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Nuove architetture urbane

Nuove architetture urbane

Grandi progetti di archistar come Renzo Piano, Kengo Kuma e Zaha Hadid stanno trasformando il modo di abitare le città italiane. E al contempo stanno diventando mete per un turismo a caccia di skyline e soluzioni sorprendenti. Eccone alcune che, da sole, valgono il viaggio.

Ci sono progetti architettonici che nulla aggiungono al territorio. E ci sono progetti che, invece, con esso interagiscono, arricchendolo. In queste pagine raccontiamo come l’intervento di celebri architetti abbiano dato nuova vita ad alcune città italiane che, se non le avete mai visitate, ora hanno una ragione in più per diventare meta per un viaggio. Un grande progetto è quello del Waterfront di Levante, a Genova, nella ex area fieristica, firmato Renzo Piano. Una vera e propria città del mare nella città, che se oggi appare come un cantiere – di fronte al quale si è svolto pochi giorni fa il Salone Nautico – presto pullulerà di persone, con darsene, ristoranti, negozi, abitazioni e uffici. Un nuovo quartiere, connesso al resto della città da percorsi pedonali e ciclabili, che si pone in continuità ideale – non ancora fisicamente – con il vecchio waterfront del Porto Antico, anch’esso progettato dall’architetto genovese Piano, che ha nell’Acquario il suo richiamo principale.

Restando in ambito waterfront, anche Salerno è cambiata molto, e ancora cambierà, nel suo affaccio a mare. A dispetto dell’edificio a emiciclo del Crescent, sul quale si sono sempre sollevate voci contrarie e che avrebbe dovuto essere l’attrazione architettonica, la parte più bella e vissuta della zona è quella dove si trova la Stazione Marittima, ultima realizzazione firmata dall’archistar Zaha Hadid, prima della sua scomparsa. È la stazione protesa verso il mare, con le sue linee fluide e le geometrie irregolari, la nuova icona della città campana: meta di passeggiate al tramonto e belvedere privilegiato sul porto, a cui fa da sfondo lo skyline frastagliato della Costiera Amalfitana e, dalla parte opposta, si sviluppa il lungomare, con la rinnovata spiaggia di Santa Teresa e la collina verde con il Castello di Arechi. E nel «sottopiazza», quasi sull’acqua, ora aprono i primi locali.

Nuove architetture urbane
Rendering del progetto di Renzo Piano a Genova visto da ponente
Nuove architetture urbane
Badhaus di Bressanone
Nuove architetture urbane
Ex manifattura tabacchi Rovereto (Arturo di Casola)
Nuove architetture urbane
Ex manifattura tabacchi Firenze (Arturo di Casola)
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Ex manifattura tabacchi Firenze (Arturo di Casola)

Dal mare alla montagna, per introdurre l’altoatesina Bressanone che, pur essendo il centro più antico del Tirolo, non si adagia sulla storia ma investe in architettura contemporanea. Lungo l’Isarco, il fiume che l’attraversa, si stanno portando avanti ristrutturazioni di edifici antichi in chiave contemporanea. Ha appena aperto l’arthotel Lasserhaus (lasserhaus.it), nove camere di cui due artist rooms, in un palazzo seicentesco. Dall’altra parte del fiume, l’Alter Schlachthof (schlachthof.it), risultato della trasformazione dell’ex macello comunale in bar e ristorante – anche nel suo sottotetto c’è un particolarissimo bed & breakfast – evidenzia, attraverso i rimandi al luogo che era, l’equilibrio tra antico e moderno che è pure la cifra stilistica di Bressanone. Aperto da poco anche l’Adler Historic Guesthouse (adlerbressanone.com), al posto dello storico Goldener Adler Hotel, con 43 camere e suite affacciate sul lungofiume e spa panoramica sul tetto. Intanto, si attende con curiosità, sempre in zona, il nuovo Hotel Badhaus, in un’area dove si trovavano gli antichi bagni pubblici. collegato tramite una galleria a una nuova piazza. Il nuovo volto di Bressanone è affidato anche alla Biblioteca Civica: integrazione di nuclei preesistenti con nuove strutture. Simboli del panorama cittadino come il Duomo e la Hofburg, risultano visibili dall’interno della biblioteca attraverso grandi aperture che interpretano, in chiave moderna, i bow-window chiamati «erker».

Invece a Rovereto, più a sud seguendo la Val d’Adige, la ex Manifattura Tabacchi non è solo ciò che pare. Il progetto dell’architetto Kengo Kuma, non solo ha ridato vita all’ex opificio austro-ungarico, divenuta una cittadella dell’innovazione e della ricerca in vari settori, ma l’ha collegato alla pista ciclabile sul lungo Leno, affluente dell’Adige. E ciò attraverso un viale sopraelevato, lungo e largo come una piazza, la quale «funziona» anche copertura per i nuovi fabbricati che costituiscono la Be Factory. Sulla piazza si passeggia, si fa yoga e ci si gode il panorama a 360 gradi. Le piante grasse che ricoprono parte del tetto, sembrano continuare nel mosaico di campi e vigneti che circondano la Manifattura e proseguono, visivamente, nella Vallagarina.

Anche a La Spezia sono stati fatti recenti e importanti interventi architettonici. La Biblioteca Civica M. Beghi, nel quartiere Canaletto, è frutto di un recupero del fabbricato che ospitava le caldaie della centrale elettrica della filovia, e che ha voluto creare anche uno spazio di svago e d’incontro e non solo un contenitore di libri. Il recupero di una struttura antica è anche il leitmotiv del MAXXI a L’Aquila. Nel settecentesco Palazzo Ardinghelli, è stato ricreato un museo d’arte contemporanea dentro un gioiello del barocco. Sull’imponente facciata si riconoscono resti di almeno tre epoche diverse, e questa convivenza di stili ed epoche si riscontra anche nelle 16 sale espositive, dove s’intrecciano varie discipline, dalle arti visive all’architettura. Il MAXXI attrae visitatori da fuori regione, per storia e valore dell’edificio, non a caso riconosciuto monumento nazionale.

A Firenze le novità in campo architettonico nascono spesso da «reinterpretazioni» di edifici preesistenti, in una città in cui le proposte di visita lontano dai tesori rinascimentali e dalla folla dei turisti, sembrano controcorrente. La ex Manifattura Tabacchi, complesso in stile razionalista costruito negli anni Trenta e in cui per più di 70 anni si sono prodotti sigari, è una delle aree più interessanti del capoluogo toscano e non solo per gli appassionati di architettura. Il progetto di riqualificazione si propone di trasformare l’area, cercando di preservarla quanto più possibile, in un polo artistico, architettonico e residenziale. Così è suggestivo muoversi in uno scenario di archeologia industriale, tra piazze, residenze d’artista, giardini urbani e mostre d’arte. Anche concedendosi un caffè o un drink, facendo shopping in una bottega biologica e visitando show room moderni

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