Estranei virtuali: il nuovo modo di affrontare l’insonnia
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Estranei virtuali: il nuovo modo di affrontare l’insonnia

La Rubrica - Stili Umani

Insonnia, stress, ansia, senso di solitudine e le ore della notte che passano veloci, senza dormire e senza recuperare le forze necessarie per affrontare la giornata che sta per arrivare.

Si sta lì nel letto, ci si gira e rigira nelle lenzuola. Si accende la luce, poi si spegne dopo un secondo, si prende in mano il libro sul comodino, lo si ripone di nuovo e si resta al buio fissando quella maledetta lucina blu emessa dal display dell’allarme, che d’un tratto si reputa l’unica colpevole della propria insonnia. La si fissa tutta la notte, odiandola, anche se si sa che in realtà i motivi per i quali non dormi sono ben altri.

Ma a tutto c’è un rimedio, anche alla tua insonnia, come ad esempio dormire con un estraneo virtuale: un vero e proprio sconosciuto, anche lui con disturbi del sonno, che è lì che aspetta te per dormire insieme virtualmente. Il tutto, però, accade realmente. Ci si scrive su un’apposita applicazione e un algoritmo ti assegna un amico notturno. In queste app, spesso, viene tutelato l’anonimato, quindi né tu né l’altra persona saprete con chi avrete a che fare.

Attraverso il dispositivo, ci si mette in contatto tramite chiamata, si lascia il telefono acceso durante la notte e, dall’altra parte della linea, c’è qualcuno di sconosciuto, ma va bene lo stesso.

Per evitare comportamenti inappropriati, alcuni sistemi vietano la possibilità di fare discorsi; sono ammesse solo poche parole e poi si dorme. Ci si potrebbe dire:”3-2-1- buonanotte.” E l’altro: “Buonanotte.” Fine. L’intento è quello di conciliare tranquillità e rilassatezza attraverso la condivisione dei suoni che provengono dal reciproco ambiente, dal respiro e dalla presenza di un'altra persona durante la notte, per allontanare la solitudine e cercare così di dormire meglio. Insieme a chissà chi, ma sono dettagli in fondo.

Certo, nessuno può garantire che l’altra persona non russi, non vada in sonnambulismo o non inizi a parlare nel sonno. Magari ci si spaventa e, da un semplice e innocente desiderio di compagnia, si rischia di immaginare Jack Nicholson che interpreta Jack Torrance nel film Shining, mentre, in sella a un triciclo, si aggira nel corridoio di casa tua gridando il tuo nome. Perché anche tu hai mangiato pesante e non ricordi bene la trama del film.

Per ovviare a questi pericoli, comunque, si può optare per quelle app. che mettono a disposizione peluche virtuali, che stanno zitti e fermi tutta la notte. E tu stai lì tranquillo, forse. Ricordiamoci di Annabelle, la bambola assassina.

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Elisa Rovesta