Mostra del cinema di Venezia 2024: cinque italiani in concorso e l’attesissimo Joker 2
Torna Hollywood al Lido, ma anche autori meno noti da festival. Tra i nostri alfieri: Queer di Luca Guadagnino con un Daniel Craig insolito alla performance della vita
Saranno cinque i film italiani in concorso, ci saranno titoli di ricerca di autori meno noti e altri di registi cult come Pedro Almodovar, Pablo Larraín e Lav Diaz. E ci sarà tanta allettante Hollywood. Già dal film d’apertura, ovviamente, Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton.
La Mostra del cinema di Venezia 2024, edizione 81, sembra volersi rifare della scarsezza di divi d’Oltreoceano dello scorso anno, causa sciopero degli attori Sag-Aftra, e porterà al Lido una marea di nomi altisonanti, spesso concentrati in pochi film: Brad Pitt, George Clooney, Cate Blanchett, Jude Law, Nicole Kidman, Daniel Craig, Angelina Jolie, Camille Cottin, Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Caleb Landry Jones, Antonio Banderas…
E sì, ci saranno anche Joaquin Phoenix e Lady Gaga! »Joker: Folie à Deux c’è», in concorso, come ha annunciato lo storico direttore del festival veneziano Alberto Barbera. «Todd Phillips si conferma uno dei registi più originali del panorama cinematografico statunitense». Nel 2019 il Joker di Phoenix dalla sconcertante risata vinse il Leone d’oro, il viatico per i due Oscar successivi.
Il nuovo presidente della Biennale di Venezia Pietrangelo Buttafuoco, con un accorato preambolo da oratore, ha lanciato il suo «invito al viaggio, un viaggio di vascelli vagabondi, per come li chiamerebbe Manlio Sgalambro. Che parte da Venezia, che di suo è sempre in anticipo sul futuro. La Mostra è il più antico festival al mondo. E quasi un secondo dopo, è ancora il luogo dove cineasti si danno ritrovo per plasmare il cinema internazionale».
Da Barbera, invece, una minaccia: «Preparatevi, ci saranno tanti film lunghi se non lunghissimi, di durate anomale».
I cinque film italiani in concorso
Sono 21 i film in concorso, in corsa per il Leone d’oro, che sarà assegnato dalla giuria guidata da Isabelle Huppert. Di questi, sono cinque gli italiani, di cui due firmati da registe donne.
Si tratta di Campo di battaglia di Gianni Amelio, Vermiglio di Maura Delpero, Iddu di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, Queer di Luca Gudagnino, Diva futura di Giulia Louise Steigerwalt.
Gianni Amelio è un habitué di Venezia, dove nel 1998 vinse il Leone d’oro con Così ridevano. Torna dopo essere stato in concorso nel 2022 con Il signore delle formiche. Campo di battaglia è ambientato nell’ultimo anno della Prima guerra mondiale, nell’anno di Caporetto e della prima grande pandemia, quella di Spagnola. Due ufficiali medici, amici d’infanzia lavorano nello stesso ospedale militare, dove ogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi… Con Alessandro Borghi e Gabriel Montesi.
Vermiglio di Maura Delpero «vi sorprenderà come ha sorpreso noi», promette Barbera. È ambientato in un paesino sulle Dolomiti, negli anni precedenti alla fine della Seconda guerra mondiale, con molti attori non professionisti. Tra i professionisti: Tommaso Ragno. 48 anni, Delpero con Maternal nel 2019 vinse diversi premi al Festival di Locarno.
Fabio Grassadonia e Antonio Piazza sono a Venezia per la prima volta, ma già si sono fatti notare al Festival di Cannes, nel 2013 con Salvo, che conquistò la Settimana internazionale della critica. Iddu è liberamente ispirato a un periodo della vita del boss mafioso a lungo «fantasma» Matteo Messina Denaro. Racconta la storia del mondo che gli volteggia spericolatamente intorno e protegge il mistero tragico e farsesco della sua prolungata latitanza. Con Toni Servillo ed Elio Germano.
