Emanuele Crialese: "Il mio cinema è contaminazione, la Sicilia la luce ispiratrice"
Il regista romano con memoria sicula è tra gli ospiti del Festival che oggi apre la rassegna Modica Miete Culture
"Il mio cinema parla di integrazione e diversità, mi interessano molto", ammette Emanuele Crialese, che in questi giorni è in Sicilia, sua terra d'ispirazione, per creare. "Mi piacciono le contaminazioni, termine che però spesso viene usato in accezione negativa. Credo sia molto importante per la razza umana mischiare i contorni, altrimenti rischiamo di diventare delle celle. Contaminandoci lo sguardo diventa più genuino: andare via da casa dà una nuova visione anche nel ritorno".
Mai autore poteva essere più simbolico rappresentante del Festival Contaminazioni , che da oggi al 17 giugno si apre a Modica , nella punta sud-orientale siciliana. Il regista che ha raccontato l'ibridazione tra culture nel suo debutto Once we were strangers (1997), come nei successivi Nuovomondo (2006) e Terraferma (2011), sabato 16 giugno tornerà a parlare di quest'ultimo suo film, Premio speciale della giuria alla scorsa Mostra del cinema di Venezia. Una pellicola ricca di suggestioni, di silenzi e lunghe riprese azzurre di mare, com'è nello stile evocativo ed elegante di Crialese, una pellicola che racconta con estetica e cuore l'emigrazione oggi, dalle coste africane a quelle siciliane.
La Sicilia, com'era stato in Nuovomondo e soprattutto nell'intenso Respiro (2002), è protagonista della produzione del cineasta romano nato da mamma palermitana.
"Per me la Sicilia ha una luce particolare, qualcosa di primordiale" dice Crialese. "Io non sono nato in Sicilia anche se mia madre è di Palermo. È come se con questa terra ci fosse un richiamo anche più lontano della mia esistenza, che appartenga alla mia memoria. Scrivo volentieri qui, c'è un'aria speciale, istintiva. Non mi va neanche di dargli un nome sennò darei dei confini che non ha".
Il Festival Contaminazioni 2012 - Poesia, Filosofia e Culture di Confine, oltre al regista capitolino dal cuore siculo, ha un vasto e ricco menu di ospiti, dalla poetessa Maria Luisa Spaziani al teatrante Moni Ovadia, dal poeta e critico letterario Giancarlo Pontiggia al gruppo musicale Modena City Ramblers, dal pianista jazz Danilo Rea al filosofo Carlo Sini. Sotto il cielo caldo e barocco di Modica racconteranno se stessi e una società sempre più eterogenea e complessa, in una terra, quella ragusana, di grande accoglienza (basti pensare che alcuni negozi presentano le scritte di uso comune "Cassa" o "Torno subito" redatte anche in arabo).
All'approssimarsi del solstizio d’estate, quando negli Iblei ci si prepara a raccogliere il grano, i cinque giorni di "Contaminazioni" saranno l'evento d'esordio di "Modica Miete Culture", che fino ad agosto si animerà di dibattiti fra maestri del pensiero, reading di poesia e letteratura, incontri con grandi interpreti del teatro, del cinema e della musica.
Il Mezzogiorno è spesso sentito come la cellula malata del corpo Italia, ma culturalmente l'isola trinacria è in pieno fermento. Sono siciliani Carmen Consoli, Andrea Camilleri, Fiorello, Ferdinando Scianna, Giuseppe Tornatore...
"Ho trovato più talenti in Sicilia che altrove nel mondo", afferma Crialese. Dopo Terraferma il regista aveva parlato di aver in mente un film in Brasile tra bambini di strada. Oggi non smentisce né conferma. "Ho diversi progetti, continuo a scrivere, ho delle idee. Sto cercando... apposta sono qui in Sicilia".
A differenza di altri suoi colleghi Emanuele Crialese non sforna un lungomentraggio ogni anno. "Sono un po' lento per l'industria cinematografica", confessa con voce gentile. "Ogni film ha il suo tempo di gestazione e quando esce fuori è perché lo sento necessario". Viscerale ma pure ricercato, ecco, probabilmente, cosa rende unico il suo cinema.