I dieci libri tema food più belli del Salone di Torino
Non solo ricette, storia di vita, di persone, di prodotti, di una passione che accumuna tutti gli italiani
Dal 1988, quella di Torino è la più importante fiera dell'editoria italiana. Il tema della XXXVI edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino è Vita immaginaria, “la stessa che muove la vita creativa”, come scrive Natalia Ginzburg, figura di primo piano della letteratura italiana del Novecento. Abbiamo girato per i padiglioni, visitato gli stand di case editrici note e meno note. Siamo andati a caccia di libri che indagassero il mondo del cibo, del vino, le sue tendenze, i suoi interpreti, i gusti, i miti da sfatare, le vette alle quali ambire. Certe cotture, tal altre tecniche. Non basterebbe tutto il tempo da qui alla fine del Salone per saziare la fame di sapere. Immaginate, allora, di essere solo all’antipasto e godetevelo!
LA CUCINA ITALIANA NON ESISTE
Bugie e falsi miti sui prodotti e i piatti cosiddetti tipici di Alberto Grandi e Daniele Soffiati, editore: Mondadori
Pagine: 252
Non si trova in libreria. Probabilmente dovrete ordinarlo, è in ristampa, nonostante si sia in pieno Salone Internazionale del libro di Torino. Questo è l’effetto che fanno quei due messi insieme. Parliamo di Alberto Grandi, professore di Storia del cibo e presidente del corso di laurea in Economia e Management all’Università di Parma, e Daniele Soffiati, coautore dell’irriverente podcast DOI – Denominazione di Origine Inventata, di cui è autore anche Grandi. Il libro va a ruba perché indagano il cibo in modo nuovo, in modo oserei dire pulito, sfatando ogni sorta di falso mito legato alla tradizione gastronomica italiana. Sembra che non abbiano paura di nulla, che non debbano far felice nessuno. Sembra che siano liberi di dire. Un lusso di questi tempi, badate! Non sono però banalmente disfattisti. Per loro i prodotti italiani sono buonissimi ma non occorre addobbarli di inutili orpelli, non occorre far finta che siano i migliori, i più belli, i più grandi, i più autentici e magari anche i più genuini. Fanno ricerca storica, non si lasciano abbindolare dalle trovate di marketing e danno un peso alle parole. Pagina dopo pagina farete i conti con informazioni che vi suoneranno strane, curiosità su piatti tipici, storia degli alimenti e cuochi che scopriremo essere grandi a prescindere dal peso di una tradizione che spesso è solo il frutto di uno storytelling ben riuscito.