I film italiani cult che raccontano l’Italia e l’estate
Versilia degli anni ’60, un’estate di giochi sulla spiaggia, chitarre lungomare e flirt. Film spensierato e fresco, Sapore di mare torna al cinema dal 29 agosto restaurato in 4K, grazie a FilmClubDistribuzione, in collaborazione con Minerva Pictures e Leone Film Group.
È l’occasione per ripercorrere questo e altri cult italiani che fotografano l’Italia che fu e calde estati passate, film di spruzzi estivi, guizzi cocenti, serate amabili di delusioni e sogni.
Sapore di mare (1983) di Carlo Vanzina
Nostalgia degli anni ’60 per Carlo Vanzina, che ha scritto la sceneggiatura di Sapore di mare a quattro mani col fratello Enricorealizzando uno dei suoi migliori film.
A Forte dei Marmi, nell’estate del 1964, si ritrova un gruppo di ragazzi in vacanza, provenienti da diverse parti d’Italia. Tra falò sulla spiaggia e pic nic, tra cotte e disillusioni, in quest’atmosfera da villeggiatura toscana si riflette l’umore di un Paese spensierato, negli anni precedenti alla contestazione giovanile.
Intanto risuona una colonna sonora accattivante, da Abbronzatissima di Edoardo Vianello a Senza fine di Ornella Vanoni, da Stessa spiaggia, stesso mare di Piero Focaccia aNessuno mi può giudicare di Caterina Caselli.
Nel cast Jerry Calà, Christian De Sica, Marina Suma, Karina Huff, Virna Lisi e Isabella Ferrari nel ruolo della mitica Selvaggia, che riprese nel sequel Sapore di mare 2 - Un anno dopo accanto a Massimo Ciavarro.
Un sacco bello (1980) di Carlo Verdone
Un sacco bello è l’esordio di Carlo Verdone come regista, sceneggiatore e attore protagonista. Un fortunato esordio, sotto l’egida di Sergio Leone produttore.
In una Roma assolata e spopolata a Ferragosto, Verdone da il la ai suoi iconici personaggi, facce diverse della società italiana anni ’80, nel solco della migliore commedia all’italiana. Ecco il bullo di periferia in partenza per una vacanza in Polonia, il goffo trasteverino mammone alle prese con una bella turista spagnola, l’hippie scappato di casa che ha per padre il grande Mario Brega.
Un affresco comico e malinconico al tempo stesso, tra tic e fragilità umane, come umorismo pirandelliano docet.
Il sorpasso (1962) di Dino Risi
Più che un cult un capolavoro. Che fotografa l’Italia del boom economico, più povera di oggi ma grondante di speranza, a voltedai risvolti cialtroneschi e smargiassi come nello spirito dell’esuberante Bruno interpretato da Vittorio Gassman. Da contraltare gli fa la timidezza gentile dello studente incarnato da Jean-Louis Trintignant.
Roma a Ferragosto, negli anni ’60, è un domino di serrande chiuse e strade deserte. La Via Aurelia, invece, è un mito collettivo e generazionale, la strada verso la vacanza e il simbolo di benessere, dal sapore di mare, pini e osterie alla buona.
Sulla costa livornese, a Castiglioncello, aspettano i due protagonisti una spiaggia di presagi, euforia e la giovanissima Catherine Spaak. Fino all’ennesimo spregiudicato e drammatico sorpasso.
David di Donatello come miglior attore protagonista a Gassman.
Ferie d'agosto (1996) di Paolo Virzì
Cult firmato Virzì, Ferie d'agostorinfresca la commedia popolare italiana con un film agrodolce che indaga anche infelicità e malinconie, con leggerezza e spunti di riflessione.
Estate anni ’90, due lati opposti di una stessa Italia si ritrovano in vacanza nell’isola di Ventotene, nel Tirreno. Da una parte c’è la famiglia romana dei Mazzalupi, capeggiata da Ennio Fantastichini, gli arricchiti, grossolani e dal senso pratico. Dall’altra c’è l’intellettuale Molino, interpretato da Silvio Orlando, con la sua famiglia allargata, l’attore, l’avventuriero, la coppia lesbica, alti ideali, tutti alternativi e a loro modo snob.
