La famiglia Wulz: un secolo di storia, arte e emancipazione femminile attraverso l'obiettivo fotografico
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La famiglia Wulz: un secolo di storia, arte e emancipazione femminile attraverso l'obiettivo fotografico

Tre generazioni della famiglia Wulz raccontano oltre un secolo della città di Trieste e l’affermazione sociale delle donne nel Novecento

Un viaggio fotografico di oltre cent’anni di storia, scandito dagli eventi che hanno reso Trieste un crocevia internazionale e dalle fasi dello sviluppo economico, demografico e culturale della città. Questa è l’essenza della mostra Fotografia Wulz. Trieste, la famiglia, l’atelier, inaugurata il 13 dicembre al Magazzino delle Idee di Trieste, a cura di Antonio Giusa e Federica Muzzarelli.

Organizzata dall’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli-Venezia Giulia in collaborazione con la Fondazione Alinari di Firenze, l’esposizione offre una selezione storica e critica dell’archivio dello Studio fotografico Wulz, attivo dal 1868 al 1981. L’archivio, ora parte del patrimonio pubblico grazie all’acquisizione da parte della Regione Toscana e gestito dalla Fondazione Alinari, rappresenta uno dei complessi archivistici più importanti conservati negli Archivi Alinari.

Aperta al pubblico dal 14 dicembre 2024 al 27 aprile 2025, la mostra si inserisce nel programma “GO!2025&Friends”, parte delle iniziative legate a “GO!2025 Nova Gorica - Gorizia Capitale Europea della Cultura”. Attraverso circa 300 opere tra stampe fotografiche, negativi, documenti e oggetti d’archivio, Fotografia Wulz racconta una Trieste inedita e cruciale, in un arco temporale che va dalla seconda metà dell’Ottocento al Novecento inoltrato.

Ma Fotografia Wulz è anche una storia familiare, un viaggio attraverso diverse generazioni vissute nel cuore del loro atelier, un cammino che va dalle sperimentazioni di Giuseppe Wulz a quelle delle sorelle Wanda e Marion, che con il loro lavoro sono diventate protagoniste dell’avanguardia artistica del Novecento, promuovendo anche l’affermazione sociale delle donne.

Nella mostra i visitatori possono ammirare anche opere inedite, che ripercorrono i tre periodi artistici della famiglia Wulz:

Il primo periodo è segnato dagli esordi di Giuseppe Wulz, che a partire dal 1865 si forma nello studio Engel e nel 1891 apre un atelier in Palazzo Hierschel, nell’attuale Corso Italia. Le sue opere combinano i ritratti romantici tipici dell’epoca con suggestive vedute panoramiche della città.

Il secondo periodo, iniziato nel 1891, vede il consolidamento dell’attività grazie alla collaborazione con il figlio Carlo, che si distingue per la sperimentazione tecnica e per l’attenzione verso ritratti di gruppo che rappresentano le nuove classi sociali emergenti. L’atelier diventa un punto di riferimento culturale, frequentato da artisti e intellettuali, mentre Carlo documenta lo sviluppo industriale di Trieste e partecipa al fervore politico irredentista.

Il terzo periodo inizia con la morte di Carlo nel 1928 e prosegue fino al 1981, quando le sorelle Wanda e Marion Wulz chiudono l’attività. Le due artiste portano avanti la tradizione del ritratto, integrandola con una visione moderna e anticonformista. Tra le opere esposte spiccano i documenti fotografici dei giorni della Liberazione di Trieste e l’iconica opera futurista di Wanda Io + Gatto, presentata nella storica mostra del 1932.

Wanda e Marion hanno usato la fotografia come mezzo di espressione e come veicolo di un progetto politico che rifletteva i cambiamenti sociali e culturali del loro tempo. I loro ritratti di donne – ballerine, atlete, artiste e scrittrici – celebrano un’idea di corpo libero e dinamico, simbolo dell’emancipazione femminile. La collaborazione con Anita Pittoni, artista e designer, ha ulteriormente arricchito la loro produzione con performance fotografiche innovative e provocatorie.

La storia fotografica della famiglia Wulz mette a disposizione un prezioso strumento per conoscere l’evoluzione del mondo e della società dall’800 al ‘900, ponendo al centro la città di Trieste e le sue trasformazioni.

Sostenuta dalla Calliope Arts Foundation e accompagnata da un catalogo bilingue edito da Silvana Editoriale, Fotografia Wulz rappresenta una preziosa occasione per approfondire lo studio della fotografia e il suo ruolo nella costruzione dell’identità femminile e collettiva.

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Chiara De Zuani