E c’è anche l’italiano vip Luca Gudagnino in concorso, che doveva essere a Venezia l’anno scorso, in apertura di festival, con Challengers, occasione che saltò causa sciopero degli attori di Hollywood.
Queer vede «Daniel Craig in un ruolo inconsueto, nell’interpretazione della sua vita», assicura Barbera. Che sottolinea la durata del film: 151 minuti! Una grande produzione italiana, che ha ricostruito il Messico a Cinecittà. Promette di essere spassosamente pruriginoso.
Dopo il buon esordio alla regia con Settembre, sotto l’egida del marito e produttore Matteo Rovere, Giulia Louise Steigerwalt balza direttamente in concorso con Diva futura. Nel cast Pietro Castellitto, Barbara Ronchi, Denise Capezza, Tesa Litvan, Lidija Kordić.
Trama: siamo in Italia, anni Ottanta/Novanta. Riccardo Schicchi, con la sua agenzia Diva Futura, rivoluziona la cultura di massa trasformando l'utopia hippie dell'amore libero in un nuovo fenomeno: il porno. Sotto la sua guida, «ragazze della porta accanto» come Ilona Staller, Moana Pozzi, Eva Henger e molte altre diventano all'improvviso dive di fama mondiale nel mondo del porno ed entrano nelle case degli italiani grazie al boom delle televisioni private e dei videoregistratori in VHS. Viene coniata l'espressione «pornostar», segnando l'inizio di una nuova era. È attraverso lo sguardo di Debora, giovane segretaria dell'agenzia con un mutuo sulle spalle, che viene raccontata l'avventura di questa grande «famiglia», dove esplodono gelosie, tormenti e contraddizioni fino a perdere il controllo sull'industria stessa della pornografia.
I 21 film in concorso
Da Pedro Almodovar a Pablo Larraín, da Todd Phillips a Luca Guadagnino, sono diversi i grandi registi tra i 21 film in concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2024. I loro nomi squillanti sono in mezzo altri meno noti che promettono però storie interessanti. Come il singaporiano Yeo Siew Hua, che a Locarno vinse nel 2018 con A kand imagined. O Déa Kulumbegashvili, regista georgiana che nel 2020 con Beginning trionfò al Festival di San Sebastián. Con April ora tratta un tema molto forte: gli aborti clandestini in un ospedale della Georgia, Paese in cui l’aborto è illegale.
«The room next door è il primo film di Almodovar in lingua inglese», ha detto Barbera. «È stato girato e montato di gran carriera per essere in tempo per Venezia. Ringrazio Pedro».
Il cileno Larraín, affezionato di Venezia, dopo Jackie su Jacqueline Kennedy e Spencer su Lady Diana, porta in concorso un altro ritratto di donna: Angelina Jolie è Maria Callas, in una «performance impressionante». Nel cast anche i due italiani factotum Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher.
