Fedez e Chiara Ferragni: le ragioni della fine di un amore di plastica
Dalla favola al Truman Show: il crollo di un’illusione perfetta
L’unica domanda che ora possiamo farci è: ma davvero avevate creduto alla favola? La proposta di matrimonio in ginocchio all’Arena di Verona, naturalmente in live. Il matrimonio romantico nella Valle di Noto, tra le rose e il profumo delle zagare (sempre in live solo per i nostri occhi). Il “vissero felici e contenti” condiviso con i milioni di follower: la casa stratosferica a Milano, una vita in vacanza, due bambini stupendi. È tutto normalmente meraviglioso nella vita dei Ferragnez. Le vacanze in montagna nei posti più esclusivi (comunque a Roccaraso certo si stava un po’ stretti, ma non era così male), la serie tv, la passione davanti allo specchio del bagno. Genitori amorevoli (per noi madri perennemente sull’orlo di una crisi di nervi un mistero glorioso), i bambini sommersi di giochi, cani, regali, compleanni da sogno.
Sui social c’è ancora chi dice: «Era la famiglia del Mulino Bianco», ma quale Mulino Bianco, che concetto vintage, eravamo entrati nel sogno mediatico più famoso al mondo. Ma come in ogni favola che si rispetti, poi arriva il lupo. E da rosa tutto diventa nero. Oppure più banalmente è stato sempre e solo un amore di plastica. Gonfiato a dismisura, come il fenicottero fucsia in piscina, per brillare sotto le luci della ribalta. Ma le luci si spengono, gli amici se ne vanno, che inutile recita. Cosa resta? Tate strapagate per intrattenere i pargoli, domestici che raccolgono le cacche dei cani e un gelo come il marmo del pavimento. «La loro storia era più falsa dello scioglipancia di Wanna Marchi», postano. E vai a vedere che magari la Wanna nazionale qualche lardosa l’abbia pure miracolata, chissà. Loro invece sono crollati nel modo più tristo. Lui, come abbiamo appreso, a poche ore dalle nozze, mentre la sposa si sta allacciando il sontuoso abito di pizzo, è in bagno “sotto il lavandino” a telefonare a quella che è la vera donna della sua vita, Angelica Montini, conosciuta e amata ben prima di Chiara. E le dice che manderà tutto all’aria per lei. Come quegli uomini che cinque minuti prima che scocchi il Capodanno si nascondono per sussurrare all’amante che solo poche ore e lasceranno la moglie. Giusto il tempo di digerire lenticchie e cotechino. Se lallero. Fedez, uno di loro.
Un «circo dell’orrore», lo hanno definito i social. Squallore e macerie, che purtroppo si abbatteranno sui due bambini bellissimi. Ma una cosa è certa: tutti i figli, (proprio tutti) hanno dentro di sé il DNA del Conte di Montecristo. E prima o poi te la fanno pagare. Molto più cara di un Pandorogate.
Chiara ha visto il suo mondo travolto, sbriciolato senza nessuna pietà. «Dopo aver sofferto in silenzio», decide di parlare sui social (ca va sans dire), perché non può più tacere. Indossa di nuovo la vecchia cara tuta grigia della vittima (metaforicamente) e svela al mondo che pensava che il suo fosse un grande amore. Invece era un calesse. Eppure Marracash l’aveva detto chiaro che era «un nano con la sindrome di Napoleone».
Federico ne esce devastato. Su un uomo che è stato malato di cancro, ha tentato il suicidio, ha vissuto di menzogne come un adolescente, non ci sentiamo di infierire oltre. Qualcosa dentro di lui si è spezzato, ma questo tanti anni fa.
Neanche su Chiara ci permettiamo di mettere altro carico, ci ha già pensato la vita. Tuttavia, anche se il vittimismo vende più del pane, in versione Lady Diana non convince più. Perché a questo punto nessuno se la sente di credere a uno zuccheroso Truman Show. Ci hanno fatto salire sulla ruota panoramica, la vita da lassù sembrava un bastoncino di zucchero filato, un dolciastro marshmallow. E invece erano tutte corna e chiacchiere.
Questa puzza di marcio avvelena anche noi. Tira fuori il peggio, come scrisse quel genio di Pessoa: «Quell’incerta e imponderabile malizia che rende allegro qualsiasi cuore umano di fronte al dolore altrui». Sembra che abbiamo assistito a un’allucinazione collettiva dalle dimensioni paradossali. La cosa più saggia che possiamo fare è vedere se domenica la neve a Roccaraso regge ancora per portare i bambini a fare un giretto sullo slittino, rigorosamente portato da casa. Perché signori, la vita è questa, altro che Mulino Bianco.