci, tra passato e metamorfosi
Milano Design Week: l’arte del bamboo secondo Gucci, tra passato e metamorfosi
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Milano Design Week: l’arte del bamboo secondo Gucci, tra passato e metamorfosi
Milano Design Week: l’arte del bamboo secondo Gucci, tra passato e metamorfosi
Milano Design Week: l’arte del bamboo secondo Gucci, tra passato e metamorfosi
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Milano Design Week: l’arte del bamboo secondo Gucci, tra passato e metamorfosi
Milano Design Week: l’arte del bamboo secondo Gucci, tra passato e metamorfosi


La mostra, progettata dallo studio 2050+ e dal suo fondatore Pestellini Laparelli, è un percorso tra le opere di designer e artisti contemporanei che attraverso le proprie visioni e interpretazioni raccontano storie differenti di questo materiale che continua a collegare passato e presente. L’artista cileno-svedese Anton Alvarez rende omaggio alla forma naturale del bambù con la sua scultura 1802251226. Dima Srouji, architetto, artista e ricercatrice palestinese, propone Hybrid Exhalations – cesti in bambù trovati con aggiunte di vetro soffiato a bocca. Kite Club, un collettivo di design olandese composto da Bertjan Pot, Liesbeth Abbenes e Maurice Scheltens, presenta Thank you, Bamboo – una serie di aquiloni costruiti con materiali contemporanei e bambù. In Scaffolding, il designer austriaco Laurids Gallée reinterpreta il bambù attraverso i suoi oggetti in resina.

Interpretando il tema con pannelli di bambù e seta, l’artista francese Nathalie Du Pasquier presenta PASSAVENTO. Sisan Lee, designer e artista di Seul, integra estetica tradizionale coreana e tecniche contemporanee nelle sue opere in alluminio Engraved. Infine, the back studio, del duo Eugenio Rossi e Yaazd Contractor – che abitano a Torino e Mumbai rispettivamente – illumina il bambù con bamboo assemblage n.1, un’installazione luminosa che riflette tradizione e modernità. L’evento è stato arricchito da una serie di talk aperti al pubblico, durante i quali è stato possibile assistere al confronto tra i designer partecipanti alla mostra, ospiti e creativi.

La mostra Gucci Bamboo Encounters rappresenta in realtà il secondo episodio di un percorso narrativo mirato a sottolineare l’importante valore storico racchiuso nell’estetica Gucci. Aperta a Shanghai con Gucci Bamboo: Decoding an Icon – curata anch’essa dallo studio 2050+ – l’esposizione ha celebrato l’eredità della borsa Gucci Bamboo 1947, esplorandone l’evoluzione nel tempo e rispolverando dagli archivi le reinterpretazioni firmate dai diversi direttori creativi. Il percorso ha guidato i visitatori in un viaggio pluridisciplinare tra simbolismo culturale, lavorazione artigianale e linguaggi contemporanei, culminando nelle installazioni di Sybil Montet, Francesco D’Abbraccio (in arte Lorem), Christian Kondic e Chen Yanran.

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