È la metafora di un Paese diviso tra berlusconismo e antiberlusconismo, mentre si preparano scontri accesi e segreti avvicinamenti. A far scoppiare la collisione, manco a dirlo, un «vu cumprà» maltrattato dai primi, difeso dagli altri.
Nel cast anche Sabrina Ferilli, Piero Natoli, Rocco Papaleo, Laura Morante... Il recente sequel Un altro Ferragosto ha esacerbato distanze e luoghi comuni.
Caro diario (1993) di Nanni Moretti
Come in ogni suo film, c’è così tanto Nanni Moretti in Caro diario, commedia intrisa di quell’ironia spaesata tipica del regista romano. Ma ci sono anche riflessi di Italia anni ’90, ora quasi romantici, ora spassosi.
Film diviso in tre parti, nella prima Nanni ci porta in vespa con lui a scoprire scorci sconosciuti di una Roma agostana, semideserta, dalla Garbatella fino a Ostia, nel luogo dove fu ucciso Pasolini.
Nel secondo episodio, Isole, si ride tanto. Con lui giriamo per le Eolie in cerca di pace, in compagnia di un suo amico che odia la tv. Finirà invece per diventare teledipendente, ossessionato da Beautiful e a Chi l'ha visto?. Chi ci si riconosce un po’?
Premio per la miglior regia al Festival di Cannes e due David di Donatello, come miglior film e per la colonna sonora di Nicola Piovani.
Poveri ma belli (1957) di Dino Risi
Prima ancora di Sapore di mare c’è stato Poveri ma belli, con quelle estati di giovani spavaldi e ardenti, tra amori e amorucoli, schermaglie sentimentali, successi e fiaschi. Il Dopoguerra alle spalle, la povertà ancora nell’aria ma una gran voglia di vita e il boom economico che soffia.
In un’estate romana anni ’50, Risi compone una delle più classiche commedie italiane, da ascrivere a quel «Neorealismo rosa» che aveva inaugurato con Pane, amore e fantasia.
Poveri ma belli racconta il passaggio agli anni ’60, con un’Italia che si sforza di essere ottimista e scanzonata. Come i due giovani protagonisti, belli e solari, uno bagnino (Renato Salvatori) sul lungo Tevere, l’altro commesso (Maurizio Arena) in un negozio di dischi, entrambi corteggiatori impenitenti.
Casotto (1977) di Sergio Citti
Poco dopo essere stata baby prostituta per Scorsese in Taxi driver, Jodie Foster, appena quattordicenne, è stata ragazzina incinta sulla spiaggia di Ostia! Nel film Casotto di Sergio Citti, co-sceneggiatore di diversi film di Pasolini. Accanto all’attrice americana ci sono Ugo Tognazzi, Gigi Proietti, Michele Placido, Mariangela Melato e Franco Citti, il fratello del regista, già protagonista di Accattone per Pasolini.
In una calda estate italiana, la sfida di Citti è non distogliere la telecamera dal casotto, ovvero una di quelle grandi cabine tipiche dei lidi italiani: qui si intrecciano variegate umanità e grottesche vicende.
Indovinate chi c’è alla scenografia: niente meno che il nostro scenografo tre volte premio Oscar Dante Ferretti.
Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974) di Lina Wertmuller
Un cult dell’estate, della commedia romantica e della divisione di classe in un’Italia rovente. Lo firma Lina Wertmuller, prima regista donna italiana a ricevere una nomination all’Oscar (per il film Pasqualino Settebellezze).
Su un’isola deserta nel Mediterraneo, dopo un guasto al gommone dello yatch, finiscono la spocchiosa e ricca signora milanese, interpretata dall’indimenticabile Mariangela Melato, e il marinaio siciliano comunista, un rude e sexy Giancarlo Giannini. Lì, nel nulla, i ruoli si ribaltano: lei non è più la padrona dispotica che umilia. È lui, che sa pescare e cavarsela, a prevaricare al limite della violenza. Fino… alla passione travolgente.
Meno fortunato il remake americano diretto da Guy Ritchie con Madonna e Adriano Giannini.