Wimbledon 2015, il torneo e la finale Djokovic-Federer vista da Paolo Bertolucci
La sconfitta dello svizzero contro il numero uno al mondo, la vittoria di Serena Williams e la "favola" della Hingis nell'analisi del cronista di Sky Sport
Il re di Wimbledon si chiama Novak Djokovic. Così ha detto il Campo Centrale dell'All England Club, con buona pace dei 15.000 spettatori che hanno tenuto le dita incrociate per la vittoria – sarebbe stata l’ottava in Inghilterra, la diciottessima in un torneo dello Slam – di Roger Federer, sconfitto dal numero uno al mondo in 4 set (7-6(1) 6-7(10) 6-4 6-3) in due ore e 55 minuti di gioco.
“Roger avrebbe dovuto vincere il primo set per darsi qualche chance – dice con un po’ di rammarico (per lo spettacolo, si intenda) Paolo Bertolucci, che ha raccontato la finale di Wimbledon per Sky Sport – purtroppo lo svizzero ha pagato lo sforzo del secondo parziale (vinto in rimonta al tie-break, ndr). In ogni caso non avrebbe potuto fare molto altro contro una “roccia” come Djokovic, che lo ha tenuto lontano dalla linea di fondo togliendoli gran parte dei suoi colpi”.
Diamo un voto ai protagonisti della finale…
“10 e lode a Djokovic che ha dimostrato, ancora una volta, di essere il numero uno. Un 10 però lo do anche a Federer, che a 33 anni si è presentato sul centrale di Wimbledon da favorito”.
Qual è il segreto di Nole?
“Prima di tutto, ha un fisico fuori dal comune. Elasticità e rapidità negli appoggi sono i suoi punti di forza. E’ forte mentalmente e sa essere cattivo il giusto. Ah, e poi sa anche giocare a tennis…”.
Eppure la gran parte degli spettatori del centrale faceva il tifo per Federer…
“Perché Federer è un giocatore elegante, perché ha un tennis classico. Perché il suo gioco è diverso rispetto a quello di tutti gli altri. Stilisticamente è come se fosse rimasto indietro di una generazione, e ogni volta che scende in campo è in grado di fare qualcosa che ti ripaga del prezzo del biglietto… E poi è svizzero, quindi neutrale. Anche questo conta”.
Davvero Roger non avrebbe potuto fare nulla di più? Magari andando più spesso a rete..
“Probabilmente è quello che avrebbe voluto fare anche Federer; e nel primo set ci è anche riuscito. Poi Djokovic ha iniziato ad aumentare la profondità degli scambi e a rispondere al servizio come solo lui sa fare. A quel punto Roger ha perso fiducia nei turni di battuta e le cose si sono fatte difficili…”.
Che tipo di “campione” è Djokovic?
“E’ uno che ha dovuto conquistarsi tutti i suoi traguardi, che lo hanno reso il giocatore che è oggi".
In che senso?
“Già quando era un ragazzino si parlava di Nole come un possibile numero uno. Poi una volta arrivato tra i pro si è dovuto scontrare con il dualismo tra Federer e Nadal. In quel momento è stato bravo a mettersi di lato, a imparare da loro, coustrendosi allo stesso tempo una sua personalità fuori dal campo. Fino all’esplosione del 2011..”.
Federer avrà un’altra possibilità di vincere Wimbledon?
“E’ una domanda alla quale, per il momento, non c’è risposta. Anche perché è da quando ha superato i 30 che Federer smentisce puntualmente ogni tipo di pronostico sul suo declino. Molto dipenderà anche dalla concorrenza. Se dovessero mancare gli avversari allora potrebbe avere una chance”.
Il torneo femminile ha visto il successo annunciato della Williams, che quest’anno ha già vinto Open d’Australia e Roland Garros. Ce la farà Serena a completare il Grande Slam? (vincere tutti i tornei dello Slam nello stesso anno, ndr).
“Difficile, a questo punto, pensare che Serena non riesca a farcela. Non ha una grande concorrenza, quindi dipende solo ed esclusivamente da lei. La verità è che, contro le attuali giocatrici del circuito, se gioca all’80 percento non perde mai..”.
Un’altra vittoria che rimarrà negli annali di Wimbledon è quella della 34enne Martina Hingis, che ha conquistato doppio e doppio misto dopo 6 anni di inattività..
“E’ una bella favola, che però dice molto del livello attuale del circuito femminile. E’ un campanello di allarme per l’intero movimento perché tolta la Williams di vere campionesse non se ne vede l’ombra, almeno per il momento..”.
Che voto diamo agli italiani?
“Direi una sufficienza, anche perché sapevamo di non avere specialisti dell’erba. Forse ci si aspettava qualcosa di più da Camila Giorgi, che però è ancora troppo altalenante”.