Ecco i 21 film in concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2024:
- The Room Next Door di Pedro Almodovar
con Tilda Swinton, Julianne Moore, John Turturro, Alessandro Nivola, Juan Diego Botto, Raúl Arévalo, Victoria Luengo, Alex Hogh Andersen, Esther McGregor, Alvise Rigo, Melina Matthews
Spagna, 110’ - Campo di battaglia di Gianni Amelio
con Alessandro Borghi, Gabriel Montesi, Federica Rosellini, Giovanni Scotti, Vincenzo Vivenzo, Alberto Cracco, Luca Lazzareschi, Maria Grazia Plos, Rita Bosello
Italia, 104’ - Leurs enfants après eux di Ludovic e Zoran Boukherma
Con Paul Kircher, Angélina Woreth, Sayyid El Alami, Gilles Lellouche, Ludivine Sagnier, Louis Memmi
Francia, 146’ - The Brutalist di Brady Corbet
con Adrien Brody, Guy Pearce, Felicity Jones, Joe Alwyn, Raffey Cassidy, Stacy Martin, Isaach De Bankolé, Alessandro Nivola
Regno Unito, 215’ - Joeur avec le feu (The quiet son) di Delphine e Muriel Coulin
con Vincent Lindon, Benjamin Voisin, Stefan Crepon
Francia, 110’ - Vermiglio di Maura Delpero
con Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico, Roberta Rovelli, Martina Scrinzi, Orietta Notari, Carlotta Gamba, Santiago Fondevila Sancet, Rachele Potrich, Anna Thaler, Patrick Gardener, Enrico Panizza, Luis Thaler, Simone Benedetti, Sara Serraiocco
Italia, Francia, Belgio, 119’ - Iddu di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza
con Toni Servillo, Elio Germano, Daniela Marra, Barbora Bobulova, Giuseppe Tantillo, Fausto Russo Alesi, Antonia Truppo, Tommaso Ragno, Betti Pedrazzi, Filippo Luna, Rosario Palazzolo, Roberto De Francesco, Vincenzo Ferrera, Maurizio Marchetti, Gianluca Zaccaria, Lucio Patanè
Italia, Francia, 122’ - Queer di Luca Guadagnino
con Daniel Craig, Drew Starkey, Jason Schwartzman, Lesley Manville, Michael Borremans, Andra Ursuta, David Lowery
Italia, USA, 151’ - Kjaerlighet (Love) di Dag Johan Haugerud
con Andrea Bræin Hovig, Tayo Cittadella Jacobsen, Marte Engebrigtsen, Lars Jacob Holm, Thomas Gullestad, Marian Saastad Ottesen, Morten Svartveit
Norvegia, 119’ - April di Dea Kulumbagashvili
con Ia Sukhitashvili, Kakha Kintsurashvili, Merab Ninidze
Georgia, Francia, Italia, 143’ - The Order di Justin Kurzel
con Jude Law, Nicholas Hoult, Jurnee Smollett, Tye Sheridan, Marc Maron
Canada, 120’ - Maria di Pablo Larraìn
con Angelina Jolie, Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher, Haluk Bilginer, Kodi Smit-McPhee
Italia, Germania / 124’ - Trois Amies di Emmauel Mouret
con Camille Cottin, Sara Forestier, India Hair, Grégoire Ludig, Damien Bonnard, Vincent Macaigne
Francia, 117’ - Kill the Jockey di Luis Ortega
con Nahuel Pérez Biscayart, Úrsula Corberó, Daniel Gimenez Cacho
Argentina, Spagna, 96’ - Joker: Folie à deuxdi Todd Phillips
con Joaquin Phoenix, Lady Gaga, Brendan Gleeson, Catherine Keener, Zazie Beetz
Usa, 138’ - Babygirl di Halina Reijn
con Nicole Kidman, Harris Dickinson, Antonio Banderas, Sophie Wilde, Esther McGregor
Usa, 114’ - Ainda estou aqui (I’m still here) di Walter Salles
con Fernanda Torres, Selton Mello, Fernanda Montenegro
Brasile, Francia, 135’ - Diva futura di Giulia Louise Steigerwalt
con Pietro Castellitto, Barbara Ronchi, Denise Capezza, Tesa Litvan, Lidija Kordić
Italia, 120’ - Harvest di Athina Rachel Tsangari
con Caleb Landry Jones, Harry Melling, Rosy McEwen, Arinzé Kene, Thalissa Teixeira, Frank Dillane
Regno Unito, Germania, Grecia, Francia, Usa, 131’ - Qing chung gui (Youth – Homecoming) di Wang Bing
Documentario
Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, 152’ - Stranger eyes di Yeo Siew Hua
con Chien-Ho Wu, Kang-Sheng Lee, Anicca Panna, Vera Chen, Pete Teo, Xenia Tan, Maryanne Ng-Yew
Singapore, Taipei, Francia, Usa, 125’
Gli altri film da tenere d’occhio
Nonostante, opera seconda di Valerio Mastandrea alla regia, è il film di apertura della sezione Orizzonti. L’attore romano ha detto: «Aprire il festival è aprire il film agli occhi e al cuore del pubblico. La prendo come un'occasione per liberare una storia che è stata solo mia per tanto tempo e che, spero, diventerà di tutti». Il direttore l’ha definito: «Un film originale che parla di morte e amore in modo inconsueto».
