Elsa Schiaparelli e Salvador Dalí: un'amicizia surreale
(Getty Images)
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Elsa Schiaparelli e Salvador Dalí: un'amicizia surreale

La Rubrica - Stili Umani

E se l’amicizia tra uomo e donna esistesse? E se due individui dalla personalità labirintica entrassero in una sorta di empatia straordinaria? È accaduto realmente, e si sta parlando di una donna che da bambina ha rischiato la vita ingoiando dei semi rubati al giardiniere di famiglia, nella speranza di trasformarsi in un fiore, e di un uomo la cui frase celebre fu: “l’unica differenza tra me e un pazzo è che io non sono pazzo”. Questi due “personaggini” sono niente meno che Elsa Schiaparelli e Salvador Dalí e furono protagonisti di un’amicizia straordinaria e pionieristica, che unì moda e arte in un connubio innovativo, lasciando un’impronta duratura sul mondo creativo del XX secolo. Si incontrarono a Parigi negli anni ’30, immersi nel fervore culturale dell’epoca, accomunati dalla passione per il Surrealismo. La loro amicizia è rimasta nella storia per aver dato vita ad alcune delle creazioni più eccentriche e originali mai viste, diventando simbolo di una collaborazione che travalicava i confini tra arte e moda.

Elsa Schiaparelli, stilista italiana trasferitasi a Parigi, era nota per la sua visione avanguardistica della moda e il suo stile eccentrico e provocatorio. (Proprio per questo va detto che non andava per nulla d’accordo con la signora Cocò Chanel). Elsa Schiapparelli era il fervore umano, utilizzava colori vivaci e materiali inusuali, e vedeva l’abito non solo come un capo d’abbigliamento, ma come un’opera d’arte. Salvador Dalí, artista spagnolo surrealista, condivideva la stessa attitudine verso l’arte: credeva che ogni opera dovesse scuotere l’osservatore e provocare reazioni intense.

Una delle loro collaborazioni più celebri è l’abito “Lobster Dress”, un vestito di seta bianca decorato con un’aragosta dipinta da Dalí. Il design rappresentava un capovolgimento delle convenzioni estetiche dell’epoca, trasformando il capo in un simbolo surrealista e seducente. L’abito fu indossato da Wallis Simpson, futura Duchessa di Windsor, e divenne un’icona di stile per l’audacia del suo simbolismo e per l’inaspettato connubio tra moda e arte. Dalí aggiunse all’abito un pizzico di provocazione con il dettaglio dell’aragosta, animale che per lui aveva un significato simbolico e che amava inserire nei suoi lavori. Due amici, per alcuni due matti, senza essere matti. I due visionari riuscirono a portare il Surrealismo fuori dai confini delle gallerie, facendolo indossare al mondo intero e dimostrando che la moda poteva diventare un canale di espressione artistica e filosofica. Contaminazione pura: amicizia.


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Elisa Rovesta