Nel cast lo stesso Valerio Mastandrea e poi Dolores Fonzi, Lino Musella, Giorgio Montanini, Justin Alexander Korovkin, Barbara Ronchi, Luca Lionello e Laura Morante.
Sotto Orizzonti un altro italiano da tenere d’occhio, La storia del Frank e della Nina di Paola Randi, una storia di adolescenza dal linguaggio pop.
Venezia 81 non può chiudere gli occhi sugli spari di guerra sibilanti su più fronti: diversi sono i film che raccontano il conflitto tra Russia e Ucraina e quello tra Palestina e Israele.
Sempre sotto Orizzonti, ad esempio, c’è Happy Holidays di Scandar Copti, regista palestinese di nazionalità israeliana. Il film racconta segreti e bugie all’interno di una famiglia araba, in un conflitto sotteso, anche se non armato.
Al klavim veanashim (Of dogs and men) di Dani Rosenberg, israeliano, è stato girato subito dopo l’assalto del 7 ottobre di Hamas. Segue una ragazzina sedicenne che ritorna nel suo kibbutz in cerca del cane disperso e della madre. Un pellegrinaggio nella devastazione e nell’orrore, che sta anche nel vicino rumore dei bombardamenti israeliani.
Tra i fuori concorso, il documentario Russians at War: Directed di Anastasia Trofimova racconta il conflitto russo-ucraino dal fronte russo.
A specchio, invece, Pisni Zemli, Shcho Povilno (Songs of Slow Burning Earth) di Olha Zhurba narra la guerra dal fronte ucraino.
I grandi autori fuori concorso
L’apertura del festival lagunare già parla di grande cinema, con Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton fuori concorso. Ritorna al suo film del 1988, con parte del cast originale, da Michael Keaton a Winona Ryder. «Un’esplosione di ritmo e colori con un grandissimo cast. Saranno quasi tutti a Venezia, un grande tappeto rosso per l’apertura», scalda le attese Barbera.
Fuori concorso si annidano altri grandi registi. Ecco Broken Rage del maestro giapponese Takeshi Kitano, uno dei rari film corti, di appena 62 minuti. «Non vi svelerò il dispositivo narrativo davvero senza precedenti e inconsueto, un esercizio di metacinema molto intelligente e divertente soprattutto per chi ama Kitano», il direttore dixit.
E poi Finalement del decano francese Claude Lelouch, con Kad Merad. «Non è mai stato un regista veneziano, quindi è un grandissimo piacere accogliere Lelouch con un film che è una summa estetica cinematografica».
Wolfs - Lupi solitari di Jon Watts garantisce un altro tappeto rosso da urlo, con Brad Pitt e George Clooney, nel film costretti a lavorare insieme, anche se si detestano, per far scomparire le tracce di un crimine altolocato.
Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini è il suo film più personale: un racconto autobiografico del suo rapporto con il padre, il grande regista Luigi Comencini, con cui ha condiviso sin da piccola la passione per il cinema. Con Fabrizio Gifuni.
Lav Diaz, il filippino dai film fiume in bianco e nero, Leone d’oro nel 2016 con The Woman Who Left - La donna che se ne è andata, porta al Lido Phantosmia, 245’ di durata, poco più di quattro ore.
La chiusura di Venezia 81 è affidata al thriller soprannaturale L’orto americano di Pupi Avati, racconto gotico con rimandi storici, che dalla Bologna della Liberazione si posta nel Mid West americano. «Ancora una volta affrontiamo il genere gotico – ha detto Avati -, in questo caso non solo confermando quei luoghi della nostra regione che sono risultati così significativi, ma allargandoci per la prima parte del racconto a quell’America rurale che è del tutto simile alla nostra Emilia-Romagna».